Un giorno a casa di donna Assunta tra i cimeli di Giorgio Almirante

Un giorno a casa di donna Assunta tra i cimeli di Giorgio Almirante

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di Aldo Cazzullo«Tutti parlano della svolta di Fiuggi. Ma che è successo a Fiuggi? La Destra Nazionale di mio marito è diventata Alleanza Nazionale. Sai la novità» «Ma perché signor Fini ha fatto viaggio a Israele? Perché?». Le prime vittime della storica visita a Gerusalemme dell’allora capo della destra italiana (quella del fascismo male assoluto, frase in realtà mai pronunciata) erano Lal e Tusita, i filippini di casa Almirante. Il loro compito era filtrare i militanti indignati che chiedevano lumi e aiuto a lei, la vedova di Giorgio. «Donna Assunta, qui sotto casa c’è un altro che vuole restituire la tessera di An». «Mettetela con le altre. Poi le portiamo in cantina». «Donna Assunta , ancora telefono». «Vi ho detto che ci sono soltanto per Alessandra». «Donna Assunta, è Alessandra Mussolini». «Alessa’!». «Donna Assu’!». Seguì telefonata quasi altrettanto storica: la nipote del Duce e la moglie di Almirante si dissero che An era finita, e bisognava rifondare la destra italiana, magari già con una lista alle Europee. Donna Assunta, che la candidatura l’aveva sempre rifiutata, quella volta ci stava pensando: «Ma secondo lei, un italiano di destra per chi dovrebbe votare? Per Mussolini, o per Gustavo Selva? Per Almirante, o per Publio Fiori?». Non si trattava di fondare un nuovo partito. Bastava riprendersi il vecchio. «Guardi – spiegava donna Assunta – tutti parlano della svolta di Fiuggi . Ma che è successo a Fiuggi? La Destra Nazionale di mio marito è diventata Alleanza Nazionale. Sai la novità. Stessi dirigenti. Stessa sede. Stesso simbolo. Fini vuole andare oltre? Fare il partito unico del centrodestra? Benissimo! Vada! Però ceda la fiamma. A noi». Lei ne parlava come di un figlio perduto. «Io non so cosa gli sia successo, in Israele. L’ha visto? Sembrava drogato. Narcotizzato. Un bambino agli esami. Uno studente punito. Tutto tirato, in quel cappottino. Pareva un attore. Io a Gerusalemme ci sono stata, al Muro del Pianto mi sono commossa, però insomma anche ad Assisi, che ci sono pure Giotto e la cripta di San Francesco. Lui invece. Qualunque cosa gli avessero chiesto, purché portassero la kippah in testa, gli avrebbe detto di sì. Avrebbe rinnegato non solo i morti di Salò, non solo Mussolini, avrebbe rinnegato persino…persino…». Giorgio Almirante era raffigurato nella sua vecchia casa ai Parioli 34 volte tra foto, busti, ritratti. Quasi un sacrario. Lettera di Brasillach dal carcere. Diploma di primo della classe, Torino, anno scolastico 1923. Il telefono intanto suonava senza tregua. Foto in doppiopetto al ricevimento di Juan Carlos. Servizio di piatti dono dello Scià di Persia. Citofono. «Chi chiama? Chiama l’Italia! Ma l’ha visto La Russa l’altra sera da Vespa? Quando ha spezzato la biro? Quanto soffriva, povero Ignazio. Suo padre non ha mai preso la tessera di An, è rimasto missino, e lui pure. Ma quale liberaldemocratico! Creda a me che lo conosco da quand’era ragazzo: Ignazio La Russa è un fervente mis-si-no! Di liberali in giro ce n’è fin troppi. Il nostro dev’essere il partito dei valori di Almirante: nazione e patto sociale». Duplice bracciale d’oro, triplice anello a ogni anulare, anello nobiliare al mignolo sinistro («sono stata sposata a un De Medici»), ottuplo giro di perle, Donna Assunta fremeva di indignazione ma non perdeva lucidità. «Ammettiamo pure che Salò sia una vergogna. Perché allora Fini è entrato nel Msi? L’avrà obbligato il dottore? Perché ha taciuto finora? Ha scoperto qualcosa che non sapeva? Era