di Laura Zangarini
Lo riferisce il quotidiano «Washington Post». L’urgenza dell’intervento dei federali dettata dal timore che le carte top secret potessero finire in mani sbagliate
L’Fbi a casa di Donald Trump cercava documenti legati alle armi nucleari, e quindi top secret e con implicazioni per la sicurezza nazionale. La rivelazione del «Washington Post» mostra l’urgenza dell’intervento degli agenti federali e la preoccupazione diffusa all’interno del governo americano sul tipo di documenti parcheggiati a Mar-a-Lago e sul pericolo che potessero finire in mani sbagliate. L’indiscrezione arriva mentre l’ex presidente Usa e i suoi legali non hanno ancora chiarito come intendono procedere sulla mozione presentata dal Dipartimento di Giustizia per chiedere che il mandato di perquisizione effettuato venga reso pubblico.
Trump ha tempo fino alle 21 di oggi, venerdì 12 agosto, per decidere se opporsi o meno alla diffusione del documento. Per il tycoon e i suoi legali si tratta di una scelta complessa: l’ex presidente ha in mano il mandato da lunedì quando è stato effettuato il blitz , ma non l’ha reso pubblico limitandosi a criticare duramente l’Fbi. Bloccare la richiesta del Dipartimento di Giustizia potrebbe lasciar intendere che Trump ha qualcosa da nascondere nel mandato, documento in grado di chiarire le motivazioni che hanno spinto gli agenti federali a intervenire. «Merrick Garland sta cercando di scoprire il bluff di Trump», commentano alcuni esperti osservando come il ministro della Giustizia ha rimandato con destrezza la palla nel campo di Trump.
Secondo indiscrezioni, lo staff dell’ex presidente è stato colto di sorpresa dalla mossa del ministro della Giustizia, in grado almeno per il momento di mettere Trump all’angolo. Se le indiscrezioni del «Washington Post» sui documenti legati al nucleare si rivelassero vere, la situazione di Trump si complicherebbe. Le carte infatti sarebbero in grado di mettere a rischio la sicurezza nazionale americana (Qui l’articolo: Cosa rischia Trump), ma anche di creare problemi con altri Paesi. Non è chiaro infatti se i documenti a cui gli agenti federali davano la caccia riguardavano solo l’arsenale nucleare americano o anche quello di altre nazioni.
Secondo il «New York Times» fra le carte c’erano anche informazioni sui più segreti programmi americani, i cosiddetti «special access programs». Joe Biden segue gli sviluppi da lontano. Il presidente è con la first lady in vacanza per qualche giorno sull’isola di Kiawah, South Carolina. Una pausa per ricaricarsi in vista delle elezioni di metà mandato di novembre dopo le quali, secondo indiscrezioni, dovrebbe annunciare la sua candidatura al 2024 e lanciare la campagna elettorale. Il presidente americano è convinto di voler correre nonostante i sondaggi indichino la preferenza dei democratici per un altro candidato.
La convinzione di Biden si sarebbe rafforzata con le recenti vittorie legislative, economiche e di politica estera, oltre alla determinazione di voler negare a Donald Trump un ritorno alla Casa Bianca. Un obiettivo che lo accomuna alla deputata Liz Cheney. La repubblicana perderà con molta probabilità le primarie in Wyoming per la Camera, ma la sua carriera politica è lungi dall’essere finita. Pur di evitare un ritorno di Trump nello Studio ovale, Cheney potrebbe accarezzare l’idea di una candidatura alla Casa Bianca.
12 agosto 2022 (modifica il 12 agosto 2022 | 06:21)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-12 05:36:00, Lo riferisce il quotidiano «Washington Post». L’urgenza dell’intervento dei federali dettata dal timore che le carte top secret potessero finire in mani sbagliate, Laura Zangarini