Tinagli: «Solo singoli casi, la linea del Pd su Israele è netta. Calenda? Sbaglia»

Tinagli: «Solo singoli casi, la linea del Pd su Israele è netta. Calenda? Sbaglia»

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di Marco GalluzzoLa vicesegretaria del Partito democratico: «Ritengo un errore strategico enorme aver rotto l’alleanza. Carlo crede di poter togliere voti alla Meloni, ma rischia di regalarle molti seggi» Irene Tinagli, vicesegretaria del Pd, siamo a un mese dalle elezioni. Tutti i sondaggi vi danno dietro il centrodestra, come contate di recuperare? «Il 40% degli italiani non ha deciso se e per chi andare a votare. Una fetta enorme di elettorato che può ribaltare ogni sondaggio. Noi siamo stati i primi a chiudere programma, liste e i primi ad essere operativi nei territori. Stiamo lavorando con serietà e impegno, e sono certa che questo porterà buoni risultati». Lei politicamente è nata con il Pd, allo stesso tempo è stata molto vicina a Calenda. La addolora la rottura? «Dopo aver lavorato per la costruzione di quell’alleanza, apprendere che faceva saltare tutto è stato un dispiacere. Ma non è tanto una questione personale quanto politica, con la stessa schiettezza con cui due anni fa gli dissi che faceva un errore a lasciare il Pd, ritengo un errore strategico enorme aver rotto l’alleanza . Lui crede di poter togliere voti alla Meloni, ma rischia di regalarle molti seggi». Ritiene possibile, dopo il voto, un accordo tra Pd e Movimento 5 Stelle? «Il perimetro della nostra coalizione è quello che si presenta alle elezioni. Se nessuna delle due principali coalizioni avrà i numeri per governare, sarà il presidente Mattarella ad aprire il dialogo tra le varie forze politiche per esplorare altre eventuali soluzioni». Senza Calenda e con Fratoianni, non c’è troppa sinistra nella vostra coalizione? «Una cosa è l’assetto elettorale, un’altra è la caratura politica del Pd che resta il punto di riferimento dei liberaldemocratici in Italia». Uno spiacevolissimo caso ai vertici del Comune di Roma, un brutto scivolone di un vostro esponente sui diritti di Israele. Che succede? «Sono singoli casi affrontati subito con fermezza, non inficiano né la correttezza delle nostre amministrazioni né la nostra linea, sempre netta, su Israele». Lei è presidente della commissione Economia del Parlamento Ue. Sul Pnrr il commissario Gentiloni ha dichiarato che si possono fare solo lievi modifiche. È d’accordo? «Certo, adesso dobbiamo accelerare sulla realizzazione di investimenti e riforme. Chiunque abbia partecipato in questi due anni alla stesura e realizzazione dei piani nazionali sa benissimo cosa comporterebbe modificare radicalmente il Recovery, ovvero un rallentamento degli investimenti e delle erogazioni, e quindi della ripresa economica». È preoccupata da Meloni che vuole ricontrattare il Pnrr? «Prima dovremmo capire esattamente che cosa ha in mente di rinegoziare. Mi pare che non lo sappia neanche lei. Non ce n’è traccia nel loro programma. Di fatto c’è un partito che si propone a gestire il più potente strumento di ripresa economica della storia europea senza avere un’idea di come funziona né di cosa farne. Questo sì, mi preoccupa, se deraglia il piano italiano deraglia la crescita Ue». Cosa direbbe a un 18enne per convincerlo a votare Pd? «È l’unico partito che ha i giovani al centro del suo programma. Non con una sola misura, ma con un pacchetto che va dal momento della scuola, con accesso a libri e trasporti gratuiti per chi ha più necessità, al momento dell’autonomia, con un sostegno all’affitto, ad un ingresso dignitoso nel mondo del lavoro, con incentivi strutturali per le assunzioni, una stretta sugli abusi degli stage». Il Pd non rischia di occuparsi soprattutto dei diritti e poco dei doveri dei cittadini? «Siamo l’unico grande partito che, da sempre, si batte per la lotta all’evasione e ha introdotto misure di contrasto che hanno portato un buon recupero. I partiti di centrodestra hanno i condoni fiscali. Se c’è un partito che si occupa dei doveri siamo noi». Ci dica due punti del programma che sono di maggiore impatto sulla competitività del Paese. «Mi limito a uno: l’estensione degli incentivi fiscali di Transizione 4.0 agli investimenti verdi per accompagnare le imprese nel percorso di trasformazione verso un’economia più sostenibile. In tutte le economie avanzate molte aziende e filiere sono più avanti di noi in questo, e dire alle imprese, come fa la destra, “fermiamo la transizione ecologica” è illusorio, così resteranno indietro mentre il mondo va avanti». 21 agosto 2022 (modifica il 21 agosto 2022 | 22:02) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-21 20:02:00, La vicesegretaria del Partito democratico: «Ritengo un errore strategico enorme aver rotto l’alleanza. Carlo crede di poter togliere voti alla Meloni, ma rischia di regalarle molti seggi», Marco Galluzzo

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