The Crown 5, il cast: «A chi ci accusa di non rispettare il lutto diciamo: morto un sovrano se ne fa un altro»

The Crown 5, il cast: «A chi ci accusa di non rispettare il lutto diciamo: morto un sovrano se ne fa un altro»

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La serie tv torna il 9 novembre su Netfilx tra attese e accuse: La parola agli attori: «Questo non è un documentario»

LONDRA – L’intervista di Diana alla Bbc sull’infedeltà del marito, la smania di Carlo di salire sul trono, la monarchia come istituzione in parte anacronistica e costosa. Con una quinta stagione che conduce lo spettatore a eventi della nostra epoca, torna – il 9 novembre su Netflix – The Crown : dai problemi matrimoniali del primogenito di Elisabetta alla stretta amicizia (forse qualcosa di più?) di Filippo con l’aristocratica Penny Knatchbull, dai capricci di Diana al suo flirt con Dodi Fayed, lo sceneggiato ideato da Peter Morgan ripropone l’avvicente mix tra realtà e fiction che ne ha assicurato il successo nonostante le mille critiche che continuano ad accompagnare la serie.

Se l’ex primo ministro John Major e l’attrice Judi Dench accusano gli autori dello sceneggiato di aver manipolato la verità costruendo un ritratto perfido e irrispettoso della famiglia reale, gli interpreti tengono a ricordare che The Crown «non è un documentario» anche se il punto di partenza è ancorato alla verità. La regina? «Non mi sono mai chiesta se lei o il resto della famiglia abbiano guardato lo sceneggiato», ha spiegato al Corriere l’attrice Imelda Staunton , che con i suoi occhi azzurri e la statura minuta sfoggia una strabiliante somiglianza a Elisabetta. «Certo, mi dispiace che sia morta, ma sono contenta che abbia vissuto una vita lunga e piena di soddisfazioni. Non credo che fosse interessata all’idea di guardare una versione romanzata della sua vita. Aveva i suoi cavalli, i cani da portare a spasso…».

Un aspetto della vita della sovrana che il copione le ha permesso di capire meglio? «La sua fede. Mi ha aiutato a catturare tra la tranquillità, la sua capacità di rimanere immobile. Per il resto sono contenta di aver avuto tempo a disposizione per studiare il ruolo e per permettere che mi entrasse nel corpo».

Ha pensato di rinunciare al ruolo? «C’è sempre una grande responsabilità, questi sono personaggi affascinanti e allo stesso tempo da un punto di vista tecnico rappresentano una sfida importante: come mostrare il conflitto interno di una persona che esteriormente si trattiene».

Tra le accuse rivolte a The Crown c’è quella di andare in onda a ridosso della scomparsa della sovrana, ma il cast è unanime.

«E’ uno sceneggiato che è sempre stato di conforto per la gente, che è diventato un punto fermo», precisa Dominic West, che ricopre il ruolo di Carlo. «Sarebbe stato insensato posticiparlo». «La famiglia reale ci ha insegnato che appena muore un sovrano se ne fa un altro, si va avanti», ha aggiunto Olivia Williams, Camilla. E se, in questa quinta stagione «per la famiglia reale ci sono tempi duri», come spiega Jonathan Price, che rileva la parte del principe Filippo, non mancano gli aspetti positivi: «Per me la cosa strabiliante è l’amore tra Carlo e Camilla, la loro sintonia», spiega Williams. «C’è grande complicità. Il modo in cui si guardano , sorridono e ridono sembra la conferma di un amore profondo e duraturo».

E che tempra, Camilla. «Le è stata a lungo assegnata la parte della terza incomoda, dell’altra. Su di lei è stato detto di tutto, eppure non ha mai voluto ribattere: ha sopportato ed è andata avanti». Detto ciò, la quinta stagione fa un ritratto spesso devastante dei Windsor, una famiglia dove, precisa Carlo in uno degli episodi iniziali, nessuno ha un matrimonio felice, le forze politiche non capiscono gli sprechi o le tradizioni del casato e trovano difficile interpretare le lotte interne e il composto distacco mantenuto in situazioni di grande emergenza. Ricorre quello che Elisabetta definì all’epoca l’annus horribilis, con, nel 1992, le separazioni dei figli e l’incendio del castello di Windsor. E’ lo spinosissimo terreno su cui è costretta a muoversi anche Diana, interpretata da Elizabeth Debicki (sorprendente la somiglianza nei modi e nell’apparenza con la principessa del Galles): una donna sempre più sola e incompresa all’interno ‘della ditta’, ‘the firm’, pronta a raccontare al giornalista-biografo Andrew Morton – tra l’altro ingaggiato nella realtà come consulente per lo sceneggiato – tutte le sue pene. Tra i colpi di scena, viene forse naturale considerare che gli aspetti più inverosimili sono momenti realmente accaduti. L’invenzione – i dialoghi e alcune sfumature – a confronto sembra poco eclatante.

7 novembre 2022 (modifica il 7 novembre 2022 | 17:53)

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, 2022-11-07 18:38:00, La serie tv torna il 9 novembre su Netfilx tra attese e accuse: La parola agli attori: «Questo non è un documentario» , Paola De Carolis

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