di Giulia Cimpanelli
Dal sottopelo dei cani, che cade naturalmente durante la muta, viene prodotto un filato nobile tipo cachemire, ma più termoisolante. L’innovazione della startup italo-tedesca Modus Intarsia
E se la lana più sostenibile non venisse dalle pecore ma fosse fatta con il pelo dei cani? Ann Cathrin Schönrock, 31enne berlinese, è cresciuta con la passione per il design e il mondo della moda. Si è fatta strada fino al college e ha ottenuto un lavoro nel settore della moda. Ma non le è piaciuto. Trovava tante cose che non andavano bene nel settore e voleva contribuire trovando una soluzione etica e sostenibile. Una volta, durante una visita ai suoi genitori, li vede spazzolare i loro cani e intuisce il potenziale di produrre filati sostenibili ed etici utilizzando una risorsa fino ad oggi ignorata: il sottopelo dei cani, che non deve essere tosato ma cade in autonomia. Decide così di fare un primo test filando della lana di cane: il risultato è orribile, ma riprovandoci va sempre meglio. Cerca poi di vendere il filato ai negozi di Berlino. Lo adorano. Il Chiengora viene così per la prima volta messo in commercio. Per iniziare a produrre e a mettere davvero a terra la sua idea di impresa Ann Cathrin dovrà incontrare Franziska Uhl, 25 anni, una aurea in Ingegneria Tessile alla Reutlingen University in Svezia e un’esperienza di lavoro come ingegnere tessile presso Stoll (New York) oltre al 24enne Ugo Apuzzo e Floriamo Bollettini, 24enne napoletano, e 25enne di san Benedetto del Tronto, entrambi con laurea triennale alla Bocconi di Milano e un master in Management all’alta scuola di formazione economica HEC di Parigi.
La startup
Nasce così la startup Modus Intarsia, che produce il Chiengora, un filato che deriva dal sottopelo che i cani perdono naturalmente quando vanno in muta. È più morbido, resistente all’acqua e termoisolante rispetto alla lana tradizionale. Ma soprattutto, è una fibra estremamente animal friendly e sostenibile. «Abbiamo creato un sistema di “crowdsourcing” tramite il quale allevatori, toelettatori e singoli proprietari possono contribuire donando il pelo perso naturalmente dai loro cani – raccontano i fondatori -. Si tratta di cani che hanno sottopelo (come Samoiedo e Terranova), e che con l’arrivo della bella stagione vengono spazzolati per eliminare il pelo in eccesso e permettere così all’animale di vivere meglio anche con le temperature più calde». Una volta raccolto, il sottopelo viene trasferito in centri di filatura e tessitura nel Nord Italia, prevalentemente nel biellese, e trasformato in gomitoli e capi d’abbigliamento. Ad oggi, la startup ha già prodotto una tonnellata di filati.
10 maggio 2022 (modifica il 14 maggio 2022 | 13:26)
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, 2022-05-14 11:31:00, Dal sottopelo dei cani, che cade naturalmente durante la muta, viene prodotto un filato nobile tipo cachemire, ma più termoisolante. L’innovazione della startup italo-tedesca Modus Intarsia, Giulia Cimpanelli