di Ruggiero Corcella
Medici senza frontiere ha lanciato in Swaziland il progetto «Pocket Clinic» che consente di guidare e seguire da remoto i pazienti che effettuano l’autotest.
Il lungo duello contro l’Hiv si combatte anche con l’aiuto della tecnologia. In Eswatini (così è stato rinominato lo Swaziland nel 2018) nella regione di Shiselweni, dal 2007 l’organizzazione internazionale non governativa Medici senza frontiere (Msf) garantisce assistenza sanitaria per l’Hiv e la tubercolosi raggiungendo le comunità nelle zone più remote, dove le persone non hanno accesso ai mezzi pubblici e devono viaggiare minimo due ore per accedere all’assistenza sanitaria di base. Dal 2016, Msf ha implementato un sistema di autotest per Hiv ma la vera innovazione tecnologica è arrivata ad ottobre scorso con il Pocket Clinic: attraverso un tablet è possibile seguire il paziente nella fase pre e post test Hiv, spiegando attraverso alcuni video-tutorial spiega che cosa è la patologia, perché è importante fare il test e cosa fare in base al risultato. Il tutto garantendo una maggiore privacy rispetto allo stigma nei confronti di questa malattia e maggiore facilità nell’effettuare il test a casa propria.
Campagne di informazione
Lo Swaziland ha uno dei più alti tassi di Hiv al mondo. Le équipe di Medici Senza Frontiere (Msf) hanno introdotto l’autotest Hiv nel 2016, per responsabilizzare i pazienti, che possono così condurlo a domicilio e a loro piacimento. Il kit di autotest è uno strumento che consente al paziente di effettuare lo screening e quindi recarsi in una struttura sanitari a per confermare eventualmente la positività all’Hiv. Prima di iniziare, è stata condotta una campagna informativa sia tra le popolazioni urbane sia quelle rurali. Ai pazienti è stata data la possibilità di effettuare un test senza assistenza o in presenza di un esperto in loco . Inoltre sono state condotte sessioni di sensibilizzazione educativa volte a incoraggiare comportamenti più attenti alla salute, spiegando l’efficacia dei kit di autotest.
Per coloro che hanno scelto di testare a casa senza assistenza, sono stati effettuati appuntamenti di follow-up per accertare i risultati e fornire riferimenti per il trattamento e la cura, se necessario. Per i pazienti risultati Hiv-negativi sono state indicate misure più di prevenzione come l’accesso ai preservativi e la profilassi pre-esposizione all’Hiv (PreP), mentre quelli risultati positivi sono stati indirizzati all’ospedale più vicino per l’inizio del test Hiv di conferma e della terapia antiretrovirale (ART).
Digitalizzazione di uno strumento di autotest
Comprendendo che era necessario ridurre il contatto con gli operatori sanitari durante il test, nell’ottobre 2022 Msf ha adattato la «Pocket Clinic», un approccio supportato digitalmente al test Hiv. Questo strumento innovativo si adatta meglio alle esigenze dei pazienti, perché offre consulenza sia pre che post-test utilizzando un tablet. I pazienti sono guidati durante tutto il percorso di autotest mentre guardano video autoesplicativi che li orientano su: che cos’è l’Hiv; perché il test è importante; che cosa accade una volta risultati negativi o positivi. In questa prima fase, Pocket Clinic è attualmente offerta in loco e può essere ugualmente efficace online e offline.
«Prima di Pocket Clinic, non eravamo davvero in grado di assistere i pazienti dopo essersi sottoposti all’autotest, la Pocket Clinic ci consente di effettuare un consulto efficace e offrire il supporto necessario dopo il test. Inoltre, un paziente dovrebbe aspettare che finissimo di assisterne altri mentre con Pocket Clinic sono in grado di assistere più di un paziente alla volta. Tutto quello che devo fare è registrarmi e monitorare un paziente, altrimenti loro sono in grado di fare tutto in modo indipendente», dichiara Ivy Nxumalo, consulente di Msf a Shiselweni.
I primi risultati
Poiché la vicinanza ai pazienti è uno dei valori sostenuti da Msf, il Pocket Clinic è disponibile sia in contesti urbani sia rurali. Per fornire un supporto ideale ai pazienti nelle comunità rurali, il Pocket Clinic è disponibile per i cellulari e i pazienti possono accedervi da vari hotspot e in giorni diversi. In caso di necessità, le comunità sono ancora libere di contattare le équipe di Msf richiedendo servizi durante le campagne comunitarie. Quanti pazienti ne hanno usufruito? «Ad oggi hanno avuto accesso 187 utenti, di questi 166 (88,8%) hanno completato l’iter che ha portato all’individuazione di 4 (2,4%) casi sieropositivi, 2 su 4 (50%) hanno ricevuto il test Hiv di conferma ed entrambi sono stati avviati (100%) alla terapia antiretrovirale» spiega Bernhard Kerschberger, responsabile medico del progetto in Swaziland.
Che cosa ne pensano i pazienti
Msf ha anche avviato un’attività di follow-up dei pazienti per verificare l’efficacia dell’intervento. I risultati? «All’interno di Pocket Clinic — risponde Kerschberger — c’è una piattaforma in cui a chi la sta utilizzando viene chiesto di esprimere il proprio gradimento e le risposte variano da molto buone a soddisfacenti, a causa del contenuto informativo come i video. Alcuni però hanno evidenziato che ci vuole molto tempo per utilizzarla». Khosi, uno dei paziente che ha avuto accesso alla Pocket Clinic, è entusiasta: «Quello che mi piace di più della Pocket Clinic è che t utela la mia privacy e non ho la sensazione di dover fare tutto di corsa. Inoltre, se dovessi capire male qualsiasi informazione, mi sento libero di far ripartire il video, mentre in ospedale sto sempre attento a non sprecare il tempo dell’infermiere quando chiedo chiarezza su determinate informazioni. Sì, molto è già stato detto sul test Hiv, ma il concetto di Pocket Clinic offre il vantaggio di ottenere informazioni più corrette perché sono uno che impara di più guardando e quindi preferisco un’impostazione “visiva” all’ascolto di un operatore sanitario».
Le difficoltà incontrate
Il progetto va avanti, senza nascondere le difficoltà: quali? «La lettura dei risultati del test è una sfida al momento, perché spesso si creano facilmente dei doppioni. Questo ha costretto ad effettuare molte operazioni di pulizia dei dati per garantire l’accuratezza di quelli generati. Tuttavia, Msf ha avuto un incontro con il team della società che ha realizzato Pocket Clinic chiedendo loro di semplificare il sistema per gli operatori sanitari, in modo da facilitare la lettura senza duplicazioni», conclude Kerschberger
30 novembre 2022 (modifica il 30 novembre 2022 | 19:23)
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, 2022-11-30 18:27:00, Medici senza frontiere ha lanciato in Swaziland il progetto «Pocket Clinic» che consente di guidare e seguire da remoto i pazienti che effettuano l’autotest. , Ruggiero Corcella