Tartufo, guerra tra i cavatori: Il mio cane ucciso dal veleno

Tartufo, guerra tra i cavatori: Il mio cane ucciso dal veleno

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di Lorenzo Salvia

Gli ultimi casi tra Lazio e Abruzzo. Trappole contro chi viene da fuori

Il morso. Simile a quello che si usa per le briglie dei cavalli, ma con una differenza: una pallina d’acciaio al centro, che va quasi a chiudere la gola. Per impedire che il cane mangi qualcosa senza che il padrone se ne accorga. Per impedire che il cane muoia dopo aver mandato gi un boccone avvelenato. Il morso si usa sempre di pi. Ed la conseguenza meno grave della guerra dei cavatori, i cercatori di tartufo, che dalla Langhe al Montefeltro quest’anno si fatta pi dura. Effetto collaterale di una stagione strana: buona qualit ma bassa quantit; quindi prezzi ancora pi alti e rischi di concorrenza molto pi che sleale.

Il boccone avvelenato

La conseguenza peggiore di questa guerra, infatti il numero dei cani che finiscono per morire dopo aver mangiato un boccone avvelenato, una trappola per tenere lontano chi viene da fuori. Una vendetta, una minaccia. Comunque una follia. Per capire come stanno le cose conviene salire a Camerata Nuova, 400 abitanti a 800 metri di quota, confine tra Lazio e Abruzzo, proprio l dove cominciano le purissime faggete dei Monti Simbruini. L’ultima vittima di pochi giorni fa: Brando, un labrador cioccolato di un anno e mezzo che stava facendo una passeggiata a Camposecco, magnifico altipiano usato come set per tanti spaghetti western, compreso Lo chiamavano Trinit. A un tratto sembrava stanco — racconta Martina Ercoli, che era con Brando — poi ha cominciato a sbandare. Ci ha soccorso un ragazzo con un fuoristrada, era l per fare legna. Ma stato inutile. Brando morto davanti alla caserma dei carabinieri. Il ragazzo del fuoristrada — racconta ancora Martina — stato il primo ad accennare ai bocconi avvelenati. Ma poi in paese tanti altri hanno detto la stessa cosa. Negli stessi giorni un altro cane ha subito la stessa sorte. Un dato preciso non c’, ma nella piazza di Camerana — tra il bus per Carsoli che scalda il motore e la scritta Santa stop here che ancora resiste — si parla a mezzavoce di 20 cani morti avvelenati solo da ottobre. A livello nazionale circola il numero di 400. Ma sono solo stime, forse sottostime. Quello dei cani avvelenati, oltre che nero, un fenomeno grigio, fatto di vendette, minacce, contro-vendette, avvertimenti. Chi subisce non sempre denuncia, perch non sempre ha la coscienza immacolata.

La bonifica

Il sindaco di Camerata, Settimio Liberati, sta pensando di vietare l’accesso ai cani nella zona per un paio di settimane: Abbiamo gi fatto una prima bonifica del territorio — spiega — ma serve un intervento pi approfondito, per evitare che questi episodi terribili si ripetano. D’accordo, ma chi pu essere stato? Il sindaco allarga le braccia: C’ un’indagine. La stazione dei carabinieri 100 metri pi in l, davanti al presepe sistemato dentro la vecchia edicola dei giornali, ormai abbandonata. Nessun commento. Ma possibile che alcuni cavatori locali vogliano tenere lontano quelli che arrivano da fuori, anche da altre regioni come Toscana e Umbria. Un fenomeno non nuovo ma che quest’inverno si fatto sentire di pi, perch a Camerana la stagione andata meno peggio che altrove. Senza contare che questa anche zona di allevatori. E qualcuno potrebbe avere la tentazione di difendere le sue pecore da lupi e volpi con armi non convenzionali. Qui il fenomeno non certo nuovo. Il primo cane morto avvelenato del 2018, Lul, un lagotto romagnolo, una delle razze pi abili nella ricerca del tartufo. Quando successe Angelo Bonanni, il padrone che ancora oggi non si d pace, fece stampare dei manifesti funerari per ringraziare polemicamente gli assassini. Oggi di cani da tartufo ne ha cinque e, nonostante qualche perplessit, usa quasi sempre il morso per non rivivere lo stesso dolore. Anche Angelo non si sbilancia sugli autori di questa strage continua. Ma a Camerata, e non solo, sono sempre di pi i cavatori che mettono nello zaino acqua ossigenata e sale in abbondanza. Servono a far vomitare il cane in caso di sospetto avvelenamento. Non sempre bastano.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 23:25)

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