di Redazione PoliticaIl segretaro della Lega ribadisce il suo no all’invio di armi a Kiev nel giorno in cui il premier Draghi è a Washington per incontrare il presidente americano Biden: «Mi aspetto che dalla Casa Bianca arrivino percorsi di pace e non percorsi che avvicinino una Terza guerra mondiale» «Se ci fosse la richiesta di un nuovo invio di armi dovrei riunire la Lega perché io personalmente sono contrario». Nel giorno in cui il premier Mario Draghi incontra il presidente Usa Joe Biden per discutere della guerra in Ucraina — con la richiesta americana di nuovi invii di armi e soldati da schierare sul fianco Est —, il leader del Carroccio torna a ribadire con più forza il suo no all’invio di armi a Kiev, dopo aver espresso i suoi dubbi sulla scelta del governo. È lo stesso Salvini a ricordare l’importanza per l’Italia della missione di Draghi alla Casa Bianca: «Nel giorno in cui il presidente Draghi parte alla volta di Washington, visto il contesto economico difficile, visto il tasso di disoccupazione, vista l’inflazione che cresce, visto il costo delle bollette di luce e gas, visto il costo delle materie prime, visto il caro benzina, il caro metano, il caro diesel, non possiamo più permetterci altri mesi di guerra. Arrivare alla pace subito è vitale, è questione di sopravvivenza. Conto che sul tavolo del presidente Biden arrivino richieste di pace e percorsi che portino al cessate il fuoco, non richieste di armi e percorsi che avvicinino ad una Terza guerra mondiale che non vorrei lasciare in eredità ai miei figli ». Ecco perché appare necessaria la scelta di convocare il Carroccio in caso di ulteriori richieste di invio di armi all’Ucraina dopo il decreto Ucraina già approvato a febbraio : «Se verranno richieste più armi io dovrei riunire la Lega per decidere. Io personalmente sono contrario, ma non sono il Re Sole e quindi devo riunire il partito e chiederlo a loro». L’Italia, continua Salvini, non è «in guerra contro nessuno, mi rifiuto di pensare che 60 milioni di italiani vogliano far la guerra, se c’è qualcuno che usa parole di guerra e ama parlare di armi più che di pace nel 2022 è fuori luogo. C’è un Paese che ha aggredito e un Paese che è stato aggredito, la Russia che ha aggredito e l’Ucraina che è stata aggredita: dopo quasi tre mesi da questa premessa contiamo alcune decine di migliaia di morti e da più dichiarazioni si intuisce che entrambi le parti in guerra vogliano farla finita. Nessuno nel 2022 vince la guerra sul campo, se qualcuno dall’altra parte del mondo vuole consumare su campi altrui propri obiettivi geopolitici non è il caso e non è il momento e non con il sangue degli ucraini, dei russi e degli italiani. Quindi inviare nuove armi in un contesto come questo allontanerebbe la pace e non mi sembra assolutamente opportuno». 10 maggio 2022 (modifica il 10 maggio 2022 | 12:58) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-10 11:14:00, Il segretaro della Lega ribadisce il suo no all’invio di armi a Kiev nel giorno in cui il premier Draghi è a Washington per incontrare il presidente americano Biden: «Mi aspetto che dalla Casa Bianca arrivino percorsi di pace e non percorsi che avvicinino una Terza guerra mondiale», Redazione Politica