Il testo del decreto legge anti rave

Il testo del decreto legge anti rave

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Il testo ufficiale delle nuove norme «in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali», varate dal governo Meloni nel suo primo consiglio dei Ministri e contenute nel decreto legge 162 del 31 ottobre 2022 Il governo di Giorgia Meloni ha varato, durante il suo primo consiglio dei Ministri operativo, il primo decreto legge, dedicandolo a tre temi:- stretta sui rave party;- stretta sui benefici sull’ergastolo ostativo e rinvio della riforma Cartabia del processo penale al 30 dicembre;- anticipo della scadenza dell’obbligo vaccinale anti Covid per i sanitari, e dunque il loro immediato reintegro in servizio. Il decreto legge 31 ottobre 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ed è dunque in vigore. Sulla formulazione della stretta contro i rave party illegali — per contrastare i quali, si legge in Gazzetta Ufficiale, il governo ha ritenuto di agire davanti a una «straordinaria necessità e urgenza» di prevenire e contrastare «il fenomeno dei raduni dai quali possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica» — sono subito sorte critiche e polemiche. Ecco il testo ufficiale del decreto, all’articolo 5: Art.5Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali 1. Dopo l’articolo 434 del codice penale è inserito il seguente: «Art. 434 -bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica). — L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita. È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione.». 2. All’articolo 4, comma 1, del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo la lettera i -ter ), è aggiunta la seguente: «i -quater ) ai soggetti indiziati del delitto di cui all’articolo 434 -bis del codice penale.». 3. Le disposizioni del presente articolo si applicano dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. L’iter di conversione del decreto legge è iniziato, in Senato, il 3 novembre: e il governo, di fronte alle polemiche, ha aperto alla possibilità di modifiche. Come spiegato nella newsletter PrimaOra da Elena Tebano, la norma, per la sua formulazione troppo ampia, che la rende applicabile anche a raduni o manifestazioni di tipo politico, e per l’alta pena prevista (sei anni) che porta con sé la possibilità di usare le intercettazioni durante le indagini, ha fatto saltare sulla sedia non solo le opposizioni, ma anche giuristi, avvocati e persino i garantisti del centrodestra. Tanto che anche Meloni ha dovuto chiarire: «Vorrei rassicurare tutti i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso». Non è bastato, perché non poteva bastare. «Non è esplicitato che riguardi solo i rave. Cattive interpretazioni e incertezze sono dietro l’angolo. Può interessare scuole, università, fabbriche, proteste ambientaliste… tutto ciò che coinvolge più di cinquanta persone. È un’aberrazione giuridica. Serve solo a mandare un messaggio identitario e a distrarre dai problemi veri: il carovita, le bollette, il rischio della recessione. Ed è gravissimo che si sia agito con un decreto, che è subito in funzione, quando c’è già l’articolo 633 del codice penale per queste situazioni. Si è voluto mettere in piedi una minaccia preventiva rispetto al dissenso» attacca il segretario del Pd Enrico Letta, intervistato da Roberto Gressi. Ma se il suo dissenso è quasi scontato, colpisce di più l’imbarazzo nel governo, a cominciare da quello del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che pure ha sostenuto il decreto. Come nota Giovanni Bianconi: Non è difficile avvertire qualche scricchiolio tra il garantismo sempre rivendicato da Nordio (sia pure coniugato con la certezza della pena e la garanzia della pubblica sicurezza) e la prima misura varata dal governo di cui fa parte. Il giorno del giuramento il Guardasigilli disse di voler procedere a «una forte depenalizzazione e quindi una riduzione dei reati», ma al suo esordio l’esecutivo ha introdotto un nuovo reato; inoltre ha sempre sostenuto come «le intercettazioni, secondo me, andrebbero limitate; alcune sono indispensabili e altre dannose perché limitano la libertà dei cittadini», ma per come è scritta la norma anti-rave espande gli ascolti delle conversazioni anche a questa fattispecie. Il risultato è che la prima norma approvata dal governo Meloni sarà molto probabilmente anche la prima ad essere cambiata. Spiega Adriana Logroscino: Di revisione possibile, in fase di conversione del decreto in legge (l’iter inizia oggi in Senato), parla Fabio Rampelli, storico esponente di FdI e fedelissimo della premier. Francesco Paolo Sisto, forzista e neonominato viceministro alla Giustizia, ipotizza la «necessità di intervenire» per «evitare equivoci» cioè «che la norma possa applicarsi alla legittima manifestazione del dissenso». In serata è lo stesso titolare del dicastero, Carlo Nordio, a esplicitare possibili modifiche in parlamento, mentre tra i big azzurri non si esclude che alla correzione lavori già il governo. 3 novembre 2022 (modifica il 3 novembre 2022 | 08:45) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-03 07:45:00, Il testo ufficiale delle nuove norme «in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali», varate dal governo Meloni nel suo primo consiglio dei Ministri e contenute nel decreto legge 162 del 31 ottobre 2022,

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