Il precipitare della crisi tra Russia e Ucraina in una vera e propria guerra ha messo la Turchia, che intrattiene buone relazioni con entrambi i Paesi, in una posizione difficile tanto sul piano diplomatico quanto a livello economico.
Più di recente alla cooperazione energetica ed economica si aggiunto un nuovo, e più problematico, settore, quello della difesa. Nel 2019 Ankara ha infatti acquistato il sistema di difesa missilistico russo S-400, che però è valso alla Turchia, membro della NATO, l’espulsione dal programma di sviluppo degli F-35 oltre a sanzioni statunitensi.
Tuttavia, alla cooperazione tra Turchia e Russia fa da contraltare una accesa competizione in diversi teatri di crisi, in particolare in Siria e Libia dove i due Paesi si trovano su fronti contrapposti, e dove entrambe cercano di consolidare le rispettive posizioni e influenza, evitando allo stesso tempo qualsiasi scontro diretto. Se la compartimentalizzazione degli interessi rimane la caratteristica principale di questa complessa relazione, Ankara, per voce del suo ministro degli Esteri Mevlüt Çavuşoğlu, non ha tardato a definire inaccettabile tanto la decisione della Russia di riconoscere come indipendenti due repubbliche separatiste del Donbass nell’Ucraina orientale, quanto l’invasione avvenuta due giorni dopo. Mentre il presidente Erdoğan tiene aperti i canali di dialogo sia con Mosca che con Kiev, i suoi tentativi di svolgere una mediazione tra i due fronti non hanno finora trovato un riscontro effettivo
Per la Turchia, che ha molto da perdere dal conflitto tra Kiev e Mosca, è in gioco la sicurezza del suo vicinato settentrionale e l’equilibrio di forze nel Mar Nero, area particolarmente sensibile nella storia delle relazioni turco-russe. Su questo sfondo, da una prospettiva turca, l’Ucraina costituisce un argine all’influenza e alla pressione russa nella regione del Mar Nero. In quest’ottica, non sorprende che la Turchia non abbia riconosciuto l’annessione russa della Crimea nel 2014. Proprio a partire da questo periodo le relazioni tra Ankara e Kiev si sono consolidate tanto in ambito economico quanto nel settore della difesa. L’interscambio tra i due Paesi ha raggiunto i 7,4 miliardi di dollari nel 2021, e l’obiettivo era quello di portarlo a 10 miliardi dopo la firma dell’accordo di libero scambio in occasione della visita di Erdogan a Kiev a inizio febbraio nel pieno della crisi.
Ma gli sviluppi più interessanti hanno riguardato soprattutto il settore della difesa. L’accordo di cooperazione, firmato anch’esso a febbraio, per la produzione di droni in Ucraina aggiunge un ulteriore tassello a una partnership che si è intensificata negli anni. Dal 2014 società turche hanno giocato un ruolo rilevante nella modernizzazione del comparto militare ucraino, mentre droni da combattimento turchi, Bayraktar, sono stati utilizzati da Kiev nell’ottobre del 2021 proprio contro forze russe nel Donbass, suscitando dure reazioni da parte di Mosca.
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