Tumori e vita di coppia: il sesso (non) può attendere. La terapia che aiuta

Tumori e vita di coppia: il sesso (non) può attendere. La terapia che aiuta

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di Chiara Daina

Le neoplasie ginecologiche, il rapporto con il corpo e tra partner. Indagine su 102 pazienti: i tab da vincere, l’importanza del dialogo. Lo sportello Sex and the cancer

Non basta guarire dal cancro. Dopo la diagnosi e i trattamenti pi aggressivi bisogna ricostruire la propria normalit. Inclusa quella sessuale, ancora troppo spesso trascurata ma che, invece, parte integrante del benessere della persona. Per rompere il tab del sesso nella malattia oncologica la onlus Alleanza contro il tumore ovarico (Acto) per la Sicilia ha condotto un’indagine su 102 pazienti con neoplasia ginecologica (dell’ovaio, utero, vagina o vulva) di et compresa tra 32 e 80 anni attraverso la somministrazione di un questionario sulla percezione della propria immagine corporea e sulla sessualit. Sono state coinvolte 88 donne in cura presso l’ospedale Cannizzaro di Catania e altre 14 via web in collaborazione con Acto Puglia e Acto Campania.

Confronto

Pi di sei intervistate su dieci (il 63,7%) hanno ammesso di non essere state informate dal medico curante rispetto ai cambiamenti che la malattia avrebbe provocato nella vita sessuale. Mentre una su cinque (19,6%) ha dichiarato di essere stata poco informata e solo il 16,7% ha ritenuto di aver ricevuto un’informazione adeguata. Nella maggior parte dei casi le terapie hanno influenzato negativamente il funzionamento sessuale: per il 44% delle pazienti la vita sessuale completamente cambiata e per quasi un terzo (25,5%) ne ha risentito in parte. necessario curare anche la persona – sottolinea Nicoletta Cerana, presidente di Acto Italia – e non solo la malattia. Il benessere sessuale un elemento primario della qualit di vita di chi convive con un tumore ginecologico, perch colpisce direttamente l’apparato genitale, e la nostra associazione si impegna a parlarne apertamente invitando medici e pazienti a confrontarsi su questo aspetto senza imbarazzo e reticenza.

Giusy Scandurra, direttrice dell’oncologia medica dell’ospedale Cannizzaro e socia fondatrice della onlus, spiega infatti che i trattamenti contro i tumori ginecologici e al seno portano alla menopausa precoce, con conseguenti problematiche cardiovascolari e di osteoporosi, e a disfunzioni sessuali, quali calo della libido e secchezza vaginale a causa del cambiamento ormonale. In caso di intervento chirurgico all’apparato riproduttivo, si aggiungono disagi meccanici – continua Scandurra – e una modificazione della vagina. Ma gli specialisti oncologi non sono stati preparati ad affrontare le ricadute sessuali, che andrebbero gestite con un team multidisciplinare. Anche per i medici, quindi, questo argomento resta un tab.

Oltre l’86% del campione confessa che in seguito alla malattia si sente diversa e tre donne su dieci (29,4%) fanno perfino fatica a riconoscersi allo specchio. Mancanza di energia per fare l’amore, meno sensibilit al piacere, cicatrici e altri segni della malattia, bisogno di protezione, dolore, umore depresso, senso di colpa e di vergogna nel chiedere al medico informazioni sulla vita intima sono le criticit sollevate rispetto alla sessualit dopo la diagnosi. Eppure, nonostante questo, ancora poche pazienti (31,4%) riconoscono l’importanza di rivolgersi a una figura di riferimento come il sessuologo clinico. Per due su cinque, per, sarebbe utile potersi affidare a un gruppo di auto-mutuo-aiuto. La paura – dice Sonia La Spina, psico-oncologa dell’ospedale Cannizzaro, del comitato tecnico-scientifico della onlus – se condivisa fa meno paura. Per questo, dopo aver capito quali sono i bisogni delle pazienti, gli obiettivi ora sono costruire dei gruppi di supporto tra pari, anche online, attraverso la rete dell’associazione, e promuovere la formazione dei medici sui risvolti sessuali delle terapie oncologiche.

In quale fase del percorso di cura va affrontato l’aspetto della sessualit? Al momento della diagnosi l’unica preoccupazione salvarsi la pelle. Ma subito dopo l’intervento chirurgico, gi durante la chemioterapia, se c’ un disagio sessuale – spiega Salvatore Caruso, ginecologo, sessuologo e presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica – bene parlarne con l’oncologo che potr indirizzare allo psicologo e al sessuologo per ricercare una soluzione. possibile suggerire una terapia integrata che prevede sedute psicosessuali e trattamenti farmacologici, con crema vaginale a base di acido ialuronico o con sostanze ormonali, per evitare la scarsa idratazione delle pareti intime e ridurre il dolore durante il rapporto, oppure tecniche laser o di radiofrequenza per rigenerare i tessuti vaginali. Dall’indagine di Acto Sicilia emerge che 9 donne su 10 hanno difficolt a parlare dei cambiamenti della sfera sessuale con il partner.

fondamentale – raccomanda Caruso – coinvolgere il compagno per superare il problema. C’ chi per un senso di protezione verso la partner sviluppa un deficit erettivo o eiaculazione precoce, e chi scappa per frustrazione e rabbia mettendo fine alla relazione. A ottobre, per volont dell’associazione Mamanonmama, nato lo sportello di ascolto Sex and the cancer dedicato alle donne (partner e caregiver) che vogliono riappropriarsi del benessere sessuale in seguito alle cure oncologiche. Bisogna registrarsi sul sito (sportellosexandthecancer.it) e compilare un questionario. In base alle esigenze espresse, l’utente viene preso in carico da un oncologo, ginecologo, cardiologo, psicologo, nutrizionista o fisioterapista, che offrir una consulenza gratuita attraverso una piattaforma di telemedicina.

12 gennaio 2023 (modifica il 12 gennaio 2023 | 15:57)

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