Dopo le polemiche sollevatesi ieri, dopo la diffusione del caso della studentessa di Tivoli bocciata per aver sei insufficienze e poi ammessa alla seconda classe dopo il ricorso dei suoi genitori al Tar, spunta una voce fuori dal coro: si tratta di quella dello scrittore e docente Christian Raimo.
Mentre tutti i docenti si sono sentiti quasi delegittimati e minacciati dalla faccenda, quest’ultimo, in un articolo pubblicato su Fanpage.it, afferma di essere d’accordo con la decisione del tribunale, sostenendo che le bocciature alle medie sono praticamente inutili.
“Ha senso bocciare alle medie?”, questa la domanda che si fa lo scrittore. “Forse potremmo dire quale è l’origine del termine ‘bocciatura’. A quanto pare deriva dal gioco delle bocce. Quando si cerca di lanciare la boccia vicino al boccino, si tenta di colpire le palle degli avversari per allontanarle – o il boccino stesso. Questa azione con cui il proprio colpo si schianta sulla boccia nemica e la fa saltar via si chiama ‘la bocciata’, ‘il bocciare’. Si tratta di un’azione piuttosto evocativa; l’immagine che ne deriva è intuitiva: esser bocciati è prendere un colpo, essere respinti via dall’obiettivo. Quanta violenza c’è dentro questo termine?”, ha aggiunto.
“Per chi non si occupa di scuola, e purtroppo anche per molti che se ne occupano, la ripetenza o la sospensione del giudizio vogliono dire principalmente una cosa: non si è impegnato abbastanza, non ha studiato abbastanza, non ha preso dei buoni voti. Insomma, ripetere l’anno intero, ristudiare nuovamente tutti i programmi di tutte le materie, è un bene. In un’ottica di punizioni e penitenze, ripetere è un’occasione per colmare le lacune e migliorare quei voti, a patto – certo – che ci si metta maggiore impegno”.
Chi non può permettersi economicamente di recuperare è penalizzato?
“Ma è soprattutto una la questione educativa che hanno posto i genitori che hanno fatto ricorso: l’impossibilità di recuperare offerta alla loro figlia. Chi può permettersi ripetizioni private riesce magari a compensare le carenze e recuperare le insufficienze, chi non può permettersele resta indietro”.
“C’è un’ulteriore disparità che emerge con maggior forza è quando andiamo a vedere il dato delle sospensioni in giudizio e delle ammissioni e consideriamo la cittadinanza. La scuola italiana è sempre più frequentata da studenti e studentesse che non hanno cittadinanza italiana. Sono proprio gli studenti più svantaggiati. Non sappiamo la nazionalità della studentessa undicenne promossa ex lege dal Tar. Ma sappiamo che un’ulteriore evidenza che ci sono disuguaglianze che la scuola dovrebbe contrastare e non riprodurre sono quelle delle bocciature tra italiani e non italiani, se pensiamo che nell’anno scolastico 2020/21 quasi uno studente non italiano su cinque è stato bocciato”, ha concluso.
Raimo se la prende anche con Valditara, che ha subito detto di voler leggere la sentenza del Tar: “Valditara interviene indebitamente senza conoscere il caso. Quando si tratta di bocciare, Valditara è sempre pronto a ritornare a un secolo fa.
L’attacco alla scuola della ragazza
Il Tar ha dato ragione ai genitori della ragazzina, sostenendo che i docenti non hanno considerato l’intero percorso di studi: “L’alunna, dal primo mese di scuola sino al termine delle lezioni, ha visto incrementare le proprie conoscenze e migliorare i propri voti”, nonostante in molti casi non abbia raggiunto la media del 6, si legge nella sentenza. Inoltre, nel ricorso viene messa in evidenza la mancata predisposizione da parte della scuola di “sistemi di ausilio e di supporto per il recupero”, visto che, per esempio, l’ultima verifica di francese è stata svolta nel mese di marzo 2023.
Questo il passaggio considerato più pericoloso da chi insegna: il legislatore ha “elevato a regola la promozione per gli alunni della scuola secondaria di primo grado”. Per bocciare uno studente, quindi, non basta più un lungo elenco di insufficienze. Serve una motivazione che sia ancora “più pregnante”. In questo caso la ragazzina ha incrementato i voti in 7 materie, recuperando due insufficienze gravi e tre insufficienze lievi in italiano, tecnologia, arte e immagine, migliorando una situazione che nel primo quadrimestre era stata definita “globalmente lacunosa”.
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