di Livia Grossi
Nove giorni dedicati alla musica nel nord della Sardegna: per ogni concerto un’emozione diversa
Ci sono Festival che incarnano l’anima di chi li ha fatti nascere. Paolo Fresu e il suo Time in jazz è senz’altro uno di questi. Qualità, accoglienza, semplicità, è questo ciò che si respira tra le vie di Berchidda, il paese natale di Fresu, un piccolo borgo che da 35 anni, nonostante le difficoltà, ha visto crescere sempre più il suo pubblico. L’edizione appena conclusa (8-16 agosto) lo conferma, dai concerti nel palco centrale in piazza del Popolo (3200 spettatori) ai tanti appuntamenti disseminati in 15 diversi Comuni del territorio (14100 presenze), fino ai laboratori per bambini, «Time to children», il progetto dedicato alle nuove generazioni. 9 giorni all’insegna della diversità e alla sua ricchezza, in sintonia con «rainbow», l’arcobaleno, il tema scelto per quest’anno. Un cartellone dove i nomi degli artisti sono scritti tutti nello stesso modo, dagli ospiti internazionali ai giovani talenti del territorio, perché «qui è l’amore per la musica è l’unico protagonista», afferma Fresu. Un Festival amato dal pubblico che condivide con gli artisti la gioia dello stare insieme, dalle parate itineranti con la banda di Berchidda agli aperitivi in concerto nei bar, al dopo cena sul palco-dance con i giovani musicisti della zona. E poi presentazioni di libri, cinema e mostre.
Archie Shepp: emozioni uniche
Sul fronte musicale qui per fortuna non si possono fare paragoni né classifiche, ogni concerto è diverso e per questo prezioso, ma se si parla di emozioni, senza dubbio il cuore ha battuto più forte quando sul palco in piazza del Popolo è salito Archie Shepp, un’autentica icona del jazz che ha commosso tutti dall’alto dei suoi 85 anni. Ad accompagnarlo la sua band tra cui la straordinaria vocalist Marion Rampal. Standing ovation meritatissima. Ottimo feeling anche con il trombettista israeliano Avishai Cohen, e con il protagonista della nuova scena norvegese Mathias Eick, ma anche con il folle OoopopoiooO, il giocoso concerto di Vincenzo Vasi e Valeria Sturba, un’esperienza di suoni e visioni dove il suggestivo theremin si diverte a incrociare violino, minisynth, voci e maialini di gomma. Ma come dicevamo il Festival non è un cartellone di concerti, qui è l’incontro a fare la differenza, il rito di Ferragosto è un esempio.
Musica e non solo
Tra le chiesette di campagna di S. Michele e S. Caterina, il grande pranzo con i piatti tipici della cucina gallurese è il risultato della collaborazione tra gli abitanti di Berchidda, in prima fila per seguire poi la tradizionale gara poetica in limba con Bruno Agus, Dionigi Bitti e il Tenore di Ulà Tirso, un appuntamento molto partecipato in difesa della lingua sarda (molte le persone disposte a tradurre a chi non mastica il verbo). E infine se si parla di differenza e cultura dell’incontro, a Berchidda le regine indiscusse sono le donne. Per aprire il Festival Fresu ha voluto Tosca, una voce potente dall’ energia contagiosa che ha fatto ballare il pubblico accorso in massa all’Agnata, la dimora di André (presente anche Dori Ghezzi e il figlio Cristiano), a far saltare tutti dalla sedia a Ferragosto invece ci ha pensato Oumou Sangaré, cantante ed attivista maliana, con lei infuocate danze no stop. E infine il 16 agosto alla Peschiera di San Teodoro dove amano riunirsi i fenicotteri rosa, un concerto raffinato: al pianoforte Rita Marcotulli, alla tromba Paolo Fresu. L’ultimo appuntamento di un Festival prezioso di cui sentiamo già la mancanza, tutto da ascoltare e da sostenere con ogni mezzo.
19 agosto 2022 (modifica il 19 agosto 2022 | 22:15)
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, 2022-08-19 20:19:00, Nove giorni dedicati alla musica nel nord della Sardegna: per ogni concerto un’emozione diversa, Livia Grossi