«Torno in tv per una miniserieMa il caso vero resta irrisolto»

«Torno in tv per una miniserieMa il caso vero resta irrisolto»

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di Francesca Scorcucchi

L’attore interpreta lo scrittore Michael Peterson accusato di aver ucciso la moglie e condannato all’ergastolo. Poi la scoperta di un vizio nelle indagini lo libera

los angeles Il 9 dicembre 2001 Kathleen Peterson viene trovata priva di coscienza in fondo alle scale della sua abitazione. La telefonata al centralino delle emergenze di Durham, North Carolina è concitata: «Fate presto, non respira». A parlare è il marito, Michael, scrittore di discreta fama. All’arrivo dei soccorsi la donna è morta. L’autopsia parlerà di ferite multiple alla testa poco compatibili con una semplice caduta dalle scale. Pochi giorni dopo Michael Peterson sarà accusato di omicidio di primo grado e poi condannato all’ergastolo. Otto anni più tardi arriverà una clamorosa svolta, all’uomo verrà concessa la possibilità di un nuovo processo che però non verrà celebrato. Peterson usufruirà di un particolare strumento giuridico che gli consentirà la riduzione della pena agli anni già scontati, e sarà scarcerato. Il caso è diventato prima un documentario e ora una serie tv, The Staircase – Una morte sospetta, dall’8 giugno su Sky e in streaming su Now. Colin Firth e Toni Collette, nei panni dei coniugi Peterson sono diretti Antonio Campos. Firth non conosceva la storia prima di essere coinvolto nel progetto: «Non ne avevo mai sentito parlare, non sono un fanatico dei casi “true crime”. Però, letto il copione dei primi due episodi, mi sono buttato sul documentario».

Si è fatto un’idea di cosa possa essere successo?

«No. Guardando il documentario la mia curiosità era quella di scoprire come aveva reagito chi lo aveva visto, ed erano davvero tanti, tutti con un’opinione diversa».

E la serie fa chiarezza?

«Assolutamente no, e credo che sia questo il suo fascino. Espone i fatti ma al contrario di analoghe serie di genere, non cerca una soluzione, non risolve l’enigma. Mantiene vive tutte le domande e le possibili ipotesi».

Chi è Michael Peterson?

«È praticamente impossibile dare una risposta. Puoi provare a raccontarlo, a speculare. È una persona affascinante per alcuni e non per altri. Un veterano della guerra del Vietnam, autore, giornalista e scrittore, una figura politica locale e un uomo condannato per la morte della moglie. È impossibile farne una descrizione inamovibile».

Non lo ha voluto incontrare.

«Non c’è stata una decisione netta in tal senso, mi sono convinto, quasi inconsciamente, che per l’approccio che avrei voluto dare al mio lavoro sarebbe stato più utile non farlo. È interessante e complesso interpretare un personaggio reale, soprattutto se è ancora fra noi. Incontrarlo può aiutare ma può anche ostacolarti, ricordarti che non sei lui. In questi casi bisogna sospendere il giudizio e lavorare su una via di mezzo fra lui, te che lo interpreti e il personaggio che è sul copione».

Questa è la prima serie che interpreta dai tempi di Charles Gould in «Nostromo», circa 30 anni fa.

«Sì e ormai sono così abituato a lavorare ai film, per storie di 90 minuti, massimo due ore che, non lo nascondo, ho avuto qualche problema. Non è facile costruire un arco narrativo senza conoscere tutto il copione, senza aver letto tutti gli episodi, ma forse anche questo è servito al racconto dell’ambiguità di questa storia».

C’era dibattito, sul set, sull’innocenza o colpevolezza di Peterson?

«Era il nostro tabù. Il nostro lavoro non voleva rispondere a quella domanda e quindi chiedercelo, a nostra volta, non sarebbe stato utile».

E lei?

«Ho passato mesi sul set per cercare di mantenere viva questa domanda e se adesso avessi una risposta avrei fallito».

3 giugno 2022 (modifica il 3 giugno 2022 | 20:09)

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, 2022-06-03 20:01:00, Colin Firth interpreta lo scrittore Peterson accusato di aver ucciso la moglie, Francesca Scorcucchi

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