di Vera Martinella
La diagnosi precoce salva la vita, ma oggi vengono ancora spesso riconosciuti tardi. Diecimila nuovi casi ogni anno in Italia, interventi hi-tech preservano voce e masticazione
Quelle che interessano il distretto testa-collo sono forme di cancro diverse che interessano naso, labbra, lingua, interno della bocca, ghiandole salivari, laringe e faringe che spesso vengono diagnosticate tardi, a uno stadio avanzato, quando le terapie devono essere più invasive e le probabilità di guarire sono minori. Proprio per la zona del corpo in cui sviluppano questi tumori sono spesso facilmente visibili, eppure diverse indagini hanno dimostrato che sono poco conosciuti e i sintomi vengono sottovalutati. Uno studio del Rush University Medical Center di Chicago, presentato di recente al meeting annuale dell’American Head and Neck Society, ha poi messo in luce che vivere in aree con elevati livelli di inquinamento atmosferico può essere un fattore di rischio per alcuni tipi di neoplasie testa-collo, in particolare per il cancro del cavo orale, della laringe e della faringe.
Lo studio americano sullo smog
«Non si tratta della prima ricerca sull’argomento – spiega Stefano Bondi, direttore dell’unità operativa di otorinolaringoiatria dell’IRCCS Istituto Tumori di Candiolo, alle porte di Torino -. Dal 2013 l’inquinamento atmosferico in generale e il particolato atmosferico (ovvero le cosiddette polveri sottili) sono catalogati fra i cancerogeni certi per gli esseri umani dalla massima autorità in materia, l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) di Lione, l’agenzia dell’Organizzazione Mondiale di Sanità. E uno studio tedesco del 2018, condotto in Sassonia su due milioni di persone esposte a livelli crescenti di inquinamento, ha ipotizzato un incremento del rischio relativo del 53% per lo sviluppo di tumori di bocca e gola». Nel nuovo studio i ricercatori hanno incrociato i dati del registro tumori dell’Illinois, relativi al periodo che va dal 2014 al 2018, con i codici postali di residenza dei pazienti con tumori testa-collo. Per determinare il livello d’inquinamento delle singole aree i ricercatori hanno utilizzato le mappe dell’Agenzia per la protezione ambientale americana. I risultati hanno mostrato un rischio 2,5 volte maggiore di tumori testa-collo, in particolare del cavo orale e faringeo, nelle persone con un’età superiore ai 65 anni, residenti nelle aree con alti livelli di particolato diesel sprigionato in gran parte dal traffico. «Questo studio rafforza l’ipotesi dell’esistenza di una correlazione diretta tra incremento dei valori di inquinamento e tumore testa-collo, e questa associazione va considerata con estrema attenzione» sottolinea Bondi.
I sintomi
Scoprire la presenza di queste neoplasie è teoricamente semplice, perché spesso sono identificabili già con un’approfondita visita otorinolaringoiatrica, ma è importante che le persone non trascurino i possibili sintomi. Senza allarmarsi troppo, perché si tratta spesso di segnali comuni a semplici patologie infiammatorie, è bene non ignorare ulcerazioni in bocca, difficoltà nella deglutizione, mal di gola o mal d’orecchio, bruciore o lesioni nel cavo orale, raucedine persistente, gonfiore al collo, deglutizione dolorosa e fastidiosa, naso chiuso da una narice o sanguinamento dal naso che perdurano per più di tre settimane. Meglio parlarne con un medico, perché se la neoplasia viene scoperta per tempo quasi nove malati su dieci potrebbero guarire, ma ancora oggi oltre la metà dei malati arriva alla diagnosi tardi, in fase localmente avanzata o già metastatica.
Le cause certe: fumo, alcol e Papillomavirus
L’inquinamento ambientale (in particolare quello atmosferico) include varie sostanze cancerogene provenienti da attività umane (traffico veicolare, industrie, riscaldamento domestico) o da sorgenti naturali (radiazioni ionizzanti, raggi ultravioletti) e si stima che in Italia sia responsabile di circa 5 casi di cancro su 100. Il 75% dei tumori dell’area testa-collo è però da imputare al consumo di tabacco e di bevande alcoliche. «Chi assume più di quattro drink al giorno e fuma circa due pacchetti di sigarette ha un rischio aumentato di 35 volte – dice l’esperto –. La malattia è più frequente al Nord e tende a colpire maggiormente gli uomini, con un’incidenza da due a tre volte superiore rispetto alle donne e aumenta con il passare dell’età (specie dopo i 65 anni) anche se i numeri fra le donne e gli under 40 sono in crescita». In Italia ogni anno si registrano 10mila nuovi casi e non bisogna dimenticare che fra i responsabili di queste neoplasie (specie dell’orofaringe, cavo orale e laringe) c’è anche l’infezione da Papillomavirus umano: ecco perché è importante sfruttare l’opportunità della vaccinazione contro l’HPV offerta gratuitamente a tutti i 12enni italiani. Esistono poi altri fattori di rischio legati alla scarsa igiene orale (per esempio denti acuminati o protesi mal posizionate) o all’esposizione professionale a polveri di amianto o polveri del legno. Ad avere un ruolo negativo sono anche l’alimentazione scorretta (dieta povera in vitamine del gruppo A e B, vale a dire frutta e verdura fresca) e il virus di Epstein-Barr (un tipo di herpes virus che si trasmette attraverso la saliva ed è associato ai tumori del rinofaringe).
Le terapie
Le terapie oggi disponibili sono molte: a seconda di vari fattori (la sede in cui è situato il tumore, la sua estensione, l’aggressività, le condizioni di salute generale del paziente, i risultati attesi sia estetici che funzionali) si può ricorrere a chirurgia (se possibile conservativa), chemioterapia, radioterapia, farmaci a bersaglio molecolare, immunoterapia che possono essere utilizzati da soli, in sequenza o in combinazione fra loro. Servono però team multidisciplinari specializzati, in grado di offrire ai malati l’esperienza e tutte le competenze indispensabili per curare queste neoplasie, e centri in cui i vari specialisti per questi tumori prendano decisioni confrontandosi fra loro. «Come tutti i tumori anche quelli testa-collo hanno maggiori probabilità di essere curati con successo (e trattato in modo meno invasivo) quanto prima vengono scoperti e quanto più tempestivamente si iniziano le terapie – conclude Bondi -. Sono malattie fortemente invalidanti e ad alto impatto emotivo perché possono compromettere, non solo funzionalità importanti come masticazione, deglutizione e voce, ma anche l’immagine di sé con conseguenze negative nella qualità di vita delle persone. Grazie a nuove tecniche chirurgiche e tecnologie innovative è possibile intervenire con grande precisione senza compromettere le strutture nervose prossime, preservando in questo modo le funzioni potenzialmente coinvolte».
24 novembre 2022 (modifica il 24 novembre 2022 | 18:37)
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, 2022-11-24 17:48:00, La diagnosi precoce salva la vita, ma oggi vengono ancora spesso riconosciuti tardi. Diecimila nuovi casi ogni anno in Italia, interventi hi-tech preservano voce e masticazione, Vera Martinella