Ucraina, la «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare la controffensiva di Kiev

Ucraina, la «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare la controffensiva di Kiev

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di Andrea Marinelli e Guido Olimpio

Ricordo lontano della Maginot francese, è una posizione difensiva di 24 chilometri nell’Ucraina orientale, composta da blocchi di cemento e trincee profonde. Dovrebbe estendersi anche a est e sud, per 217 chilometri totali

L’hanno ribattezzata la «linea Wagner», perché è la compagnia privata cara al Cremlino che la costruisce. Oppure la Waginot, un ricordo lontano della Maginot francese che non bastò a fermare le divisioni tedesche nella seconda guerra mondiale. Da alcuni giorni i mercenari russi hanno preparato una posizione difensiva per 24 chilometri nella regione di Hirske, Ucraina orientale. È composta da file di blocchi in cemento, i denti di drago, e da trincee profonde. Secondo la Cnn, che ha rilanciato foto satellitari di Maxar, dovrebbe estendersi successivamente verso est, in direzione di Kreminna, e a sud, sino a Svitlodansk. Alla fine dovrebbe coprire un totale di 217 chilometri, una struttura fissa che ricorda quelle di vecchi conflitti.

La mossa ha suscitato commenti da parte degli analisti militari. Alcuni di loro hanno subito indicato alcuni punti critici.

1) Gli ucraini sono abili nella guerra di movimento, lo hanno dimostrato in queste settimane superando i bunker degli occupanti, lo sbarramento sarà aggirato.

2) I genieri della resistenza, con l’aiuto di bulldozer ed esplosivi, apriranno delle brecce. Inoltre i blocchi, per essere efficaci, devono essere parzialmente interrati e non solo posati sul terreno.

3) È uno sforzo inutile, risorse buttate.

Non manca però qualche voce più «comprensiva» nei confronti dell’Armata. L’intento — spiegano — è di ritardare gli spostamenti, di costringere gli ucraini ad attendere in qualche punto dove possono essere presi di mira dalle artiglierie assistite dai droni, di indurli a cercare varchi altrove dove potrebbero finire in trappole di fuoco composte da mine, tiri di mortaio e cannoni, razzi. Scenari a ripetizione, come tanti altri.

La Wagner ha già sperimentato la tattica in un altro teatro bellico. I suoi uomini hanno creato basi e «fossati» a protezione dell’asse Sirta-Jufra in Cirenaica, la regione libica sotto il controllo del generale Khalifa Haftar. La fazione è sostenuta da sponsor esterni, compresa la stessa Russia. Proprio qui si è fatta conoscere la «ditta» guidata da Yevgeny Prigozhin, personaggio che gode dell’assoluta fiducia di Vladimir Putin. E altri Paesi hanno chiesto la sua assistenza, dal Centro Africa al Mali, dove hanno soppiantato i francesi. Efficace o meno, l’opera rispecchia probabilmente le intenzioni del comandante del contingente, il generale Surovikin: rafforzamento con il flusso continuo di soldati mobilitati, stabilizzazione della situazione sul campo, contenimento del nemico durante l’inverno, preparazione in vista di possibili iniziative nella primavera 2023.

Nell’analisi dell’intelligence americana — passata al New York Timesl’esercito di Kiev ha una finestra temporale di 6 settimane durante la quale può cercare di ottenere nuovi risultati, dopo arriveranno condizioni meteo sfavorevoli. I russi hanno perso punti ma non sono ancora sconfitti, avvisano gli americani, in quanto sono pronti a lanciare nuovi reparti nella mischia (non importa quanto preparati) e sono disposti a sopportare perdite mentre infliggono danni devastanti alle infrastrutture dell’Ucraina. La «decimazione» mirata della rete elettrica, grazie a droni-kamikaze (nazionali e iraniani) e missili è evidente, così come il fatto che è stata preparata ben prima che fosse colpito il ponte di Kerch, in Crimea. Per questo la crisi racchiude ancora molte variabili.

22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 18:23)

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, 2022-10-22 16:24:00, Ricordo lontano della Maginot francese, è una posizione difensiva di 24 chilometri nell’Ucraina orientale, composta da blocchi di cemento e trincee profonde. Dovrebbe estendersi anche a est e sud, per 217 chilometri totali, Andrea Marinelli e Guido Olimpio

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