Tripoli, nuovi scontri armati nelle piazze  tra due milizie: morti 23 civili, 140 i feriti

Tripoli, nuovi scontri armati nelle piazze  tra due milizie: morti 23 civili, 140 i feriti

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di Redazione esteri

L’escalation di violenza tra le milizie appoggiate da due amministrazioni rivali del Paese rischia di mandare in frantumi la relativa calma dell’area. Preoccupazione di Onu e Usa

È di 23 civili morti e 140 feriti il bilancio di nuovi scontri scoppiati sabato a Tripoli fra milizie appoggiate dalle due amministrazioni rivali della Libia. L’escalation minaccia di mandare in frantumi la relativa calma di cui la Libia ha goduto per la maggior parte degli ultimi due anni, dopo il caos nel quale era precipitata a seguito del rovesciamento e dell’uccisione di Muammar Gheddafi nel 2011. A fornire il bilancio è stato il ministero libico della Sanità, aggiungendo che 64 famiglie sono state evacuate da zone vicine ai combattimenti. Fra le vittime, secondo il portavoce dei servizi di emergenza Malek Merset, c’è Mustafa Baraka, comico noto per i suoi video sui social network, che è morto a seguito di uno sparo al petto. E il ministero denuncia atti «equivalenti a crimini di guerra», parlando di ospedali colpiti e squadre delle ambulanze a cui è stato impedito di evacuare civili.

Solo nella notte, dopo il ritiro da Tripoli delle forze fedeli a Fatih Bashagha, è finito lo scontro a fuoco tra le truppe del Governo di Unità Nazionale, riconosciuto dall’Onu, e i miliziani sostenuti dal generale Khalifa Haftar che hanno cercato di insediare con la forza Bashagha, nominato lo scorso marzo dal Parlamento di Tobruk. Lo riferisce il Libyan Observer. I combattimenti sono molto probabilmente parte della lotta per il potere in corso tra Dbeibah e il suo rivale Fathy Bashagha, premier «parallelo» sostenuto dal Parlamento di Tobruk, che opera dalla città costiera di Sirte. Sia Dbeibah che Bashagha sono sostenuti da milizie, e Bashagha si è mobilitato nelle ultime settimane per cercare di entrare a Tripoli per cacciare il suo rivale.

L’Onu e gli Usa hanno espresso preoccupazione per gli scontri. La missione Onu in Libia, Unsmil, ha chiesto «l’immediata cessazione delle ostilità e ricorda a tutte le parti i loro obblighi di proteggere civili e obiettivi civili in base ai diritti umani internazionalmente riconosciuti e al diritto umanitario». L’ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, Richard Norland, ha esortato a una riduzione dell’escalation «prima che le cose peggiorino» e ha chiesto ai partiti libici di concordare una data anticipata per le elezioni. «Gli Stati Uniti sono molto preoccupati dai violenti scontri. Stiamo dalla parte del popolo libico chiedendo un dialogo pacifico», aveva scritto precedentemente l’ambasciata Usa su Twitter.

28 agosto 2022 (modifica il 28 agosto 2022 | 00:32)

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, 2022-08-28 05:12:00, L’escalation di violenza tra le milizie appoggiate da due amministrazioni rivali del Paese rischia di mandare in frantumi la relativa calma dell’area. Preoccupazione di Onu e Usa , Redazione esteri

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