Trastevere, lo storico giocattolaio di San Cosimato chiude il negozio. «Troppi costi, noi uccisi dalle vendite online»

Trastevere, lo storico giocattolaio di San Cosimato chiude il negozio. «Troppi costi, noi uccisi dalle vendite online»

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di Fabrizio Peronaci

Roberto Palma abbassa la saracinesca dopo 41 anni. Festa in piazza per salutarlo. Tra i clienti del passato anche Moana Pozzi. «Gli anni ‘80 furono fantastici. Ora il fisco è cattivo…»

The end, senza (troppa) nostalgia. Il tempo dei balocchi è finito. Lo storico giocattolaio di Trastevere, dopo 41 anni, se ne va. «Avrei lavorato ancora un po’, ma co’ tutte ‘ste complicazioni fiscali, digitali, contributive, divento matto. Com’è il proverbio? Il gioco nun vale la candela…» E se lo dice lui, che di giocattoli ne ha venduti per una vita…

Da oggi piazza San Cosimato è un po’ più spenta.I trasteverini guarderanno con rimpianto la saracinesca abbassata. Roberto Palma detto «Robertì», 75 anni ben portati, titolare della bottega sul lato di via Roma libera, tra la gelateria e le vetrine brunite di «Franchino il becchino», quello che nel 1990 organizzò un funerale deluxe al boss Renatino De Pedis, ha detto basta. «Viene un momento che lo capisci: se lavora’ diventa ‘n’ansia nun va bene…» Ultimo giorno di apertura: 9 settembre 2022. Un altro addio, dopo quello di pochi mesi fa di Bruno «il Campione», il tappezziere a fianco, amico dei boss in gioventù, quand’erano «puliti».

Il locale sarà presto affittato, a un alimentari di bengalesi, a una boutique made in China, chissà. La città che cambia. La Roma che fu sempre più in dissolvenza… Ma lui, «er giocattolaro», tutto sommato l’ha presa bene, anche se per qualche istante si commuove: «Nostalgia? Ma no, a che serve? La natura comanda, bisogna prenderne atto. Da domani nuova vita con mia moglie e i nipotini, tra il Trullo, dove abito, e la casa a Santa Marinella. Certo, un po’ di magone non lo nascondo: in questo pertugio entrai poco più che ragazzo, ed eccoci qua…»

Dal 1980, quando «Robertì» aprì («avevano appena ammazzato Franco Giuseppucci, er Negro, qui di fronte…»), intere generazioni di bambini (e mamme) sono passate nel suo bugigattolo in cerca di palloni, Barbie, trenini, piste Policar, tartarughe Ninja, Lol Surprise e Power Ranger. I ricordi più belli? «Quelli degli anni ‘80 e ‘90, quando c’era ancora la lira, e tanto entusiasmo. Qui passava gente dello spettacolo, i vip avevano piacere a incontrare gente del popolo. Tutte le mattina salutavo il futuro presidente Scalfaro che si faceva la passeggiata…» Tra i clienti tanti attori, Lello Arena, Cristina Capotondi, Martina Stella, ma quello che non dimentica è l’incontro con Moana Pozzi. «Era ‘na mattina sotto Natale, ‘na trentina d’anni fa. Quant’era bella! Mi può aiutare? Confesso che me se mozzò il respiro…»

Il giocattolaio di Trastevere, a modo suo, è un saggio. Dalla dimensione lieta e giocosa in cui è vissuto («Cosa c’è di più bello degli occhi di un bambino che scarta i regali?») non si è perso un fatto di attualità, dal terrorismo alla politica, dai fattacci di nera allo sport. Il tutto letto e interpretato con la lente dei trasteverini. Motti del tipo: «Il Dandi e compagnia cantante hanno sbajato, certo. Entrati ner traffico di droga, se so’ montati la testa. Ma prima, in un certo senso, nun erano male. Garantivano ordine, protezione. Se ti conoscevano, te rispettaveno…» Oppure: «Quando la società tecnologica ha prevalso, con i computer iper-intelligenti e ‘sti dannati telefonini, per noi piccoli commercianti di una volta è stata la fine…»

Mentre riempie l’ultimo scatolone, nel negozietto vuoto, diventato improvvisamente grande dopo aver smontato gli scaffali stracolmi di giocattoli che ti ruzzolavano in testa, il pensiero di «Robertì» va sempre alla crisi, al fisco, alle scadenze. L’incubo di milioni di esercenti. «Già da tempo le vendite online ci avevano ridotto alla canna del gas! – s’infiamma il giocattolaio – Io avrei anche continuato, per il solo piacere di far contenti i clienti e starmene qui a chiacchierare con gli amici, però, alla fine, a uno con bassi introiti come me, che ogni mese doveva caccia’ mille euro tra affitto, commercialista, Inps e tutto il resto, chi glielo fa fa’? Stop, mi sono detto. Teneteveli, i vostri registratori digitali, le fatture elettroniche, i Pos! Me ne vado a Santa Marinella…» E si fa una risata. Qualche settimana fa amici e clienti hanno organizzato per lui una festa a sorpresa, con tanto di striscione con su scritto: «Tanti auguri ar giocattolaio storico de’ Trastevere». Buona vita, «Robertì». I bambini (di oggi e di ieri) ti salutano. (fperonaci@rs.it)

9 settembre 2022 (modifica il 9 settembre 2022 | 22:35)

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, 2022-09-09 20:35:00, Roberto Palma abbassa la saracinesca dopo 41 anni. Festa in piazza per salutarlo. Tra i clienti del passato anche Moana Pozzi. «Gli anni ‘80 furono fantastici. Ora il fisco è cattivo…» , Fabrizio Peronaci

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