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Torino, inchiesta sulle chat di Telegram con propaganda nazi-fascista: 9 indagati

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di Massimo Massenzio

Perquisizioni di Digos e polizia postale. Coinvolti un torinese (una guardia giurata di Montalto Dora) e due alessandrini (una parrucchiera e un muratore)

Perquisizioni e 8 denunce questa mattina — 17 marzo — nell’ambito di un’indagine della Digos e della polizia postale di Torino su gruppi di discussione online e chat di Telegram accusate di
propaganda nazi-fascista. Gli investigatori hanno monitorato per mesi il canale Telegram «Brudershaft thule» («Fratellanza di Thule») e il connesso gruppo di discussione «Meine Ehre Heiβt Treue» («Il mio onore si chiama lealtà»), dove si svolgevano discussioni di stampo razzista e antisemita.

I responsabili sono stati tutti denunciati per i reati di riorganizzazione del disciolto partito fascista, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa. Le perquisizioni sono state eseguite a Torino, Brescia, Brindisi, Rieti, Alessandria, Lodi ed anche nella città di Aalen, in Germania, dove risiede l’amministratore dei citati gruppi Telegram.

Fra i 9 indagati, tutti incensurati, ci sono tre piemontesi: una guardia giurata di Montalto Dora, in provincia di Torino, 53 anni, una parrucchiera 22enne e un muratore cinquantenne, entrambi di Alessandria. L’amministratore dei gruppi è un cittadino italiano di 42 anni originario di Scilla, in Calabria, ma residente da tempo in Germania, mentre i più attivi della chat erano uno studente 19enne di Lodi, un operaio e un disoccupato no vax di Treviso già denunciato per i disordini durante le manifestazioni a Trieste e Genova. Durante le perquisizioni (che sono state 8, perché una deve ancora essere eseguita) sono stati sequestrati tirapugni, manganelli, baionette, manette e molti libri, bandiere con simboli nazisti e facce di Mussolini e Hitler. Oltre a manifesti e giornali d’epoca inneggianti a nazismo e fascismo. In Germania è stata trovata una carabina ad aria compressa illegalmente detenuta, mentre anche le armi regolari, come quelle in possesso della guardia giurata torinese, sono state tutte sequestrate.

A far scattare le indagini della Digos sono state le frasi che comparivano nel gruppo, composto da migliaia di utenti, ma soprattutto nella chat più ristretta, frequentata da un centinaio di militanti, alcuni dei quali vicini a movimenti di estrema destra. «Organizzatevi e lasciate a terra il più possibile. «Uccidete le persone e bruciate lo stato» era l’invito rivolto ai partecipanti, seguito da slogan antisemiti: «Onore ai camerati caduti per liberare il mondo dai giudei», «Sono disponibile a far crollare la merda giudaica che abbiamo nelle banche…per gli ebrei siamo un problema, Hitler ci aveva messo in guardia». Nel mirino finivano spesso gli extracomunitari «I negri già puzzano da vivi… non si vaccinano perché devono sostituire i bianchi come razza». Ma non mancavano neppure accuse e minacce al governo per le politiche sanitarie attuate durante la pandemia: «Quelli che sono stati uccisi sono stati intubati, potevano salvarsi a casa» e ancora «Il Covid è una finzione… Conte Speranza e Draghi stanno applicando protocolli assassini». L’indagine, coordinata dal pm Lisa Pazzè ha accertato che la guardia giurata era vicina alla comunità politica di Avanguardia, mentre uno degli indagati residente a Brescia appartiene alla destra radicale.

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17 marzo 2022 (modifica il 17 marzo 2022 | 13:20)

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, 2022-03-17 12:20:00, Perquisizioni di Digos e polizia postale. Coinvolti un torinese (una guardia giurata di Montalto Dora) e due alessandrini (una parrucchiera e un muratore), Massimo Massenzio

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