Da un governo fortemente ideologico che ha sentito il bisogno di aggiungere “Merito” nella denominazione del ministero dell’Istruzione e che con termini inglese vuole sottolineare l’importanza della cultura italiana (ci riferiamo al Liceo del “Made in Italy”) ci aspettavamo forse delle tracce prima prova maturità 2023 un po’ più di parte. Per molti maturandi la notte prima degli esami, così come i giorni precedenti, del resto, sono stati dedicati ad intercettare rumors ed indizi, un po’ come nel film omonimo, quando i protagonisti spendono cifre folli per ritrovarsi a leggere, in una busta ufficiale con il logo del Ministero, i titoli che loro stessi avevano diffuso per fare uno scherzo agli amici secchioni. E anche quest’anno, come nelle migliori tradizioni, gli autori che sono entrati papa nel conclave del toto tema (anche se poi il tema tou court è ormai stato abolito da tempo) e ne sono usciti cardinali.
Tracce prima prova maturità 2023: tracce ed aggiornamenti in diretta
Niente D’Annunzio col suo “Piacere” o le emozionanti poesie di Ezra Paound. Neanche una menzione alle biografie di Almirante: che delusione! L’analisi del testo è stata invece affidata ai lavori di due intellettuali non inquadrabili nelle fila della destra reazionaria, come Quasimodo (che addirittura fu iscritto al PCI) e Moravia. Stesse riflessioni per il testo di Federico Chabod che fu partigiano.
Quindi tutto bene quel che finisce bene? Non proprio. Dall’analisi dei testi e degli autori proposti ci sembra che si sia scelta una versione soft del pensiero che contraddistingue questo governo. Intanto le donne sono state praticamente escluse, eccezion fatta per Orianna Fallaci, che nell’introduzione del suo “intervista con la Storia” sostiene una teoria non proprio in linea con la logica della “Storia siamo noi” di Francesco De Gregori e anche ci sembra indicativo il riferimento del cosiddetto Gruppo di Firenze che chiedeva all’allora Ministro Bianchi (siamo nel 2021) un esame di Stato che non fosse una “burletta”, rimandando a una visione non proprio progressista della didattica.
Insomma, in questa calda estate, nella quale si vorrebbe mostrare un’Italia diversa, più moderna e migliore, cosa è cambiato nell’esame di Stato? Da quel che vediamo ci sembra, tanto per rimanere in tema, ci sembra che si voglia provare a cambiare tutto, per non cambiare niente.
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