di Vera Martinella
È partito il programma «RISP» rivolto a chi è a più a rischio: forti tabagisti, attuali ed ex. Prevede una Tac a basso dosaggio per fare una diagnosi precoce e un aiuto per smettere di fumare
Fumi o hai smesso da meno di 15 anni? Sei o eri un fumatore con un consumo medio di 20 sigarette al giorno per 30 anni? Hai più di 55 e meno di 75 anni? Il tuo rischio di ammalarti di cancro ai polmoni è alto, ma se partecipi al programma RISP puoi avere due vantaggi che potrebbero salvarti la vita: primo, diagnosticare l’eventuale tumore in stadio iniziale; secondo, in caso tu sia ancora un tabagista, ricevere gratuitamente aiuto per smettere. RISP sta per Rete Italiana Screening Polmonare ed è un programma ministeriale che ha da poco iniziato il reclutamento, con l’obiettivo di coinvolgere oltre 7.300 persone monitorandole periodicamente con la tomografia computerizzata del torace a basso dosaggio.
L’85% dei tumori polmonari è dovuto al tabacco
«Il tumore del polmone è responsabile del maggior numero di decessi oncologici in Italia: 34mila nel 2021, circa il 60 per cento dei quali (ovvero 20.400 morti) riguarda i forti fumatori – sottolinea Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) –. La TAC a basso dosaggio costituisce una promettente strategia salvavita, ma ad oggi non rientra ancora nella pratica clinica e nei programmi di screening rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, ma RISP può rappresentare un vero cambiamento culturale». A fine settembre, l‘Unione europea ha aggiunto questo esame fra quelli raccomandati per la diagnosi precoce dei tumori. «Poiché l’85% dei casi di cancro al polmone è dovuto al tabacco, le raccomandazioni europee suggeriscono l’esecuzione del test ai forti tabagisti proprio come è stato fatto per RISP – sottolinea Silvia Novello, Ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Torino e Responsabile Oncologia Polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano -. A livello europeo sono state già avviate esperienze simili, l’unicità di RISP è di essere realizzata grazie allo stanziamento di fondi ministeriali. Con il Decreto Legge Sostegni-bis infatti sono stati erogati 2 milioni di euro per il biennio 2021-2022 per sostenere il programma».
Scoperto tardi in 8 pazienti su 10
Quello ai polmoni resta un temibile big killer perché quasi l’80 per cento dei pazienti arriva alla diagnosi tardi, quando la malattia è già in stadio avanzato e le possibilità di guarire purtroppo sono ridotte (dei 41mila nuovi casi registrati ogni anno in Italia ben 32.800 già in stadio avanzato). La neoplasia, infatti, non dà segni evidenti della sua presenza agli esordi e quando lo fa è generalmente già in fase metastatica. «Lo screening può favorire l’identificazione precoce del cancro, aumentando la platea di pazienti candidabili a resezione chirurgica radicale» spiega Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia Toracica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e coordinatore del progetto. L’obiettivo è migliorare la sopravvivenza che, per chi si ammala di questa neoplasia, a cinque anni dalla diagnosi, si aggira attorno al 18%. Le terapie mirate e l’immunoncologia, che hanno già contribuito a migliorare la sopravvivenza della malattia in fase avanzata e metastatica, stanno acquisendo un ruolo anche negli stadi precoci.
