Mattia Sorbi, giallo sul ferimento del giornalista italiano in Ucraina

Mattia Sorbi, giallo sul ferimento del giornalista italiano in Ucraina

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di Viviana Mazza, inviata a Kiev

Mosca scarica la responsabilità sugli ucraini, Kiev invece accusa i russi. Intanto diventa un caso la pagina Facebook attraverso cui il cronista ha parlato ieri: forse è un fake

Mattia Sorbi, giornalista freelance milanese quarantatreenne, era scomparso nei giorni scorsi in Ucraina, dove si trova dall’inizio dell’invasione russa, collaborando con diverse testate e tv italiane. È riapparso ieri in un video trasmesso dai media di Mosca, in cui giace su un letto, a torso nudo con una cannula nasale. Si vede il braccio di un intervistatore che registra con il cellulare. Sorbi, occhi chiusi, dice il suo nome e le testate per cui collabora: «Radio 24, Rai 1, Repubblica». Poi aggiunge alcune parole «taxi, reportage», e in italiano: «Abbiamo preso un taxi e siamo andati a Oleksandrivka, ci avevano detto che era sicura». Indica verso le gambe: «Mina».

L’auto sarebbe saltata su una mina, l’autista ucraino sarebbe rimasto ucciso mentre il reporter, ferito ad una gamba, è stato portato all’ospedale a Kherson, città sotto controllo russo in una regione che le forze ucraine stanno tentando di riconquistare. La Farnesina ha confermato di essere «in contatto costante con il giornalista coinvolto nell’incidente: è curato, abbiamo notizie positive sullo stato di salute, ha poca copertura per comunicare ma dispone di un contatto libero. Stiamo lavorando per farlo rientrare in sicurezza, in Italia appena possibile». Il caso è già diventato parte della guerra dell’informazione. Ad annunciare la scomparsa era stato un collega tedesco, Arndt Ginzel, che il 6 settembre chiedeva su Facebook: «Cosa è successo a Mattia Sorbi?». Ginzel scrive che la mattina del 31 agosto Sorbi gli aveva detto di voler partire da Mykolaiv, sotto controllo ucraino, per Oleksandrivka, circa 50 chilometri più a sud. Ma quando l’ha ricontattato alle 5 del pomeriggio non era più raggiungibile. La versione di Mosca pubblicata ieri mattina è che il reporter sia stato vittima di una «provocazione dell’intelligence di Kiev per accusare la Russia».

«Mattia Sorbi il 29 agosto è partito verso le posizioni avanzate ucraine accompagnato da due persone con uniformi militari ucraine», afferma il ministero della Difesa russo. Questi ultimi «hanno dato indicazioni al reporter ma hanno nascosto il fatto che la strada lungo la linea di contatto era stata minata dalle forze ucraine». «La sua auto è esplosa su una mina ucraina», dichiara l’agenzia di informazione russa RIA Novosti. «Scopo della provocazione – continua il ministero della Difesa di Mosca – era aspettare fino a che il giornalista fosse ucciso o dal fuoco russo o da una mina, per poi accusare la Russia. Ma sotto il fuoco ucraino, i soldati russi l’hanno tirato fuori dall’auto in fiamme».

La risposta di Kiev è arrivata in serata: Sorbi, non era accompagnato sul posto da “personale militare” ucraino, che aveva al contrario cercato di dissuaderlo dall’attraversare «la linea di contatto di combattimento senza coordinamento e in un luogo non specificato». Lo dichiara in una nota su Facebook il Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza delle informazioni ucraino, sottolineando che il reporter «è andato a Mykolaiv e da lì, volontariamente, nonostante il tentativo di dissuasione, si è recato a Kherson, attraverso gli insediamenti che si trovavano nella “zona rossa” a causa di pesanti combattimenti. Naturalmente non c’era personale militare con lui sul posto. Anche il fixer ucraino ingaggiato dall’italiano si è rifiutato di andare oltre con lui», continua la nota. «Possiamo presumere che Sorbi avesse precedenti accordi con l’esercito russo». Il Centro fa notare che il giornalista aveva lavorato «per il canale tv del ministero della Difesa russo Zvezda». Anche la Ong ucraina «Imi» (Istituto di informazione di massa), finanziata da donatori occidentali, sottolinea questo aspetto e ripubblica un contributo di Sorbi andato in onda su Zvezda nel 2014, che mostra le forze ucraine che colpiscono l’aeroporto di Donetsk e aree civili sotto controllo russo. Dai filmati russi sul caso emergono inoltre contraddizioni. Uno dei video mostra un’auto bianca danneggiata, ma non esplosa. In un’intervista su Zvezda, uno dei quattro soldati che avrebbero estratto il reporter dall’auto per fornirgli i primi soccorsi e poi trasportarlo via, sembra dichiarare che il campo minato sia russo: «Il nemico ha aperto il fuoco, siamo corsi attraverso il campo minato, sapevamo dove sono le nostre mine e non abbiamo subito perdite». Ieri mattina su Facebook è apparso un messaggio in italiano e in inglese sul profilo “Mattia Sorbi Press”: «Sto bene e sono al sicuro ma purtroppo le difficoltà di comunicazione in Ucraina mi hanno impedito di essere online come al solito». Ma l’account sembra appena creato e non è quello (“Mattia Kabul”) da cui solitamente comunica Sorbi.

9 settembre 2022 (modifica il 9 settembre 2022 | 01:24)

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, 2022-09-09 03:37:00, Mosca scarica la responsabilità sugli ucraini, Kiev invece accusa i russi. Intanto diventa un caso la pagina Facebook attraverso cui il cronista ha parlato ieri: forse è un fake, Viviana Mazza, inviata a Kiev

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