F1, le tute (piemontesi) dei piloti che pesano solo 600 grammi: i segreti di Sparco

F1, le tute (piemontesi) dei piloti che pesano solo 600 grammi: i segreti di Sparco

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FORMULA 1

di Daniele Sparisci 25 gen 2023

F1, le tute (piemontesi) dei piloti che pesano solo 600 grammi: i segreti di Sparco

Qual il peso della sicurezza a 330 km/h? Sei etti e qualche decina di grammi, anche meno. Come un filone di pane, poco pi di un pacco di pasta. Forse non esiste nessun altro indumento al mondo cos aderente in grado di resistere al fuoco per oltre 12 secondi, di sopportare sollecitazioni estreme. Se chiedi ai piloti di Formula 1 loro non ci fanno caso, indossano la tuta da lavoro ogni fine settimana in cui si corre, metterla prima un rito che richiede calma e anche l’aiuto di un’assistente. Quella di Lando Norris, giovane talento della McLaren, viene dal Piemonte, dietro ha una lunga storia di ricerca in materiali ultra-sottili e tecniche di cucitura. Deve passare i severi test della Federazione Internazionale dell’Automobile, l’organo che in F1 scrive i regolamenti.

Lando Norris, pilota della McLaren
Lando Norris, pilota della McLaren

La Sparco, il cui cuore a Volpiano, nel torinese, ha cominciato a lavorarci 45 anni fa. Non un periodo a caso: lo choc seguito a terribili incidenti, come il rogo al quale sopravvisse Niki Lauda al Nurburgring nel 1976, spinse il mondo delle corse a prendere sul serio il tema della sicurezza, fino ad allora era trattato con fatalismo, rassegnazione e cinismo. L’evoluzione stata continua, soprattutto nell’ultimo periodo. Fino al 2010 le tute da corsa pesavano 1,2 kg ed erano anche abbastanza scomode. In breve tempo la Sparco ha allargato il business a cinture di sicurezza, guanti, volanti, accessori per l’automobilismo. I dipendenti sono diventati 1.600.

Aldino Bellazzini l’ha rilevata nel 2009, dopo una carriera iniziata all’Olivetti e diversi passaggi intermedi, stato anche direttore acquisti delle Poste Italiane, a.d. di Petronas Lubrificanti in Malesia che ha portato in F1, prima con la Bmw e poi con la Mercedes. Ma io mi sento ancora un uomo di cultura Olivetti, stata la mia scuola di vita, di management, l ho imparato tutto. Come tanti altri manager italiani. Mi sono specializzato in buy-out: la prima stata un’azienda di circuiti stampati.

Come arriva l’idea di investire nella Sparco? Quando l’ho presa fatturava 32-33 milioni di euro, oggi siamo sui 121 milioni, saranno 130 nel prossimo bilancio 2022 racconta, neanche lui si sarebbe aspettato di restare cos tanto dentro perch venivo dal settore dei buy-out, vedevo potenzialit, ma all’inizio pensavo a un’operazione finanziaria. Il marchio aveva vestito Alain Prost, Mikka Hakkinen, Michael Schumacher ai tempi della Benetton, il giovane Lewis Hamilton: tutti pluricampioni del mondo. Avevo davanti a me un’occasione unica: di solito brand cos noti finiscono nel portafogli di qualche multinazionale, non dovevo lasciarmela scappare. Quando mai un privato riesce ad acquisire un marchio globale? Dietro c’era del valore inespresso nonostante la situazione economica in cui versava l’azienda sconsigliasse qualsiasi interesse. L’obiettivo adesso raggiungere i 200 milioni di fatturato, quota 100 stata centrata in pieno Covid, nel 2020. Nell’anno pi difficile siamo cresciuti del 10%, ci hanno tenuto in piedi gli Stati Uniti dove le restrizioni sono state minori che in Europa e Asia. Pur mantenendo il suo ramo principale di attivit nel motorsport (dai rally, ai kart, alle monoposto, alle serie Indy e Nascar negli Stati Uniti: ogni categoria coperta), la Sparco ha allargato gli orizzonti ad altri filoni.

