Terremoto in Turchia, sette giorni dopo: gli ultimi miracoli, i ribelli siriani chiamano lOnu

Terremoto in Turchia, sette giorni dopo: gli ultimi miracoli, i ribelli siriani chiamano lOnu

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di Marta Serafini, inviata a Gaziantep

Bilancio provvisorio delle vittime: 31.643 in Turchia, circa 6 mila vittime stimate in Siria. Numeri destinati a salire. In tenda 1,2 milioni di sfollati. Storie che fanno rabbrividire

DALLA NOSTRA INVIATA
GAZIANTEP
— C’ ancora chi spera l davanti alle macerie. Ma sono sempre di meno le sedie di plastica utilizzate dai parenti in attesa. A scaldare, dopo ormai una settimana dal grande terremoto come lo chiamano qui, rimasto solo il fuoco nel freddo della sera di Gaziantep. di 31.643 morti il bilancio in Turchia, ma i numeri sono destinati a salire. Le stime riferite dai media turchi parlano di oltre 70mila tra adulti e bambini mentre si continua a scavare tra le macerie. Numeri drammatici anche per gli sfollati, 1.2 milioni nelle tende, 400 mila gli evacuati in altre aree del Paese. Ma come ha annunciato il capo degli aiuti dell’Onu Martin Griffiths durante una visita ad Aleppo la fase di recupero sta volgendo al termine. Ho sentito storie che fanno rabbrividire, ha raccontato. Tuttavia gli sforzi delle squadre di emergenza continuano anche con il calare della notte.

In serata, dopo 183 ore dalla prima scossa, una persona stata letteralmente dissotterrata nella citt turca di Antakya. In mattinata ad Adiyaman la protezione civile ha tratto in salvo una bambina di 6 anni, Miray, sotto le macerie per 178 ore. Uscita viva dall’incubo a Hatay anche Nuray Gurbuz, 70 anni, nonostante pi di 7 giorni senza acqua, cibo, con poco ossigeno, schiacciata dal cemento. Alla 180esima ora, squadre kirghise e turche hanno salvato una donna di 39 anni a Kahramanmaras, citt dell’epicentro: Hatice Akan, appena ha potuto parlare ha sussurrato ho molto freddo, copritemi i piedi. E dopo due ore ad essere restituito alla luce stato un ragazzino di 12 anni, Kaan: 7 giorni e mezzo sotto i resti di un edificio di Hatay. Pure Cudi, 11 anni, ha lottato per restare viva nello stesso posto. Ha detto di non aver mai perso la speranza e di aver sognato il riso con i ceci. Con lei stata tirata fuori pure la sua nonna.

La Bbc racconta la storia di Hamza, un uomo siriano immobile in attesa davanti alla casa della sua famiglia ad Antakya: il padre e tre fratelli sono ancora sotto le macerie. Ha spiegato che il primo giorno del terremoto poteva sentire le voci dei familiari, il secondo solo dei lamenti, il terzo qualcuno che grattava sul muro. Poi, silenzio. In Siria il bilancio di 2.274 vittime nelle zone controllate dall’opposizione (il dato fornito dai White Helmets) mentre nelle zone controllate da Damasco si parla di 3.500 vittime. La situazione degli aiuti talmente grave da spingere il presidente siriano Bashar Al Assad ad aprire altri due varchi e un leader ribelle, Abu Mohammad al-Jolani, su cui pesa una taglia Usa di 10 milioni di dollari, a rivolgersi direttamente all’Onu per aiuti urgenti a Idlib, zona in mano ad Hayat Tahrir al-Sham (Hts).

Intanto a Gaziantep, mentre il sole tramonta sulla ex chiesa armena il cui tetto andato distrutto, si inizia a fare il conto degli edifici da demolire. Fin qui un pool di 66 procuratori hanno aperto fascicoli su 163 persone. Per 8 scattata la detenzione, 2 sono stati sottoposti a controllo giudiziario, 48 si trovano in arresto, 7 nomi compaiono nella lista dei mandati di cattura, altri 70 si trovano in arresto preventivo. Nel mirino dei critici del presidente, le 100 mila richieste di condono nelle 10 province colpite dal sisma. Segno che per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan iniziata un’altra corsa contro il tempo. Quella delle elezioni di maggio. Ma c’ gi chi parla di rinvio.

13 febbraio 2023 (modifica il 13 febbraio 2023 | 23:00)

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