«Triangle of Sadness» del regista svedese Ruben Ostlund ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2022

«Triangle of Sadness» del regista svedese Ruben Ostlund ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes 2022

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di Valerio Cappelli

Il film su una coppia di influencer animati dalla sola voglia di fotografarsi che si ritrovano su una nave da crociera per super ricchi viziati e capricciosi

«Il tuo film ci ha messo sotto shock», dice il presidente di giuria Vincent Lindon allo svedese Ruben Ostlund che vince la Palma d’oro con Triangle of Sadness , affresco grottesco sul capitalismo feroce in cui, dopo il naufragio di una nave da crociera, si ribalta tutto, anche le classi sociali: «Ho fatto un film che vuole piacere e dividere il pubblico». Seconda Palma d’oro a cinque anni da The Square, e così si unisce ai vecchi maestri habitué del Festival di Cannes, come i fratelli Dardenne (che per Tori et Lokita hanno avuto il Premio Speciale). Ma ha vinto (un pochino) anche l’Italia: se Martone torna a mani vuote, il film dei registi belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, marito e moglie, Le otto montagne dal libro di Paolo Cognetti, con Borghi e Marinelli, è una produzione tricolore (Wildside e Vision), e vince ex aequo il Premio della Giuria: è la storia di un’amicizia in uno sperduto villaggio della Val d’Aosta, un film sul destino, vale anche per i registi che nel primo lockdown sono stati in crisi, «abbiamo deciso di sederci a un tavolo e scrivere. Come se adattare questa storia così pura avesse il potenziale di farci riavvicinare. E’ stato così». Sul palco, Charlotte bacia il marito, gli dice «Ti amo» e conclude, «questo film è stato necessario per noi».

La dedica all’asino

L’altro premio della giuria (assegnato dalle sorelle Rohrwacher che dicono una parola a testa più unite di due gemelle) va a Eo di Jerzy Skolimowski, l’ingratitudine umana vista da un asino, e il primo ringraziamento del regista polacco, prima di imitare il raglio, va al suo somaro e ad altri esemplari trovati in Italia, Rocco e Mela. Altro ex aequo per il Gran premio della giuria: Stars at Noon di Claire Denis, accolto da buuh in sala stampa, e il sorprendente «Close» del belga Lukas Dhont, rivelazione del festival, 31 anni, ha attinto alla sua vita nel cogliere quel breve momento quando si lascia l’infanzia e si entra nell’adolescenza. «E’ un film sulla tenerezza e la fragilità che si trasforma in superpotere». Migliore attrice Zar Amir Ebrahimi per Holy Spider , giornalista all’inseguimento di un killer di prostitute: l’interprete è stata vittima di revenge porn e dice che questo film «mi ha salvato la vita». Migliore attore lo straordinario Song Kang Ho (Parasite) per Broker di Hirokazu Koreeda, sui neonati abbandonati in Corea, il suo paese che con Park Chan-wook prende il premio come migliore regista per Decision to leave, dove un detective si invaghisce di una vedova sospettata d’avere ucciso il marito. «Les Amandiers» di Valeria Bruni Tedeschi era tra i favoriti ma Lindon non si è voluto infilare nel conflitto d’interesse: sua figlia ha una piccola partecipazione nel film. E’ mancato il sesso, che non fa più scandalo. Curiosità: Jasmine Trinca, nella giuria presieduta da Vincent Lindon, per poco non è caduta, inciampando sul palco, ha fatto il segno del pollice su e la sala l’ha applaudita.

28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 23:38)

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, 2022-05-28 21:39:00, Il film su una coppia di influencer animati dalla sola voglia di fotografarsi che si ritrovano su una nave da crociera per super ricchi viziati e capricciosi, Valerio Cappelli

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