Ucraina, «Non vado, viva lo zar»: da Granato a Pillon, il putinismo all’italiana che marcherà visita

Ucraina, «Non vado, viva lo zar»: da Granato a Pillon, il putinismo all’italiana che marcherà visita

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di Tommaso LabatePino Cabras: Quello di Zelensky in Parlamento è un reality show

«Penso che Putin stia conducendo un’importante battaglia non solo per la Russia ma per tutti noi (…). Lui la sta facendo perché non ha accettato l’agenda globalista che è stata imposta pure a noi e quindi a tutti gli stati dell’Unione europea. A Putin voglio dire: uniamo le forze per sconfiggere insieme l’agenda globalista!». Le parole di Bianca Laura Granato, ex M5S, nemica del green pass e teorica della via nostrana al putinismo, rimbalzano da ore sulle pagine di Telegram di chi osanna all’invasione dell’Ucraina. La senatrice, a sentire l’intervento del presidente ucraino Zelensky collegato con il Parlamento italiano, oggi non ci sarà. Come non ci saranno ex M5S del gruppo l’Alternativa, leghisti come l’idolo degli antiabortisti Simone Pillon, grillini come Gabriele Lorenzoni ed Enrica Segneri e forse nemmeno Veronica Giannone e Matteo Dall’Osso, già russofili del Movimento oggi approdati in Forza Italia.

Alla richiesta di ulteriori spiegazioni su che cosa sia l’«agenda globalista» e che cosa c’entri con l’invasione dell’Ucraina, Granato risponde con la teoria dell’«impero unico globale», che pare un’eccentrica combinazione di surrealismo e dadaismo. «Putin è un argine a questo impero unico globale mentre Zelensky è parte di esso. Io, a sentirlo, non ci vado! Tra l’altro — aggiunge la senatrice col fare di chi collega i puntini sparsi su un piano e tira fuori un disegno che nessun altro aveva scorto — ho letto su un giornale francese, ma sono in attesa di verificarlo, che il presidente ucraino vuole anche lui approvare in Ucraina l’identità digitale collegata alle vaccinazioni. Perché è questo il loro modo di controllarci. E a questo modo Putin si ribella».

Il putinismo all’italiana, che oggi marcherà visita durante l’intervento di Zelensky a Montecitorio, è come un murales in cui ciascuno mette la propria mano di vernice: pacifisti a oltranza e cultori dell’ordine, nemici della Nato, detrattori del green pass e del vaccino, antagonisti dell’euro, molta estrema destra, un pezzo di estrema sinistra ma anche teorici del «né di destra né di sinistra». Dice Pino Cabras, anima degli ex grillini del gruppo l’Alternativa: «Quello di Zelensky in Parlamento è un reality show. E noi, a fare la parte dei figuranti che non hanno nemmeno la possibilità di togliersi qualche dubbio e fare qualche domanda, non ci stiamo. E poi c’è un problema di democrazia in Ucraina, così come in Polonia e in alcuni Paesi baltici. L’invasione di Putin la condanniamo ma non si può negare che a Kiev abbiano sciolto undici partiti e favorito gruppi con vicinanza a idee ultra-nazionaliste. L’Europa sta facendo finta che questo problema non esista…».

Emanuele Dessì, oggi rappresentante del Partito comunista di Marco Rizzo, non andrà ad ascoltare Zelensky perché «in un momento del genere dovremmo essere equidistanti e non piegati al volere degli Stati Uniti e della Nato. E comunque lo scriva: non sono putiniano». «A chi mi dà del putiniano, io rispondo che è una testa di c…», è l’analisi di Michele Giarrusso, ex grillino oggi Italexit. A sentire il leader ucraino non andrà neanche lui: «C’era da mandare una e-mail di conferma o una cosa simile, mi sa che mi sono scordato…».

21 marzo 2022 (modifica il 21 marzo 2022 | 23:05)
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, 2022-03-21 22:23:00, Pino Cabras: Quello di Zelensky in Parlamento è un reality show, Tommaso Labate

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