Le richieste di aiuto arrivate alla linea di Ascolto 1.96.96 del Telefono Azzurro e raccolte nel 2022 relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno), sono state oltre 1459 e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 sono state ben 347.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Fondazione S.O.S. il Telefono Azzurro ETS, la onlus nata nel 1987 per volontà di Ernesto Caffo e di tanti suoi collaboratori, ha organizzato la conferenza “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete”. Al centro il tema del disagio psico-fisico dei giovani e il benessere di ragazzi e ragazze.
Durante il convegno Telefono Azzurro ha presentato “E Tu, Stai Bene con te?”, una guida che parla direttamente ai ragazzi e che risponde in maniera concreta ai dubbi rispetto al disagio che stanno vivendo. Il dossier affronta temi come i disturbi alimentari, l’autolesionismo, la depressione, il trauma e l’ansia.
È stata anche presentata una ricerca: dall’indagine di Telefono Azzurro emerge come per colmare la grande solitudine di fronte alla crescita sempre più ragazzi e ragazze si rifugiano nella rete. In media coloro che hanno tra i 12 e i 18 anni passano almeno 3 ore al giorno sui social chattando. Il 92% degli intervistati è concorde sul fatto che i social media potrebbero causare dipendenza, ma il 58% di loro li sceglie per rilassarsi, il 54% per rimanere in contatto con amici e familiari, il 31% per combattere la solitudine e la noia e il 23% per fare nuove amicizie (23%). Alla domanda come ti sentiresti senza l’utilizzo dei social il 22% dei ragazzi ha risposto “ansioso” o “agitato”, l’11% “solo”, mentre il 23% si sentirebbe addirittura “perso”.
La rete affettiva e la scuola
La propria rete affettiva rimane il riferimento in caso di malessere psicologico. Il 74% dei ragazzi ritiene la famiglia un punto fermo, seguita da amici (38%), dallo psicologo (26%) e dalla scuola (11%). Il 77% dei ragazzi pensa che la scuola debba educare all’uso sicuro e responsabile dei social riconoscendone, accanto alla famiglia, l’importantissimo ruolo educativo. Chiedere aiuto a un esperto di salute mentale rappresenta invece ancora una vergogna per 1 ragazzo su 3, che teme di essere giudicato in modo negativo dalla società.
Gli eventi drammatici, come per esempio la Guerra in Medio Oriente, influenzano i sentimenti e il vissuto dei ragazzi: più di 1 giovane su 2 è rimasto impressionato di fronte alle notizie e alle immagini dolorose del conflitto, mentre il 35% ritiene di aver avuto una reazione all’inizio, ma ora si sente abituato. Rispetto alla guerra in particolare, il 49% dei ragazzi sottolinea di provare molto spesso rabbia, il 59% tristezza, il 39% angoscia. L’empatia e la vicinanza alle popolazioni colpite sono sentimenti molto diffusi tra le giovani generazioni. Il 19% pensa alle vittime del conflitto ogni giorno, il 39% spesso e il 30% qualche volta.
Non dobbiamo fermarci qui, ha detto Caffo, l’obiettivo è quello di attivare forme di collaborazione e progetti comuni e trasversali capaci di tutelare e mettere al primo posto il benessere mentale di bambini e adolescenti.
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