Le teorie sulle dimissioni: tutto quello che  sappiamo sul gesto che ha fatto la storiaCosa disse lui in unintervista al Corriere

Le teorie sulle dimissioni: tutto quello che sappiamo sul gesto che ha fatto la storiaCosa disse lui in unintervista al Corriere

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Luned 11 febbraio 2013, alle ore 11:41, arrivarono le dimissioni di Joseph Ratzinger. Un gesto che ha fatto la storia e ha suscitato teorie e misteri sulla sua rinuncia

CITT DEL VATICANO — Luned 11 febbraio 2013, ore 11,41. Fratres carissimi, non solum propter tres canonizationes ad hoc Consistorium vos convocavi, sed etiam ut vobis decisionem magni momenti pro Ecclesiae vita communicem…. I cardinali riuniti nella Sala Clementina impallidiscono. Erano l con il Papa per la canonizzazione degli 813 martiri di Otranto uccisi dagli ottomani il 14 agosto 1480 e di altre due beate. Poi Benedetto XVI ha dispiegato due fogli e cominciato a leggere a fior di labbra, poco pi di un sussurro nel silenzio assoluto.

Qualcuno un po’ arrugginito in latino, declaro me ministerio renuntiare, e guarda sgomento il biblista Gianfranco Ravasi: ma che ha detto? il momento in cui Benedetto XVI fa la storia. Carissimi fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa…, dice.

Spiega di aver preso la sua decisione dopo avere esaminato ripetutamente la propria coscienza, ancora e ancora, davanti a Dio: Sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’et avanzata, non sono pi adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Joseph Ratzinger, teologo finissimo, si sempre distinto per una chiarezza di linguaggio rara tra gli accademici, lo stesso stile limpido delle sue omelie.

Cos le ragioni di una scelta che non ha reali precedenti in duemila anni sono spiegate in poche righe, semplicemente: Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacit di amministrare bene il ministero a me affidato. Eppure su quelle poche righe, da nove anni a questa parte, si sono esercitate le esegesi pi stravaganti, soprattutto nella parte ultraconservatrice dentro e fuori la Chiesa — sedevacantisti, lefebvriani, estremisti di destra, adepti di QAnon e simili — che non ha mai accettato la rinuncia di Benedetto XVI e ancora meno l’elezione successiva di Jorge Mario Bergoglio, il gesuita argentino che sceglie per primo il nome di Francesco, il Santo di Assisi, e vuole una Chiesa povera e per i poveri.

Il tutto a dispetto di ci che lo stesso Ratzinger ha ripetuto pi volte, ad esempio nelle Ultime conversazioni con il biografo Peter Seewald, con buona pace dei teorici della cospirazione che evocavano un Papa costretto a dimettersi da potenze pi o meno oscure: Sono tutte assurdit. Nessuno ha cercato di ricattarmi. Non lo avrei nemmeno permesso. Perfino un vescovo come Luigi Negri, scomparso un anno fa, aveva dato voce alle teorie che circolavano nel sottobosco del web, evocando gravi responsabilit dentro e fuori il Vaticano e pressioni enormi, fino a dire: Non un caso che in America, anche sulla base di ci che stato pubblicato da Wikileaks, alcuni gruppi di cattolici abbiano chiesto al presidente Trump di aprire una commissione d’inchiesta per indagare se l’amministrazione di Barack Obama abbia esercitato pressioni su Benedetto.

Un classico delle teorie complottiste il fatto che Ratzinger dichiari la rinuncia al ministerium ma non al munus di Pietro: avrebbe lasciato l’esercizio pratico del ministero ma non il suo ufficio di Papa. Il che comporterebbe, manco a dirlo, che Francesco un pontefice illegittimo. Oppure si sottolineano degli errori nel testo, come se Ratzinger, che conosceva il latino benissimo, li avesse lasciati di proposito qua e l nella sua Declaratio come un segnale. Pi semplicemente, all’alba dell’11 febbraio 2013 Benedetto XVI ha affidato il manoscritto alla segretaria Birgit Wansing, l’unica persona in grado di decifrarne la calligrafia minuta e nervosa, tracciata a matita. Solo allora comincia in Segreteria di Stato il lavoro di trascrizione del testo latino e delle traduzioni. Tutti devono fare tutto in fretta. Sintomatica, nel testo, l’indicazione dell’inizio della sede vacante, la sera del 28 febbraio, l’inesistente hora 29 invece delle 20 annunciate da Benedetto XVI: in ogni tastiera, il numero 9 giusto accanto allo zero.

Del resto, Benedetto XVI aveva deciso da tempo . Dopo l’incontro all’Avana con Fidel Castro, il 29 marzo 2012, torn sfinito dal viaggio di sette giorni in Messico e a Cuba. S, sono anziano ma posso ancora fare il mio dovere, aveva sorriso al Lder mximo. Poi per ci mise un mese a recuperare un po’ di forze. I medici gli dissero che non avrebbe pi potuto affrontare un viaggio cos lungo. L’anno successivo, a luglio, era gi in programma la Giornata mondiale della Giovent di Rio de Janeiro, che diventer il primo viaggio internazionale del successore Francesco. Benedetto XVI ci pensa tutta l’estate del 2012. Tra i pochi a sapere le sue intenzioni, il fratello maggiore, monsignor Georg Ratzinger, il segretario particolare Georg Gnswein, l’allora Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Ratzinger programma ogni mossa. La rinuncia, in teoria, prevista dal Codice di diritto canonico, canone 332, paragrafo 2.

Nel libro Luce del mondo, del 2010, aveva gi prospettato l’ipotesi: Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere pi in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi. Ma allora si era nel pieno dello scandalo pedofilia nel clero, che Benedetto XVI ha combattuto come nessuno prima di lui, e cos aveva aggiunto: Proprio in un tempo come questo si deve tenere duro e sopportare. ci fa anche nella primavera del 2012. Scoppia lo scandalo Vatileaks, viene arrestato e processato il maggiordomo corvo Paolo Gabriele che gli rubava documenti riservati dallo studio. Non il momento, sono mesi difficili di veleni e lotte di potere in Curia, Ratzinger ha gi deciso ma non intende dare la sensazione di fuggire.

Lo disse il 24 aprile 2005, nella messa di inizio del pontificato: Pregate per me, perch io non fugga, per paura, davanti ai lupi. Cos aspetta che il processo si concluda, aspetta che la commissione cardinalizia che ha nominato per indagare sugli scontri nella Curia consegni a lui e solo a lui la relazione segreta che indica manovre e responsabilit. A dicembre ha tutti gli elementi per agire e fare pulizia, sa che urgente ma sente di non averne pi la forza. Affider il dossier al successore. La ingravescente aetate e la consapevolezza che nella Chiesa necessaria una scossa non sono spiegazioni alternative ma gli elementi che fondano assieme la decisione di dimettersi. Il commento pi lucido resta quello di padre Federico Lombardi, suo portavoce, la mattina delle dimissioni: un grande atto di governo della Chiesa.

31 dicembre 2022 (modifica il 31 dicembre 2022 | 14:18)

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