Termosifoni spenti per tre settimane in più: ecco l’ordinanza del Campidoglio

Termosifoni spenti per tre settimane in più: ecco l’ordinanza del Campidoglio

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di Luisa Monforte

Qualora le condizioni meteorologiche fossero clementi, il sindaco Gualtieri si riserva la facoltà, con un atto successivo, di anticipare ulteriormente lo spegnimento degli impianti

Resteranno spenti per tre settimane in più i riscaldamenti a Roma: la riduzione, rispetto a quanto già previsto dal governo per il Lazio al fine di contrastare il caro bollette, è contemplata nell’ordinanza firmata venerdì scorso dal sindaco Roberto Gualtieri. E qualora le condizioni meteorologiche fossero clementi, il sindaco si riserva la facoltà, con un atto successivo, di anticipare ulteriormente lo spegnimento degli impianti. Si confermano fuori dal piano locale di riduzione dei consumi gli ospedali e tutte le strutture sanitarie; piscine, saune e similari ma anche edifici adibiti ad attività industriali, artigianali o assimilabili come quelli alimentati con fonti rinnovabili. Le restrizioni non si applicano nelle scuole gestite dal Comune: per asili nido e materne è prevista soltanto la riduzione di un grado sulla temperatura massima dei caloriferi, potrà essere regolata a 19 gradi più due di tolleranza.

Fatte salve le deroghe, previste nel documento, tutti i caloriferi della Capitale, dovranno essere attivati dal 21 novembre al 31 marzo, anziché dall’8 novembre al 7 aprile: slitta in avanti di due settimane l’accensione e si anticipa lo spegnimento di sette giorni. In linea generale, oltre a ridurre il periodo di attività degli impianti, l’ordinanza stabilisce che, invece delle undici ore totali previste dal governo per le regioni in fascia D, come il Lazio, a Roma i riscaldamenti siano attivati per un massimo di dieci ore giornaliere tra le 5 e le 23. La temperatura massima consentita cala di un grado rispetto al piano nazionale: si va così dai 17 gradi, più due di tolleranza, in strutture adibite ad attività industriali, artigianali e assimilabili; fino ai 19 gradi, più due di tolleranza, in tutti gli altri edifici, compresi quindi uffici pubblici e abitazioni.

Numerose le deroghe previste. Potranno accendere gli impianti, secondo le norme dettate dal governo, quindi dall’8 novembre al 7 aprile e per undici ore al giorno: le sedi di rappresentanze diplomatiche o di organizzazioni internazionali, a meno che non siano all’interno di stabili condominiali, per piscine, saune e attività assimilabili, per gli edifici che ospitano attività industriali o artigianali e in cui la riduzione prevista dall’ordinanza sindacale rischia di compromettere la produzione. Sono fuori dal tetto massimo di dieci ore, ma dovranno rispettare il periodo di accensione-spegnimento (21 novembre-31 marzo) gli uffici e le attività commerciali che restano aperti in modo continuativo durante la giornata; gli impianti termici in condivisione tra più edifici e dal cui funzionamento dipende la produzione di acqua calda per uso igienico e sanitario; i sistemi di riscaldamento avanzati al servizio di più unità immobiliari e che sono in grado di termoregolare la temperatura rispetto a quella esterna; gli edifici pubblici e privati con impianti termici alimentati da fonti rinnovabili. Non è escluso, qualora il clima lo consentisse, un ulteriore abbassamento della temperatura massima consentita: anche questo provvedimento, come l’ulteriore restrizione sul periodo totale di attività degli impianti, sarà valutato eventualmente in una successiva ordinanza.

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6 novembre 2022 (modifica il 6 novembre 2022 | 19:32)

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, 2022-11-06 18:33:00, Qualora le condizioni meteorologiche fossero clementi, il sindaco Gualtieri si riserva la facoltà, con un atto successivo, di anticipare ulteriormente lo spegnimento degli impianti, Luisa Monforte

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