La pandemia ha lasciato un impatto profondo sul benessere emotivo degli adolescenti. Le misure di contenimento hanno notevolmente modificato la loro routine scolastica, costringendoli all’isolamento, a studiare davanti a uno schermo e a stabilire relazioni solamente attraverso la rete.
Sul sito specializzato Redattore Sociale si parla del Progetto Itaca, nell’ambito della Civil Week: si tratta di un momento di riflessione sul difficile rapporto tra i giovani e la scuola, un luogo dove spesso prevale l’ansia e la frustrazione a discapito dell’accoglienza e della crescita emotiva e intellettuale.
Durante l’incontro, tre studenti e tre insegnanti di diversi istituti superiori milanesi, guidati dalla psicologa clinica Chiara Maiuri, hanno condiviso il proprio punto di vista sulle tensioni e le paure che si vivono quotidianamente tra studenti e professori.
Secondo gli studenti, la pandemia ha evidenziato fragilità preesistenti. Molti loro compagni, durante il periodo di didattica a distanza (DAD), hanno cambiato o abbandonato gli studi a causa dell’impossibilità di sostenere un carico così pesante di studio e stress. Gli studenti hanno espresso la difficoltà di dialogare con i propri docenti riguardo al loro disagio: spesso, i professori appaiono sordi alle loro problematiche, richieste e proposte.
I ragazzi desiderano condividere il proprio punto di vista e avere uno spazio di dialogo con i docenti, dai quali cercano una guida oltre che un insegnante. La DAD, purtroppo, ha ulteriormente allontanato studenti e professori, complicando un rapporto già difficile in precedenza.
Le fragilità espresse dagli studenti sono condivise anche dagli insegnanti. La pandemia ha fatto emergere problematiche preesistenti e l’aumento di ragazzi in difficoltà nelle classi dimostra quanto si sia acuita la situazione. L’assenza di dialogo è percepita anche dagli insegnanti, che vedono gli studenti come avversari anziché collaboratori verso un obiettivo comune. Per i docenti, una delle principali difficoltà che gli studenti affrontano a scuola è la competizione, alimentata dalla società odierna che richiede costante performance e successo, generando stress.
Il voto è stato identificato come fonte di ansie e preoccupazioni sia per gli studenti che per i professori. Le valutazioni non sono mai complete e il sistema di valutazione sottrattivo non valorizza le potenzialità e le capacità degli studenti. Insegnanti e studenti auspicano una valutazione formativa nuova, basata su un’esperienza scolastica più ampia e non solo su regole rigide e dottrinali.
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