napoli Mezzogiorno, 20 settembre 2022 – 07:56 Il presidente della Regione: Meloni come la «sora Cecioni». Boccia stoppato dalla musica quando in sala entrano il governatore e il segretario dem di Simona Brandolini Ad ogni campagna elettorale che si rispetti c’è l’abbraccio, la tregua, la pace. Che poi si rompa dopo una settimana poco importa. Alla Stazione Marittima va in onda «scordiamoci il passato», protagonisti Vincenzo De Luca e Enrico Letta. Comparse: i dem. Intruppati, cammellati. Contiamo otto pullman per lo più da Salerno, un paio dalla provincia napoletana. La città manca quasi del tutto. E non solo perché non c’è il sindaco Gaetano Manfredi. E la responsabilità del mancato invito viene rimpallata tra Palazzo Santa Lucia e il partito regionale. Insomma non si capisce chi abbia organizzato la manifestazione. Si capisce invece che il Nazareno ha fatto una scelta ed è il governatore. Che, ovviamente, supera la prova muscolare riempiendo la sala. Gli incontri con Franceschini e BocciaPrima che il segretario dem arrivi (e fa tardissimo) i collettivi ex Opg e i disoccupati tentano una contestazione. Ma restano al di là dei cancelli. Le auto blu sfilano e entrano senza che nessuno se ne accorga. In una saletta De Luca incontra Dario Franceschini, capolista al Senato, e il commissario dem Francesco Boccia. È lui il vero sponsor dell’asse Pd-presidenti di Regione al Sud (cioè De Luca e Emiliano). È lui il primo a parlare, ma la platea quasi non lo riconosce. Tant’è che in sala continua il brusio. Dopo Taranto il Pd presenta il manifesto per il Sud, che ha una proposta cardine, 300 mila assunzioni nella pubblica amministrazione. Il piano De Luca al quadrato. Quando arriva Letta, anzi no De Luca, Boccia viene malamente stoppato dalla musica che parte a palla, sovrastato dagli applausi. Non può fare altro che appellarsi a San Gennaro anche lui. «Il mio rapporto con De Luca? Io in questo momento vedo nel nostro partito un’unità di intenti straordinaria. Unità di intenti innanzitutto con i principali protagonisti istituzionali della vita del nostro partito che sono i cinque governatori, presidenti di Regione, che rappresentano per me un punto di riferimento molto importante anche per il tipo di campagna che stiamo facendo». Letta fa solo da apripistaEnrico Letta non fa che confermare la scelta: «Tutti loro quando hanno cominciato la campagna elettorale erano partiti sfavoriti dai sondaggi, totalmente sfavoriti e poi hanno vinto. È un messaggio che voglio dare con grande forza anche qui, stasera, a Napoli, noi abbiamo le idee giuste, abbiamo i contenuti giusti, vedo che le cose stanno cambiando in questa campagna elettorale e vedo che finalmente si sta andando sui contenuti e sulle cose concrete». Ma la platea vuole De Luca che ricorda Graziella Pagano e il suo coraggio. «Superiamo la timidezza e decidiamo di combattere in questa ultima settimana. Mobilitatevi. Almeno questa sgangherata campagna elettorale ha chiarito alcune cose». E passa in rassegna tutti gli avversari: «Salvini ha detto che uno dei punti fondamentali è l’autonomia delle regioni. Zaia dice padroni a casa nostra. La nostra casa è l’Italia non la Campania. Non si rispetta la Costituzione rompendo l’unità del sistema scolastico nazionale». Berlusconi: «Di forza Italia…vabbè ricordiamo il matrimonio farlocco. Almeno sulle posizioni europee li apprezziamo». È su Giorgia Meloni che va giù durissimo: «E poi un pensiero profondo a Meloni, la nostra solidarietà se c’è qualcuno che interrompe i suoi comizi. Ma i toni della Meloni sono genuinamente burini». Paragona la leader di Fratelli d’Italia «alla Sora Cecioni», difende la 194. Quanto a Calenda: «È l’unico in Italia a credere che dopo il 25 settembre Renzi starà un passo indietro». E infine Conte: «Il Pd è stato troppo generoso, ma Conte e i 5Stelle per due punti in più stanno consegnando il Paese alle destre». «Siamo l’unico grande partito che tiene insieme governo e territori. Sulle spalle di noi italiani c’è il destino dell’Europa. Noi non consentiremo un nuovo scippo ai danni del Mezzogiorno». Oggi il segretario dem sarà a Pompei e poi a Portici e a Caserta e a Salerno. Non sarà all’Unione industriali di Napoli. «In Campania tutti i collegi sono contendibili», chiude. La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 20 settembre 2022 | 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-20 09:10:00, Il presidente della Regione: Meloni come la «sora Cecioni». Boccia stoppato dalla musica quando in sala entrano il governatore e il segretario dem,