L’ultimo segreto di padre Gumpel, difensore di Pio XII: era erede della dinastia imperiale prussiana

L’ultimo segreto di padre Gumpel, difensore di Pio XII: era erede della dinastia imperiale prussiana

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di Gian Guido Vecchi

La rivelazione della rivista dei gesuiti «America magazine»: il religioso scomparso la settimana scorsa a 98 anni e noto per aver difeso Pio XII aveva cambiato nome: era un Hohenzollern, la casata dei re di Prussia e degli imperatori tedeschi. «La famiglia lasciò la Germania perché perseguitata dai nazisti». Il segreto mantenuto tutta la vita

CITTÀ DEL VATICANO Padre Kurt Peter Gumpel avrebbe compiuto 99 anni a metà novembre, dal 2010 si era ritirato dopo mezzo secolo di servizio a Roma, tra la Curia generalizia dei gesuiti e la Congregazione vaticana per le cause dei santi. È morto la settimana scorsa nell’infermeria della Residenza San Pietro Canisio, vicino al quartier generale della Compagnia di Gesù, dove aveva passato gli ultimi anni della sua vita. Lo hanno sepolto nel cimitero teutonico in Vaticano. Gli studiosi e gli addetti al lavori conoscevano bene quest’uomo coltissimo e riservato, grande fumatore, magro e ieratico nel suo clergyman un po’ liso, che insieme con padre Paolo Molinari ha portato a termine 39 canonizzazioni e beatificazioni, come nel caso dei pastorelli Jacinta e Francisco Marto di Fatima, ed è stato il difensore più strenuo di Pio XII dall’accusa di essere stato silente e inerte davanti alla persecuzione nazista degli ebrei. O almeno, pensavano di conoscerlo bene. Perché padre Gumpel ha custodito per tutta la vita un segreto del quale solo pochissime persone erano al corrente e tra queste, oltre a Molinari, Paolo VI e il Generale dei gesuiti Pedro Arrupe. Padre Gumpel infatti non si chiamava così, aveva scelto uno pseudonimo: il vero nome era Kurt Peter Hohenzollern, ovvero era un erede della dinastia reale che dal secolo XI ha espresso principi elettori, re di Prussia e imperatori tedeschi fino a Guglielmo II di Hohenzollern, ultimo re di Prussia e ultimo Kaiser tedesco fino all’esilio nei Paesi Bassi dopo la sconfitta nella Prima Guerra mondiale.

Le schede biografiche di padre Gumpel sono reticenti intorno alle sue origini. Sull’Osservatore Romano, all’indomani della morte, padre Federico Lombardi ha ricordato che era nato ad Hannover il 15 novembre 1923 e «la sua famiglia era di livello sociale altissimo, ma fu perseguitata dai nazisti», fino a spiegare: «Il religioso fu sempre molto discreto su questo tempo drammatico della sua giovinezza, ma raccontò egli stesso che sua madre era stata imprigionata e suo nonno ucciso. Perciò dovette molto presto lasciare la Germania e la sua educazione continuò prima in Francia e poi in Olanda, presso il collegio dei gesuiti di Nimega». A raccontare il «segreto finale» di padre Gumpel è la rivista «America Magazine» dei gesuiti statunitensi, con un articolo dell’amico Kenneth L. Woodward : «Kurt Peter Hohenzollern era figlio unico e la sua famiglia si aspettava che si sposasse per proseguire la loro particolare linea reale. Peter, tuttavia, aveva nel cuore il desiderio di diventare gesuita. Si rivolse per un consiglio a un sacerdote italiano che era diventato un amico di famiglia. Il sacerdote era noto per affidarsi ai gesuiti come consiglieri. Peter ricordava che gli disse: segui il tuo cuore». Quel sacerdote era il cardinale Eugenio Pacelli, nunzio a Berlino fino al 1929, il futuro Pio XII che tante volte il gesuita divenuto Peter Kurt Gompel avrebbe difeso. «Padre Gumpel non mi ha mai detto esattamente perché ha cambiato nome, ma ha accennato che aveva qualcosa a che fare con la sua famiglia. Mi disse soltanto: “I nazisti erano al potere e ci guardavano”», scrive Woodward. Hendro Munsterman, corrispondente del quotidiano olandese Nederlands Dagblad, ha trovato il nome “Kurt Gumpel” in una lista di «mezzi ebrei» negli archivi di guerra del 1941 della città di Nijmegen, e ha proposto l’ipotesi che potesse essere figlio di madre ebrea. Certo padre Gumpel teneva a mantenere il segreto, scrive ancora Woodward: «Durante il Concilio Vaticano II, in cui sia padre Gumpel sia padre Molinari erano consulenti, Papa Paolo VI chiese a Peter di scrivere la storia della sua vita. Padre Gumpel raccontava: “Gli dissi: Santo Padre, se me lo chiede, devo farlo. Ma ho una richiesta in cambio. Non appena glielo consegnerò, la prego di distruggerlo”». L’amico conclude: «È giusto che Kurt Peter Gumpel S.J. sia stato deposto nel cimitero tedesco all’interno delle mura del Vaticano, piuttosto che in una tomba all’interno del castello degli Hohenzollern. La Chiesa era la sua famiglia, i gesuiti i suoi compagni, i santi la sua unica regalità».

19 ottobre 2022 (modifica il 19 ottobre 2022 | 19:46)

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, 2022-10-19 21:00:00, La rivelazione della rivista dei gesuiti «America magazine»: il religioso scomparso la settimana scorsa a 98 anni e noto per aver difeso Pio XII aveva cambiato nome: era un Hohenzollern, la casata dei re di Prussia e degli imperatori tedeschi. «La famiglia lasciò la Germania perché perseguitata dai nazisti». Il segreto mantenuto tutta la vita, Gian Guido Vecchi

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