di Stefano Guarnieri e Luca Valdiserri
Francesco Valdiserri e Lorenzo Guarnieri, giovanissime vittime di pirati della strada. L’impegno dei loro genitori per responsabilizzare chi alla guida e per chiedere alle istituzioni risposte concrete e politiche di prevenzione
Tre giorni dopo la morte di Francesco Valdiserri, figlio dei nostri colleghi Luca e Paola Di Caro, investito a Roma da una giovane positiva all’alcol-test, il Corriere della Sera ha intervistato Stefano Guarnieri, pap (anzi, babbo) di Lorenzo, vittima di omicidio stradale nel 2010 e da allora impegnato a tempo pieno sui temi dell’educazione e della sicurezza stradale. Stefano e Luca, da allora, sono in contatto continuo. Ne nata prima una conoscenza, poi una collaborazione e infine un’amicizia. (anche) per questo che stato proprio Luca a consegnare a Stefano il premio La Buona Notizia dell’anno. Uniti dal dolore e dall’impegno, Stefano e Luca hanno immaginato un dialogo tra Lorenzo e Francesco. O forse si sono semplicemente fatti megafono della voce di due ragazzi che vogliono proteggere altri ragazzi.
Lorenzo: Ciao, sei nuovo?.
Francesco: S, sono arrivato da poco.
L: Io sono Lorenzo.
F: Francesco, per mi chiamano tutti Fra.
L: A me Lore.
F: Non Lollo?.
L: Lollo? No, Lore. Sono di Firenze, non sono di Roma come te.
F: E come fai a sapere che sono di Roma?.
L: Si sente.
F: Che coraggio! Se un fiorentino dice una parola, allora s che tutti lo riconoscono subito….
L: Come mai sei arrivato qui?.
F: Camminavo sul marciapiede della Cristoforo Colombo, insieme a Nicco, che il mio grande amico. Eravamo stati al cinema a vedere un film che si chiama “Margini”. Parla di una band punk-hardcore di Grosseto che prova a organizzare un concerto, ma non li aiuta nessuno. Cos devono fare tutto da soli. Un po’ come noi, gli Origami Smiles, la band in cui canto. Nicco il chitarrista. Giulio suona il basso. Quella sera era il suo compleanno. La ragazza che guidava ubriaca quella macchina mi ha preso in pieno alle spalle. Non l’ho nemmeno vista arrivare. Uno pu pensare: che sfiga! Ma bere e poi mettersi al volante non succede certo per caso. Quindi la sfortuna non c’entra proprio niente. E tu?.
L: Stavo tornando a casa, in motorino. Il mio babbo mi aveva chiamato al telefonino: non fare tardi! Quello che mi ha investito in pieno, saltando dentro la mia corsia, l’ho visto giusto per un secondo. Ubriaco e drogato. Non era un ragazzo, aveva 45 anni e io ne avevo 17 ma, come dice la mia mamma, non c’ dubbio su chi dei due fosse il pi maturo! Certi vizi, purtroppo, non hanno et.
F: Telefonino? Guarda che si chiamano smartphone. Tu quale hai? Apple o Samsung?.
L: Motorola. Sinceramente la cosa a cui tengo di pi, insieme all’abbonamento per le partite della Fiorentina.
F: Motorola? Mai sentito. Me lo fai vedere?.
L: Eccolo.
F: Ma questo non uno smartphone! Sembra un rasoio elettrico. Come fai a fare i video e i selfie con questa roba?.
L: Video? Questo mi serve per telefonare, non una telecamera. E i selfie cosa sono?.
F: Mi ero dimenticato che ti hanno ucciso nel 2010. Ti spiego. Un selfie una foto che ti fai da solo con lo smartphone. Il problema che qualcuno se la scatta anche quando al volante. O manda messaggi. O si guarda un video….
L: E nessuno gli fa la multa?.
F: Le pattuglie sono poche. Lo stesso problema – e noi due lo sappiamo bene – si ripete con quelli che si mettono al volante ubriachi o drogati. La gente dice: lo fanno tutti, non sar cos grave….
L: Gi. E tanti le multe non le pagano nemmeno. Come dice il mio babbo: aspettano la rottamazione.
