Ucraina, la conta di lance e scudi: Mosca bombarda e ha missili a disposizione, Kiev ha bisogno di sistemi di difesa aerea

Ucraina, la conta di lance e scudi: Mosca bombarda e ha missili a disposizione, Kiev ha bisogno di sistemi di difesa aerea

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Il punto militare 333 | La Gran Bretagna ha annunciato la spedizione di 14 tank Challenger 2 e di 30 cannoni semoventi: un gesto concreto che rappresenta, al tempo stesso, una pressione sui partner indecisi

Il sabato di sangue in Ucraina, con le citt sottoposte a un pesante bombardamento, racchiude tre messaggi: a dispetto dei report contrari, Mosca ha molti ordigni a disposizione; gli ucraini hanno bisogno di altre contromisure per aumentare lo scudo; la campagna di terrore continua ad essere uno dei pilastri della strategia di Putin. Il bilancio provvisorio di ieri di una ventina di morti e alcine decine di dispersi.

Ondate

I russi hanno colpito — secondo la ricostruzione di Institute for the Study of War — in due ondate con un totale di 33 pezzi. Nella prima hanno usato S-300 e S-400, armi anti-aeree modificate per essere usate contro target terrestri. In questo caso l’area di Kiev e il punto di partenza stato il territorio bielorusso. La seconda salva stata condotta con missili da crociera lanciati da bombardieri e navi (KH101, K555, KH22, Kalibr, KH59) in azione nella regione russa di Kursk e in Mar d’Azov. Gli esperti hanno anche sottolineato il probabile ricorso a vettori terra-terra Iskander. Le fonti ufficiali ucraine hanno rivendicato l’intercettamento di 18 cruise e tre missili guidati ma hanno sostenuto che non possibile per loro parare l’intera minaccia, specie quella degli ordigni balistici. Se arrivano dalla Bielorussia hanno appena due minuti di tempo e la traiettoria complica la missione della difesa. Senza contare i rischi di rottami o parti di armi che cadono dopo essere stati distrutti, una sorta di fuoco amico. Ieri un alto funzionario ha dichiarato che uno degli edifici sarebbe stato danneggiato in una situazione simile, affermazione poi corretta e smentita. Il palazzo di Dnipro — secondo la resistenza — stato sventrato da un KH22 sparato da un velivolo. Dall’inizio della guerra gli occupanti hanno gi impiegato 210 missili di questo modello e nessuno sarebbe stato mai intercettato.

La risposta

Dopo ogni raid che devasta aree abitate l’Ucraina chiede aiuti ulteriori all’Occidente. Gli Usa forniranno una batteria di Patriot (necessario per addestrare il personale), una seconda arriver dalla Germania. Sono sistemi concepiti proprio per fermare i missili. Altri apparati — come i SAMP/T — devono coprire quote basse e medie cos come ingaggiare i droni-kamikaze, in particolare gli Shahed iraniani. Israele ha fatto trapelare l’indiscrezione della sua assistenza tecnologica in favore di Kiev, supporto legato alla propria esperienza bellica. Lance e scudi, per, devono essere presenti in quantit, inoltre cruciale la sorveglianza elettronica svolta, in parte, dalla ricognizione aerea della Nato, con mezzi che volano al di fuori dei confini ucraini e in Mar Nero. Sono sentinelle preziose — come l’Awacs appena schierato in Romania — ma da sole non bastano. L’intelligence intanto continua a sorvegliare la collaborazione della Russia con l’Iran e altri Paesi (leggi Nord Corea): cerca di capire se Teheran invier nuovi mezzi e quale sia la capacit di produzione; valuta le scorte di Shahed, ad oggi utilizzati oltre 660; non esclude in futuro una fornitura di missili da parte degli ayatollah. Per contro l’industria russa riesce comunque ad alimentare l’esigenza dell’Armata, con una cadenza che oscilla tra i 30 e i 50 esemplari al mese. Lo Stato Maggiore quindi va avanti con la terra bruciata, prendendo di mira i civili e le infrastrutture.

L’assistenza

Il 20 i membri della coalizione pro-Kiev si incontreranno a Ramstein, Germania, per decidere nuove mosse, di lungo termine. Vertice che segue l’avanzata degli occupanti ad est — Soledar — ma deve guardare al futuro, alle possibili offensive di primavera che entrambi gli schieramenti intendono scatenare. Si parler molto di carri armati, mezzi che la Nato potrebbe decidere di garantire. Nel frattempo Londra ha agito in modo autonomo annunciando la spedizione di 14 tank Challenger 2 e di 30 AS90, cannoni semoventi da 155 mm. Un tabloid ha aggiunto 4 elicotteri d’attacco Apaches, ma non ci sono conferme. La pattuglia di corazzati britannici un gesto concreto che rappresenta, al tempo stesso, una pressione sui partner indecisi, la Germania su tutti. Berlino continua a porre il veto sull’invio dei Leopard, ostacolo che impedisce a Paesi come la Polonia e la Finlandia di cedere i loro. Vedremo se alla fine i tedeschi cambieranno idea, la luce verde potrebbe avviare un programma pi esteso. La Francia, infatti, ha autorizzato la fornitura degli AMX 10 (tank pi leggeri) e gli Stati Uniti considerano i potenti Abrams. Tuttavia, oltre a questioni politiche, ci sono quelle tecniche. Un alto dirigente della compagnia tedesca Rheinmetall ha avvertito che per riattivare i Leopard – attualmente una ventina in stock – serviranno mesi e potrebbero essere disponibili solo nel 2024. Indicazioni analoghe erano emerse per i tank a disposizione della Spagna in quanto in pessime condizioni.

15 gennaio 2023 (modifica il 15 gennaio 2023 | 16:13)

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