Un giovane Kimi Raikkonen con la tuta Sparco
Un giovane Kimi Raikkonen con la tuta Sparco

Fra i principali c’ la produzione di parti in carbonio per costruttori di supercar e auto sportive: Ferrari, Lamborghini, Porsche, Maserati e anche Bugatti. Per esempio, pezzi di telaio e della carrozzeria della Veyron (la macchina pi veloce del mondo, prodotta fino al 2015) venivano curati dalla societ piemontese. un settore in grande sviluppo, rappresenta il 35% del fatturato. La base operativa per questo genere di lavorazioni in Tunisia, perch? Perch ci confrontiamo con una concorrenza mondiale dove sono attivi Paesi come Cina, Thailandia e Vietnam. Il ramo del carbonio un’attivit ad altissimo tasso di manodopera, per su mille persone trecento lavorano in Italia, sono quelle che seguono i processi pi avanzati. un grosso impegno a livello industriale, quattro sono le fabbriche in Tunisia e circa 800 gli addetti nella filiera del carbonio: Abbiamo investito cifre gigantesche per essere competitivi e mettere in piedi il sistema.

C’ poi il filone pi recente, nato da una riflessione, quello delle calzature da lavoro che proteggono operai e altre figure specializzate dagli infortuni: Ragionando sui nostri punti di forza — aggiunge Bellazzini— abbiamo deciso di lanciarci nelle calzature di sicurezza: in cinque anni siamo passati da zero a un giro d’affari di 25 milioni. Il percorso ancora lungo ma abbiamo gi stretto accordi importanti. Tutti i dipendenti dei magazzini Amazon in Europa portano le nostre scarpe. Abbiamo vinto un bando, in questo senso ci aiutato il marchio: il capo degli acquisti era un inglese, un grande appassionato di automobilismo. Il mercato dell’anti-infortunistica vale circa 3,5 miliardi di euro soltanto nel Vecchio Continente.

Schumacher ai tempi della Benetton
Schumacher ai tempi della Benetton

Ogni prodotto figlio dell’esperienza nelle competizioni, le corse offrono un banco di prova unico. Le cinture di sicurezza, per esempio: quelle realizzate per la Red Bull — il team che ha vinto il titolo piloti 2022 con Max Verstappen e quello costruttori e al quale da quest’anno la Sparco fornir anche l’abbigliamento tecnico— pesano 350 grammi: Non soltanto una questione di titanio e alluminio — spiega Nicol Bellazini, brand manager—, grazie alla nostra competenza nel tessile siamo riusciti a ridurre anche il peso del nastro. Oltre alla Motor Valley in Emilia-Romagna, oltre al grande indotto legato all’automobile di Torino, fra Piemonte e Liguria ha preso forma la Motorsport Valley con una serie di protagonisti come la Racing Force Group (proprietaria di Omp e dei caschi Bell) a Ronco Scrivia, la Sabelt a Moncalieri.

Aldino Bellazzini, proprietario della Sparco, con il figlio Niccol, brand manager
Aldino Bellazzini, proprietario della Sparco, con il figlio Niccol, brand manager

La Sparco l’attore pi grande, sa muoversi nell’ambiente delle piste, esigente, dove entrare difficilissimo. In passato hanno fallito anche multinazionali dell’abbigliamento: La nostra collaborazione con la McLaren va avanti da 26 anni, loro non hanno mai sentito l’esigenza di guardare ad altri: perch dietro una tuta pi leggera di un etto rispetto a quella usata nella stagione precedente c’ un lungo confronto con i piloti, con i tecnici, con la squadra. Anche pochi grammi possono fare la differenza. Quando in F1 sono stati introdotti i guanti biometrici (con sensori in grado di trasmettere informazioni sui parametri vitali dei piloti ndr) siamo stati i primi a testarli . Sempre di corsa, verso quota 200 milioni.

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