di Claudio BozzaIl leader M5S e la risoluzione che il 21 giugno in Senato potrebbe mettere in difficoltà l’esecutivo. E poi: «Dopo le prossime elezioni non ci auguriamo un altro governo di unità nazionale» Prima Giuseppe Conte dice: «Noi non possiamo augurarci un governo di unità nazionale dopo le elezioni. Il governo è nato prima per l’emergenza pandemica, ora c’è un’emergenza bellica». E poi: «La risoluzione viene scritta dai parlamentari non voglio anticipare i contenuti, deve nascere dal dialogo tra le forze in Parlamento. La nostra posizione è chiara, l’Italia deve concentrare tutti gli sforzi per una soluzione politica, abbiamo contribuito con tre forniture di armi, ora ci sembra che il nostro apporto sia più prezioso sul piano diplomatico». Sono queste le parole con cui il presidente del M5s, intervistato al forum Ansa, torna a fare pressioni sul governo riguardo la strategia degli aiuti militari portata avanti dal premier Mario Draghi e sostenuta in maniera non uniforme da tutta la maggioranza, con Movimento e Lega in testa. La risoluzione a cui si riferisce Conte è il documento a cui il suo partito sta lavorando in vista dell’arrivo di Draghi a Palazzo Madama il prossimo 21 giugno, per fare delle comunicazione in vista del Consiglio europeo in programma due giorni dopo. Una occasione per misurarsi, ai voti, e magari con il sostegno di altri partiti, su quale sia il peso in Parlamento degli eletti contrari a portare avanti questa strategia di aiuti militari. La fazione anti Conte del Movimento sostiene con forza che il leader si stia preparando ad uscire dal governo, per dare l’appoggio esterno. I fedelissimi dell’ex premier, però, smentiscono convinti: «Sono ricostruzioni false». Conte sottolinea di aver «vissuto questi 100 giorni di guerra con una forte preoccupazione, dopo due anni e più di pandemia non ci meritavamo questa guerra in Europa». E poi: «Dobbiamo concentrare tutti gli sforzi per un negoziato in modo da costringere tutti, non solo le parti in conflitto, a sedersi intorno ad un tavolo fino a quando non sarà firmato un accordo onorevole che preveda la cessazione dell’ostilità, il ritiro delle truppe russe, una dignitosa soluzione politica». Conte rilancia poi sulla modifica dell’attuale legge elettorale, virando sul proporzionale: «Nessuna battaglia per il candidato premier, anche se il tema non è stato affrontato ed è l’ultimo problema — dice —. Con la riduzione del numero dei parlamentari avremo un rischio di crisi di rappresentatività. Una leggere proporzionale potrebbe offrire un maggior raccordo tra governati e governanti». Il leader del Movimento, nonostante il tempo sia ormai agli sgoccioli, si dice infine convinto che si possa approvare il salario minimo entro la fine della legislatura: «Questa è una battaglia da completare subito. Serve per avere un’esistenza dignitosa, bisogna intervenire subito, il progetto di legge è al Senato. Io dico alle altre forze politiche: avete delle osservazioni di fare, confrontiamoci». 3 giugno 2022 (modifica il 3 giugno 2022 | 14:28) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-06-03 09:08:00, Il leader M5S e la risoluzione che il 21 giugno in Senato potrebbe mettere in difficoltà l’esecutivo. E poi: «Dopo le prossime elezioni non ci auguriamo un altro governo di unità nazionale», Claudio Bozza