Emilia Tecilla, un’insegnante di Italiano e Storia in un istituto scolastico a Sestri Ponente, condivide la sua sfida quotidiana in un’intervista video a La Repubblica.
“Catturare l’attenzione di studenti che non hanno motivazione per studiare e ottenere il loro rispetto è una sfida – afferma – bisogna saperli attirare, saperli ascoltare e porre dei limiti“. La seconda sfida è quella di liberarsi dell’etichetta di “scuola per delinquenti”.
“È uno stigma ingiusto – continua – qui cerchiamo di prepararli per la vita. Se mi chiedono a cosa serve studiare Italiano, rispondo: a cosa vi serve guardare un tramonto o baciare la vostra fidanzata?”
La professoressa deve affrontare classi affollate (anche di trenta studenti), studenti “iperattivi” e la lotta contro l’utilizzo del cellulare (per la quale è inflessibile, affermando che sono “intossicati”).
“Torno a casa esausta – continua – ma sapere di avere un impatto positivo nella loro vita mi ripaga. Il momento più emozionante? Uno dei miei ex studenti ha chiamato sua figlia con il mio nome, dicendomi: “Professoressa, lei mi ha salvato”.