F:Sai cosa mi scoccia di pi?
L:Dimmi.
F: Che io e te non abbiamo proprio fatto niente di male. Mio pap un ansioso. Il motorino me lo ha sempre proibito e la patente non ce l’ho perch sono un tipo distratto, penso quasi sempre alla musica. Ho paura di andare a sbattere. Paura per me e paura per gli altri. Sono fiero della mia tessera dell’Atac e, anche se passano una volta ogni morte di papa, mi piace usare i mezzi pubblici. E ancora di pi mi piace camminare.
L: A me piacciono tutti gli sport, soprattutto quelli di squadra.
F: Ti capisco. Io canto, ma non mi piace farlo da solo. Per questo sto negli Origami Smiles con Nicco e Giulio. Abbiamo inciso anche un pezzo. Si chiama “The next morning”. Se vai su Spotify la puoi sentire.
L:Spotich?
F:Lasciamo perdere.
L: Sei un po’ strano, ma simpatico. Su una cosa hai ragione: in tanti ci si diverte di pi. Magari io non sono il pi bravo della squadra, ma nello spogliatoio mi ascoltano tutti. Dicono che porto positivit. Se uno dei miei compagni sbaglia, non lo mando a quel paese. Al contrario, cerco di risollevargli il morale. Ho cominciato con il basket, poi calcio e pallavolo. Mi piace anche il tennis. In pagella il mio voto pi alto era sempre quello in educazione fisica.
F: Ti piacerebbe fare il calciatore?
L: Mi sa che non sono abbastanza bravo. Magari studio per diventare il procuratore di qualche calciatore “vero”. Oppure per fare l’allenatore. O il dirigente di un club sportivo. L’importante non restare tutto il tempo dietro una scrivania. Non ci resisterei proprio. E tu vuoi fare la rockstar?.
F: Beh, sarebbe bello. Se non ci riesco, posso fare il giornalista musicale. So scrivere bene, o almeno cos dicono. In inglese, all’esame di maturit, mi hanno presentato con 10. Con tutte le canzoni in inglese che ascolto….
L: Lo vedi quello laggi? il mio babbo!.
F: Oh, insieme al mio pap! Ma che fanno?.
L:Mi pare che il tuo pap stia consegnando al mio babbo un premio. Deve essere quello che chiamano ”Buone Notizie”. Zitto un attimo, che sentiamo. Glielo hanno dato per quello che stanno facendo in nome nostro.
F: Ma noi siamo morti. Scusa, quale sarebbe la buona notizia?.
L: La buona notizia che possiamo parlare attraverso di loro. Possiamo spiegare ad altri ragazzi come noi che guidare dopo che hai bevuto o preso qualche droga pu uccidere te e gli altri; che la distrazione pu fare male come l’alcol; che lo smartphone, come lo chiami tu, non va usato al volante; che non siamo tutti piloti di Formula 1 anche se ci piacerebbe; che non devono credere alle pubblicit delle automobili in tv dove non c’ mai un vecchietto o un bambino che attraversa la strada, oppure un semaforo. Dopo che hai investito qualcuno, non basta dire: non l’ho visto! I miei mi dicono sempre: non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te.
F: La stessa cosa che dicono a me. Chiss chi glielo ha insegnato.
L:Boh! Senti Fra, andiamo a giocare a pallone?
F: Ok, Lore. Ma io non sono bravo come te. Facciamo cos: io vengo, poi tu fai un provino per la band.
L: Per io sono stonato.
F: Se sei bravo negli sport vuole dire che sei coordinato. Male che vada, se sei davvero una frana, ti prendiamo come ballerino. Sai, gli Happy Mondays, che sono un gruppo di Manchester, avevano un amico, Bez, che non sapeva suonare nemmeno il citofono. Per stava simpatico a tutti e tutti lo volevano dentro la band. Cos gli hanno fatto fare il ballerino sul palco, mentre gli altri suonavano, e Bez diventato un punto di forza dei loro show.
L: Ok, proviamo….
14 febbraio 2023 (modifica il 14 febbraio 2023 | 01:42)
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