Gli allarmanti dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito evidenziano un crescente problema nel sistema universitario italiano.
L’analisi rivela che la metà dei diplomati non raggiunge i livelli base di preparazione necessaria per l’istruzione superiore, e il 10% non possiede neanche le competenze minime. Di conseguenza, sempre più studenti abbandonano gli studi durante il primo anno universitario, con il tasso di abbandono che è aumentato al 7,3% nell’anno accademico 2021-2022, rispetto al 6,1% di due anni prima.
Mentre l’impatto della pandemia, le difficoltà economiche, e la mancanza di un adeguato sostegno agli studenti sono fattori significativi, è evidente che il problema dell’impreparazione degli studenti inizia prima dell’arrivo all’università, segnala in lungo approfondimento il quotidiano Il Messaggero.
Questa mancanza di preparazione, sottolinea il professor Daniele Checchi dell’Università Statale di Milano, è un problema sistemico che ha radici lontane.
I risultati delle prove INVALSI, test nazionali di valutazione delle competenze degli studenti, offrono ulteriori prove di questa crisi. I dati sugli studenti che avrebbero dovuto sostenere l’esame di maturità nel giugno 2022 mostrano che la metà degli studenti non raggiunge il livello base in italiano e matematica. Il 48% non raggiunge il livello 3, e questo trend negativo è inesorabile: nel 2019, il livello base per matematica era raggiunto dal 61% dei maturandi.
Inoltre, la valutazione evidenzia profondi divari territoriali, in particolare tra il Nord e il Sud Italia. Nelle regioni meridionali, come Campania, Calabria e Sicilia, oltre il 60% degli studenti non raggiunge il livello base in italiano, e circa il 70% non raggiunge il livello 3 in matematica. Queste stesse regioni presentano risultati preoccupanti anche nel campo delle lingue straniere, con il 60% degli studenti che non raggiungono il livello B2 di inglese nella prova di lettura e l’80% nella prova di ascolto.
Ancora più allarmante è il fenomeno della dispersione scolastica implicita. Si tratta di studenti che, pur avendo conseguito il diploma, non possiedono le competenze minime richieste. Secondo i test INVALSI, il 9,7% degli studenti nell’ultimo anno non raggiunge la soglia minima in italiano, matematica e inglese – un livello di competenza equivalente a quello richiesto in terza media.
Questa crisi dell’istruzione è complicata ulteriormente dalla dispersione scolastica esplicita, che vede gli studenti lasciare la scuola prima del diploma.
Così il sistema universitario italiano perde gli studenti più deboli e la percentuale di laureati non riesce a crescere.
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