Telefonini a scuola, l’impatto sulla didattica. I risultati di un esperimento condotto a Sydney

Telefonini a scuola, l’impatto sulla didattica. I risultati di un esperimento condotto a Sydney

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I telefoni cellulari, con le loro funzioni sempre più adattate alle esigenze dei consumatori in un mondo via via sempre più interconnesso, rientrano nella nostra vita quotidiana come un bene irrinunciabile, tanto da utilizzarli oramai per una buona parte delle attività svolte in passato con altri strumenti.

L’impatto di tali tecnologie, di fatto, è ambivalente: nel rovescio positivo della medaglia troviamo contatto, rapporti, interconnessione, ricerca agevole e tools sempre più innovativi in grado di migliorare le condizioni di vita degli utenti; dall’altro si evidenziano problemi di salute fisica e psicologica, infodemia ed un calo drastico della concentrazione.

L’utilizzo in classe resta assai dibattuto tra gli esperti: sono in molti a sostenere che il potenziale didattico di tale strumento resta pressoché illimitato stando alle sue funzioni di base ed applicazioni, mentre la controparte dubita della reale utilità in quanto costituisce importante elemento di distrazione e riduce l’attenzione in sede di apprendimento. A tale fine, risulta interessante comprendere come altre realtà, anche lontane, si rapportano con tale interessante e dibattuto tema.

Australia, no ai telefoni in classe. Sale picco attentivo e rendimento presso una scuola pilota

Un quotidiano locale, il Sydney Morning Herald, ha reso noto che una scuola della città ha provveduto a bandire l’utilizzo dei telefoni cellulari durante le ore scolastiche, preoccupata per la salute psicofisica degli studenti e per gli esiti del massivo utilizzo della tecnologia in classe.

“Si è assistito a un drastico calo dei problemi comportamentali, a un incremento nell’attività fisica e di studenti che parlano tra loro”, ha dichiarato il preside, il quale ha inoltre aggiunto che “in otto settimane dall’introduzione delle nuove policy c’è stata una riduzione del 90% delle problematiche comportamentali legate all’uso dei telefoni a scuola”. Pare che, secondo le aggiuntive dichiarazioni del personale docente, l’utilizzo massiccio dei telefoni in classe provoca una riduzione notevole del picco attentivo, acuendo i conflitti tra gli studenti e favorendo il disturbo dell’intelligenza emotiva e sociale dei ragazzi, lesa dall’isolamento.

L’attività fisica resta la principale preoccupazione: scarsa mobilità e sana competitività sportive corrispondono al limitato incontro con l’altro, dando luogo anche a disturbi comportamentali correlati. Il livello del picco attentivo e del rendimento scolastico hanno convinto l’istituto ad adottare tale misura per le settimane a venire. 

Il Belpaese e l’assenza di linee guida sull’utilizzo dei telefoni cellulari in classe

Relativamente all’iniziativa precedentemente sottolineata, che insisteva sul monitoraggio della salute emotiva, intellettuale e sociale degli studenti, gli smartphone sono regolarmente vietati nelle scuole elementari del Nuovo Galles del Sud australiano, ma per quanto riguarda le scuole superiori ogni istituto fa da sé.

Lo stesso vale nel Belpaese, e l’assenza di una disposizione unitaria crea spesso fenomeni di lassismo e confusione tra i docenti, che debbono attingere alla propria sensibilità personale. Ogni scuola stabilisce, attraverso dedicate normative e regolamenti interni, un fattivo divieto o il consenso all’utilizzo dei telefoni cellulari in classe per soli fini attinenti alla didattica. Nonostante ciò, una direttiva del 15 marzo 2007 invita ed impegna tutte le istituzioni scolastiche a regolamentarne l’uso a scuola, con esplicito divieto d’utilizzo durante le lezioni.

, 2022-08-09 07:21:00, I telefoni cellulari, con le loro funzioni sempre più adattate alle esigenze dei consumatori in un mondo via via sempre più interconnesso, rientrano nella nostra vita quotidiana come un bene irrinunciabile, tanto da utilizzarli oramai per una buona parte delle attività svolte in passato con altri strumenti. L’impatto di tali tecnologie, di fatto, è ambivalente: […]
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