di Massimo Massenzio
L’allarme delle organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria
Secondo le organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria «il carcere di Torino è come il Far West». Le aggressioni agli agenti sono all’ordine del giorno e 4 poliziotti sono stati feriti nelle ultime 48 ore. L’ultimo episodio di violenza è avvenuto questa mattina, 25 ottobre, quando un detenuto di origine somala ha picchiato l’assistente capo che era di servizio da solo rubandogli le chiavi della cella. A quel punto è riuscito a raggiungere il primo piano del padiglione D dove ha colpito altri due agenti. I tre operatori sono stati ricoverati all’ospedale Martini con lesioni e contusioni che hanno richiesto diversi punti di sutura. Domenica era stato il «Rambo svizzero», arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri di Verbania dopo uno spettacolare inseguimento, a seminare il panico al Lorusso e Cutugno. Il 31enne, sospettato di essere un estremista di destra e fermato vicino a Stresa mentre puntava un fucile da guerra contro i passanti, ha colpito un agente con pugno procurandogli lesioni guaribili in 4 giorni.
Si tratta dell’aggressione numero 34 dall’inizio dell’anno, con un bilancio di 60 operatori di polizia penitenziaria feriti. Una situazione che a Torino non si era mai verificata e che, inevitabilmente, viene messa in relazione con quello che i sindacati definiscono un «eccessivo buonismo», che qualcuno colloca temporalmente subito dopo le inchieste sulle presunte torture che sarebbero avvenute nella casa circondariale torinese fra il 2017 e il 2019. «Quello che sta accadendo è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto disprezzo delle condizioni di lavoro del personale spesso lasciato solo nelle sezioni detentive anche con 100 o 150 detenuti alla volta, alcuni dei quali di estrema pericolosità», sostengono Osapp, Uil Papp, Sinappe, Fns Cisl, Fsa e Cnpp.
La situazione del Lorusso e Cutugno viene descritta come drammatica e per questo attaccano i vertici amministrativi: «Un eccessivo “buonismo” nella gestione di penitenziari problematici come quello di Torino può mettere a serio repentaglio l’ordine, la sicurezza e l’incolumità degli agenti a fronte di un sovraffollamento di oltre il 30% della popolazione carceraria. Stupisce l’inerzia dell’amministrazione: le rassicurazioni ricevute non si sono ancora tradotte in provvedimenti concreti a tutela del personale. Che è quindi paralizzato e allo sbando. Chiediamo l’intervento urgente del ministro Nordio prima che accada l’irreparabile».
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25 ottobre 2022 (modifica il 25 ottobre 2022 | 18:58)
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, 2022-10-25 18:57:00, L’allarme delle organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria , Massimo Massenzio