Una maturità senza sorprese Saltano i tetti per la frequenza

Una maturità senza sorprese Saltano i tetti per la frequenza

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Emanuela Micucci su Italia Oggi scrive:

Arrivate ieri al Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi), per il parere non vincolante, le ordinanze sugli esami di Stato conclusivi del I e del II ciclo firmate dal ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi: disegnano una maturità e una licenza di terza media sulla falsa riga del piano previsto dalla precedente ministra Lucia Azzolina, confermando le anticipazioni di ItaliaOggi. Per entrambi gli esami ci saranno le prove nazionali Invalsi in italiano, matematica e inglese, sebbene il loro svolgimento non sia vincolante per l’ammissione agli esami. I test si terranno via pc a marzo (tra l’1 1 e il 31) per la V superiore e ad aprile (tra il 7 e il 30) per la III media, in modo da evitare la concomitanza tra la rivelazione nazionale dell’Invalsi e la preparazione dell’esame di Stato.

Le scuole possono scegliere in autonomia le giornate per far svolgere le prove agli studenti della classe in una finestra temporale indicata dall’Invalsi all’interno del periodo di somministrazione. Mentre dal 17 al 21 maggio è prevista una sessione suppletiva per dare al possibilità agli studenti assenti per gravi e comprovato motivi di recuperare e svolgere la prova nazionale. A differenza della maturità 2020, questo anno non ci sarà il tutti ammessi, ma sarà il collegio di classe a deliberare l’ammissione o la bocciatura di ciascuno dei circa 480 mila alunni di V superiore. Come non sarà vincolante per l’ammissione lo svolgimento delle prove Invalsi, così non sarà requisito di accesso neppure il monte ore minimo previsto per i percorsi di alternanza scuola-lavoro, i Pcto.

Il ministro, inoltre, ha stabilito eventuali deroghe anche al requisito della frequenza, previsto per i dell’orario individuale: saranno le singole scuole a stabilirle. Al via il 16 giugno, la maturità avrà un’unica prova orale, senza scritti. Il colloquio, come l’anno scorso, partirà da un elaborato se predisposto dai maturandi su un argomento assegnato a ciascuno dal consiglio di classe entro il 30 aprile e consegnato entro il 31 maggio al docente di riferimento. Ogni insegnante, infatti, seguirà un gruppo di studenti nella redazione dell’elaborato. «Non voglio sentir parlare di tesina!», insiste Bianchi, mostrandosi così consapevole che l’elaborato negli anni passati si era ridotto spesso a un copiaincolla di lavori già svolti, senza una reale guida da parte degli docenti. Insegnanti di cui ora si delinea un ruolo simile a quello dei docenti relatori delle tesi di laurea all’università, che seguono gli studenti passo dopo passo, dall’assegnazione dell’argomento fino alla sua discussione davanti alla commissione. «I maturandi», spiega il ministro, sono «alla fine del loro percorso scolastico di cinque anni: dovranno preparare un elaborato ampio, personalizzato» sulle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, che potranno essere integrate anche con apporti di altre materie, esperienze relative all’alternanza o competenze individuali presenti nel curriculum dello studente. Dovrà avere al forma più varia, un testo ma anche una prova pratica o un prodotto multimediale, in modo da tenere conto della specificità dei diversi indirizzi di studio, della progettualità delle istituzioni scolastiche e delle caratteristiche dello studente così da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto. Dimostrando la capacità di pensiero critico del maturando.

Dopo la discussione dell’elaborato, la prova orale proseguirà con l’analisi di un testo già oggetto di studio nell’ambito di lingua e letteratura italiana. Saranno poi analizzati, come lo scorso anno, dei materiali (un testo, un documento, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione. All’interno dell’elaborato o nel corso del colloquio saranno esposte le esperienze svolte nei percorsi di alternanza, che quindi non sarà necessariamente oggetto di una propria relazione. Nella conduzione dei colloqui si terrà conto delle informazioni contenute nel curriculum dello studente, che comprende il percorso scolastico, ma anche le attività effettuate in altri ambiti, come sport, volontariato, attività culturali. Sottolinea Bianchi: «L’esame deve essere concepito come il diritto di tutti gli studenti ad essere valutati sulla base delle attività scolastiche svolte nell’arco del loro percorso. Tenendo conto delle difficoltà vissute durante l’emergenza sanitaria».

La commissione sarà composta tutta da membri interni con il solo presidente esterno. Il credito scolastico avrà un peso fino a un massimo di 60 punti, 40 per l’orale. Unica prova orale anche per l’esame di III media, che come per la maturità partirà con la discussione di un elaborato su una tematica che i consigli di classe assegneranno, tenendo conto delle caratteristiche personali di ciascuno studente, entro il prossimo 7 maggio. L’elaborato sarà trasmesso alla commissione entro il 7 giugno. Anche in questo caso, poi, i docenti seguiranno i singoli alunni, suggerendo la forma di elaborato più idonea e accompagnandoli durante la stesura. L’elaborato potrà essere scritto, in forma multimediale, potrà essere una produzione artistica o tecnico-pratica e coinvolgere una o più discipline. Prevista l’ammissione all’esame da parte del consiglio di classe e l’eventuale deroga al requisito della frequenza minima di dell’orario individuale da parte del collegio docenti tenuto conto delle specifiche situazioni anche dovute all’emergenza pandemica.

Pietro Guerra

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