Umtiti in lacrime per gli insulti razzisti in Lecce-Lazio

di Marco Cherubini

La sontuosa prova del difensore camerunense naturalizzato francese, in prestito dal Barcellona, rovinata dagli ululati di una parte dei tifosi biancazzurri

Come se niente fosse. Il Lecce, dopo quasi due mesi di stop, resta bello e vincente e si mangia una Lazio presuntuosa e molle, incapace di godersi l’ennesimo gol di Immobile dopo nemmeno un quarto d’ora di gioco. Perch se giochi in trasferta e il tuo totem fa centro — come da copione — non puoi permetterti il lusso di pensare che sia tutto risolto. Dal minuto 14 poche e frammentarie notizie dalla Lazio, se non per le becere imprese di una parte dei propri tifosi. Anche Sarri ammette di non capire come sia possibile. Dal Lecce, invece, segnali di maturit: prima tiene senza scomporsi malgrado la rete incassata e poi, nella ripresa, sgomma grazie alla sontuosa gara di Umtiti — colpito, cos come Banda, dai soliti ululati razzisti di una parte dei tifosi della Lazio, e uscito in lacrime — e all’ingresso di Di Francesco che mette le ali ai salentini. Che prima con Strefezza, e poi con Colombo, ribaltano la gara sempre grazie alle ottime iniziative dell figlio dell’allenatore ex Roma.

E la Lazio? Svogliata e presuntuosa, ha finito per non opporre resistenza all’avversario che pure — bene sottolinearlo — ha sempre preferito giocare, pi che difendere. Nota di merito per il bravo Baroni, mentre il tonfo biancoceleste fragoroso proprio nelle sue modalit. Non pu bastare l’assenza di Luis Alberto a giustificare una Lazio cos, tradita anche da chi — come Felipe Anderson e Vecino — entrando dalla panchina aveva il dovere di fare di pi. Classifica dolcissima per il Lecce, sempre, mentre il colpo a vuoto della Lazio ricaccia indietro le ambizioni sarriane. Dalla Juve al Lecce, le due sconfitte consecutive divise da 52 giorni di stop, raccontano di un gruppo ancora una volta bocciato all’esame di concentrazione e continuit di rendimento.