Un paio di domande a chi ha scelto Christillin

Un paio di domande a chi ha scelto Christillin

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zona franca Mezzogiorno, 14 aprile 2022 – 09:10 È l’Italia politica che funziona male se pensa che il peso culturale di una persona dipenda dalle relazioni e non dai fatti e dalle idee di Eduardo Cicelyn Ha un nome da romanzo d’altri tempi. Evelina Christillin è una signora della scena culturale italiana. Con un curriculum che somiglia a un pedigree. Infatti nella sua vita prestigiosa ha saputo ricoprire incarichi in Filarmonica, al Regio e allo Stabile di Torino, vicepresiedere un comitato organizzativo delle Olimpiadi ed essere membro della Fifa. Arrivando alla carica di presidente del Museo Egizio e infine al Cda del Mercadante. Che sia nata in Fiat è un certificato di denominazione d’origine controllata. Un marchio che è sigillo d’autorità. Finché la questione è stata un affare sabaudo, peraltro una roba tra juventini, noi qui briganti sanfedisti in maglietta azzurra non vi abbiamo prestato troppa attenzione. Ora però che la sua nomina nel Cda dello Stabile di Napoli riempie le pagine dei giornali, un paio di domandine ce le poniamo e le giriamo in pubblico a coloro i quali hanno proposto la candidatura. Davvero questa città non è in grado di esprimere figure nuove che possano dare lustro e visibilità al mondo del teatro? Non c’è un volto di donna napoletana, della buona borghesia culturale, in grado di ben figurare sulla scena nazionale e internazionale? Personalmente, la cosa che mi sconforta di questa nomina è il sottofondo che emerge nell’intervista pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno . Non posso e non voglio giudicare le competenze dell’elegante signora torinese, che spaziano dall’archeologia egizia alla musica classica e dal teatro classico e contemporaneo al calcio, fino agli sport invernali. Ma perché raccontare solo della sua passione per Positano mai tradita sin dal 1987, delle cene e delle telefonate con Martone (da lei a suo tempo voluto alla direzione dello Stabile torinese), della colazione con Manfredi al Circolo Savoia in occasione di una prima al San Carlo (l’Otello di Martone, va sans dire), della festa a Torino per il calendario di Generoso di Meo, altra celebrità napoletana? Oltre il teatro e i film di Mario Martone, sarebbe lecito chiedersi se conosca anche la nuova scena, i nuovi autori, le piccole compagnie, le piccole sale. Del passato, del presente e del futuro. Che probabilmente ne sappia poco o nulla, non è di certo colpa sua. È l’Italia politica che funziona male se pensa che il peso culturale di una persona dipenda dalle relazioni e non dai fatti e dalle idee. Quando si nomina qualcuno nei comitati sportivi o nei cda dei musei e del teatri come se fossero organismi omologhi, in una città come in un’altra, per pura funzione di un’ipotetica rappresentanza verso l’esterno, si rischia di mostrare approssimazione nella gestione delle cose culturali. Non penso che il nuovo Cda del Mercadante non abbia al proprio interno competenze e passioni sufficienti per far bene. In una città come Napoli, ricca di una solida tradizione e anche di una forte capacità di sperimentare e di rigenerarsi, ci si aspetta che il teatro stabile sia un luogo di ricerca e di innovazione solido e lungimirante. Chi gestisce e rappresenta quel mondo dovrebbe essere innervato nella storia e nel presente della città, perché qui non è mai stata una questione di soldi e di buone relazioni, ma sempre e solo di idee e di pratiche. Perciò non è un buon segnale che per il nome che gli spetta di proporre il sindaco Manfredi non sappia indicare qualcuno o qualcuna in grado di rappresentare qui e ora un’idea nuova e seria di gestione delle cose culturali e si debba frugare, in modo un po’ provinciale, nella mondanità delle relazioni per dare un senso alla sua scelta per il Mercadante. E’ chiaro che un posto nel consiglio d’amministrazione sia solo simbolico. Ma è anche vero che i simboli nella cultura parlano e dicono molto. La sindacatura de Magistris aveva trasformato i cda delle istituzioni culturali in una sorta di mense sociali, quella di Manfredi sembra tornare ai pranzi di gala. Ancora una volta, però, il menù della casa lascia a desiderare. 14 aprile 2022 | 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-14 07:10:00, È l’Italia politica che funziona male se pensa che il peso culturale di una persona dipenda dalle relazioni e non dai fatti e dalle idee,

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