Una Tac (gratis) per scovare i noduli piccoli
«La Tac al torace a basso dosaggio, portando alla luce noduli piccoli e localizzati consente d’intervenire in modo mininvasivo, con una riduzione della mortalità che può arrivare fino al 50% rispetto a chi è a rischio, ma non si sottopone allo screening – aggiunge Pastorino -. Le nuove Tac garantiscono una altissima sensibilità anche per tumori di pochissimi millimetri, con bassissime dosi di radiazioni. L’altro obiettivo d RISP ridurre sensibilmente il consumo di sigarette in chi partecipa al programma». «Con la Tac spirale, che dura pochi secondi, possiamo fotografare anche il rischio globale per altre patologie collegate al fumo, quantificando ad esempio il danno coronarico o la presenza di un enfisema – chiarisce Novello -. Tutti i partecipanti a RISP fanno una prima Tac di screening e la seconda dopo uno o due anni, in base a vari criteri. Nei soggetti in cui venisse individuato un nodulo sospetto, a seconda delle dimensioni e caratteristiche vengono direttamente programmati controlli ravvicinati (in genere a tre mesi, ma sulla base delle caratteristiche del nodulo). E’ il centro stesso che programma il controllo e sempre nell’ambito RISP». La partecipazione è completamente gratuita e chi presenta le caratteristiche richieste può candidarsi dal web (iscrivendosi nel portale www.programmarisp.it e indicando il centro più vicino al luogo di residenza) oppure chiedere alle oncologie, pneumologie e cardiologie coinvolte nella fase di reclutamento. Sono 18 i centri, distribuiti su tutto il territorio nazionale, che rientrano nella rete di screening polmonare appena partita e il reclutamento dei 7.324 partecipanti è aperto.
Smettere di fumare
Nel nostro Paese si contano circa 12 milioni di fumatori, il 20 per cento consuma più di 20 sigarette al giorno. Aiutare i tabagisti a smettere è parte strategica del progetto: prima lo si fa, più si guadagna in salute. E, col passare del tempo, cala anche il rischio di ammalarsi di cancro. I fumatori vengono quindi inviati al Centro Antifumo collegato al RISP: in base all’«identikit» di ognuno (quanto e quando fuma, perché, da quanto tempo e il suo atteggiamento, anche psicologico, nei confronti del fumo) lo specialista può suggerire la strategia migliore per aiutarlo ad affrontare i sintomi legati all’astensione Si deve insomma valutare la dipendenza dalla sigaretta sia come bisogno di quantità quotidiana di nicotina (ad esempio il desiderio intenso di fumare), sia come valore simbolico (se il fumo è un rimedio per l’ansia, una fonte di piacere, eccetera). Quando i medici lo ritengono necessario possono anche prescrivere dei farmaci che agiscono a livello cerebrale diminuendo sia il desiderio di fumare sia i sintomi dell’astinenza. Fra i quali la citisina, che verrà data gratuitamente ai partecipanti al programma RISP, mentre normalmente si tratta di medicinali che chi vuole smettere paga di tasca propria.
Controlli anche al cuore
Al tabacco si devono oltre 90mila decessi ogni anno in Italia. Per tumore, ma non solo: se le sigarette sono associate all’insorgenza di circa una neoplasia su tre e a ben 17 tipi di cancro diversi, è ormai certo che il tabacco sia responsabile certo di 40 malattie. Il fumo, in particolare, fa lievitare la possibilità di danni al cuore, al sistema circolatorio (a cominciare da infarto, ictus, arteriosclerosi) e a tutto l’apparato respiratorio (enfisema e bronchite cronica ostruttiva, solo per fare degli esempi). Con la Tac a basso dosaggio (o Low-Dose Computed Tomography, in sigla LDCT) i partecipanti al programma RISP non terranno sotto controllo soltanto i polmoni, ma anche il cuore. E’ un accertamento semplice: dura pochi secondi, senza mezzo di contrasto e con una dose di radiazioni molto limitata, pari a meno di un decimo della Tc standard. Oltre ai vantaggi per i pazienti, che con una diagnosi precoce hanno maggiori possibilità di guarire, ci sono poi aspetti positivi per il Ssn che risparmia gli elevati costi per trattare patologie in stadio avanzato.
15 novembre 2022 (modifica il 15 novembre 2022 | 10:43)
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, 2022-11-15 10:57:00, È partito il programma «RISP» rivolto a chi è a più a rischio: forti tabagisti, attuali ed ex. Prevede una Tac a basso dosaggio per fare una diagnosi precoce e un aiuto per smettere di fumare, Vera Martinella