il capo del Fronte della Gioventù, il leader dei giovani, che erano piuttosto accesi, e mio marito si occupava semmai di moderarli. I missini non sono antisemiti, già nel ‘67, guerra del Kippur, Almirante schierò il partito con Israele; avevamo amici ebrei, da Camponeschi due anni fa ho incontrato privatamente Shimon Peres, Barillari ci ha pure fotografati. Mi ha colpito però che Fini non abbia incontrato un solo palestinese. Ma come, quando Arafat veniva a Roma lo baciavano tutti, pure il Papa, e adesso neanche un saluto? Dicono che è malato. Che c’ha, la lebbra?». Tusita portò il telefono: era di nuovo la Mussolini. «Alessandra! Oggi pomeriggio dovevo andare alla sezione della Balduina a distribuire le tessere, e non ci vado. Anzi, sai che c’è? Ci vado, non dò le nuove tessere, e dico agli iscritti: restituite le vecchie! Anzi, dev’essere Fini a restituirci la fiamma. Si vergogna? Benissimo. Vuole uscire dalla casa del padre? La lasci a noi. Alessa’ : la destra siamo noi». Dopo essersi sfogata, Donna Assunta abbassò la voce. «Sono sempre rimasta vicina ai Mussolini, in questi anni. Edda, una donna intelligentissima. Sempre silenziosi, sempre dignitosi. Adesso però sono indignati, e hanno ragione. Al povero Duce ne hanno fatte di tutte, l’hanno appeso a testa in giù, gli hanno sputato; che cosa c’era ancora bisogno di fare? Sa perché Almirante tra cinque o sei candidati ha scelto Fini come erede? Perché era l’unico nato dopo la caduta del fascismo. Me lo ricordo Fini a Fiuggi. Piangevano tutti, lui fece il gesto di togliersi gli occhiali, ma forse fingeva, forse piangeva con la glicerina come gli attori. E’ un bravo ragazzo, voleva e vuole bene a mio marito, è capace, fa bella figura in tv. Ma non fa come faccio io, non va più in giro a stringere mani, firmare autografi, cenare con i militanti. E’ stimato, ma non credo sia davvero amato. Il nostro popolo amava Giorgio». Dicono che anche suo marito fosse un po’ un attore. “Veniva da una famiglia di artisti, ma soprattutto aveva il polso della folla. Arrivavano da tutta Italia ad ascoltarlo in piazza del Popolo, e lui li faceva ridere e piangere, sapeva provocarli e confortarli. Un giorno, lui lo sapeva, la destra sarebbe andata al governo”. Altre foto. Viaggio in Spagna, dalla vedova e dalla figlia di Franco. Il matrimonio dei figli, Giuliana e Leopoldo, lo stesso giorno, 12 settembre 1987, Amalfi. «Vennero da tutti i paesi della costiera e pure da Napoli. Parevano le nozze della regina Elisabetta. Portavano limoni, ciambelle, ricotta fresca. Davano a Giorgio i bambini da baciare, si sporgevano per sfiorarlo: “Tuoccalo!”. Povera Giuliana, le hanno strappato il vestito. Lui stava già male. Sei mesi dopo è morto. Al terzo giorno di camera ardente pareva come levitato. Era disteso su un letto di tessere. Ho riempito tre sacchi con le tessere che i militanti gli avevano restituito in segno di omaggio, come a dire: con te muore il Msi». A chiederle di Berlusconi, rispondeva: «E’ un grosso impresario, ma mi pare troppo sicuro di sé”. Aveva molta simpatia per Francesco Storace. Ma il politico che stimava di più era Bettino Craxi. “Fu il primo a ricevere mio marito. Giorgio gli disse: “Guardi che io sono fuori dall’arco costituzionale…”. Lui rispose: “L’arco costituzionale è roba da De Mita”. Leader come Giorgio e Bettino non ne nascono più”. 26 aprile 2022 (modifica il 26 aprile 2022 | 12:21) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-26 10:29:00, «Tutti parlano della svolta di Fiuggi. Ma che è successo a Fiuggi? La Destra Nazionale di mio marito è diventata Alleanza Nazionale. Sai la novità», Aldo Cazzullo

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