Tecnologia, insegnanti “autodidatti digitali”: il report europeo che mira ad una vera formazione digitale del corpo docente

Tecnologia, insegnanti “autodidatti digitali”: il report europeo che mira ad una vera formazione digitale del corpo docente

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Come sosteneva Jan Heart nei suoi “Top 200 tools for learning”la didattica deve servirsi della tecnologia col fine di indurre maggiore produttività e polifonia all’interno delle attività scolastiche, considerando la grande portata di sistemi ed applicativi creati negli ultimi decenni.

I Ministeri europei recepirono tale in​put come prettamente materiale, occupandosi di reperire lavagne interattive, allestire portali di condivisione di file, nozioni ed informazioni, senza provvedere però ad una reale e continua formazione del corpo docente, di fatto divenuto autodidatta digitale. Il fine del report suddetto, spiega il Consiglio D’Europa, resta proprio quello di intervenire con strumenti efficaci nella vita dei docenti, fruendo di tecnologie od intelligenza artificiale, con l’obiettivo di agevolare il lavoro e veicolare maggiore interesse in sede didattica da parte degli studenti.

Il report: limiti e vantaggi delle strategie IA per l’educazione. Nuove frontiere per la didattica in classe

Nonostante utilizzino tecnologie all’avanguardia e siano spesso radicati nelle scienze cognitive, quasi tutti gli strumenti afferenti all’IA commerciale esistenti progettati per supportare gli studenti incarnano efficacemente un approccio abbastanza ingenuo all’insegnamento e all’apprendimento. L’approccio dominante prevede l’alimentazione didattica “a cucchiaio” fruendo di contenuti pre-specificati, adattati ai risultati dell’individuo, mirando a evitare il fallimento cognitivo ed in sede di valutazione.

In altre parole, nonostante i suggerimenti contrari, l’approccio è effettivamente comportamentista o istruttivo e ignora più di 60 anni di ricerca e sviluppo pedagogico. Come si evince dal report in oggetto, le attuali strategie didattiche che fruiscono dell’IA risultano assai imperfette perché non inducono i discenti allo sviluppo del pensiero critico, bensì alla memorizzazione dei concetti espressi in IA.

Come tali evoluzioni interessano da vicino la vita dei docenti?

Lo sbarco dell’Intelligenza Artificiale in didattica, già preannunciato dalla Commissione e dal Consiglio, obbliga le istituzioni europee a stanziare fondi consistenti per l’aggiornamento della didattica e della relativa somministrazione, come previsto dagli ingenti fondi del PNRR erogati a numerosi paesi. Una sezione importante di questi dedicata alla digitalizzazione prevede anche una condivisione di risorse con l’istruzione, finalizzata a corsi di aggiornamento per docenti erogati nel prossimo quadrimestre, almeno in Francia, Spagna, Germania e Olanda.

Le nuove frontiere aperte dai dossier di aggiornamento fortificano l’interesse delle classi politiche europee e nazionali verso il tema IT e dell’IA a scuola, già applicato presso numerosi atenei del Vecchio Continente. Anche l’UNESCO, occupandosi di educazione, ha sollevato la questione tecnologica in classe, invitando i governi a prendere provvedimenti. 

, 2022-10-24 10:53:00, Come sosteneva Jan Heart nei suoi “Top 200 tools for learning”, la didattica deve servirsi della tecnologia col fine di indurre maggiore produttività e polifonia all’interno delle attività scolastiche, considerando la grande portata di sistemi ed applicativi creati negli ultimi decenni. I Ministeri europei recepirono tale in​put come prettamente materiale, occupandosi di reperire lavagne interattive, allestire portali di condivisione […]
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