Titolo di sostegno in Romania: il tirocinio in scuole speciali vale come in Italia?

Titolo di sostegno in Romania: il tirocinio in scuole speciali vale come in Italia?

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Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che sembra avere spalancato le porte al pieno riconoscimento dei titoli di abilitazione e di sostegno conseguiti all’estero, soprattutto in Romania e Bulgaria, la patata bollente è ora in mano al ministero dell’Istruzione del Merito cui spetta la responsabilità di accertare la validità di quei titoli. In attesa delle pronunce ministeriali, ci sembra opportuno, come abbiamo già fatto circa l’effettiva conoscenza della lingua rumena, risultante dalla documentazione di integrazione del titolo, soffermarci anche sull’eventuale tirocinio frequentato dai docenti italiani in Romania. 

Ammesso e non concesso che per conseguire la specializzazione per il sostegno in Romania i docenti italiani abbiano effettivamente frequentato il tirocinio in scuole rumene (il Ministero potrebbe facilmente accertare se la presenza al tirocinio in Romania coincide con contestuali supplenze in Italia), c’è da chiedersi se è indifferente che quell’eventuale tirocinio sia stato svolto in scuole speciali.

Per il TAR e per il Consiglio di Stato la questione, come sembra dedursi dalle varie pronunce emesse, sembrerebbe essere indifferente o non sostanzialmente significativa. È, forse, la stessa cosa svolgere attività di sostegno per alunni con disabilità in una scuola speciale (come succedeva in Italia più di mezzo secolo fa) o in una classe normale in cui i disabili sono inseriti secondo un progetto di inclusione?

Ovviamente no, non solo perché gli interventi sono assolutamente non comparabili, ma anche perché sarebbe come negare la validità storica del nostro sistema di inclusione che viene riconosciuto e sempre più imitato anche da altri Paesi.

Per i magistrati conta innanzitutto il rispetto formale della norma, mentre per il ministero, chiamato ad accertare la validità del titolo, dovrebbe valere soprattutto la qualità della prestazione che ne conseguirà nel caso della sua validazione.

La centralità dell’alunno, ancor più se disabile, merita priorità di intervento e tutela, a cominciare dalla accertata e qualificata competenza professionale del docente di sostegno che gli sta accanto, anche perché, come ha dichiarato nella Giornata internazionale delle persone con disabilità il ministro Valditara: “Il grado di civiltà di un Paese, di una società, si misura certamente anche dal modo in cui vengono realmente incluse le persone con disabilità”,

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