Esplosioni nel centro di detenzione di Olenivka: almeno 53 morti e un numero imprecisato di feriti. Un rimpallo di colpe che prevede un’inchiesta in entrambi i Paesi
«Ciao. Qui abbiamo pessime notizie. Le hai già sentite?». «Sì, ho sentito qualcosa…». Comincia così l’audio diffuso ieri sera dai servizi segreti ucraini via Telegram. Una conversazione — presumibilmente fra due soldati russi — captata subito dopo la strage dei prigionieri nel centro di detenzione di Olenivka , nel Donetsk.
Le «pessime notizie» sono le esplosioni nella colonia penale per i prigionieri di guerra controllata dalle milizie filo russe: almeno 53 morti e un numero imprecisato di feriti, tutti ucraini, salvo un militare russo di guardia. Fra quei prigionieri alcuni, non è chiaro quanti, erano gli uomini del famoso battaglione Azov, quelli che hanno resistito sotto le bombe per quasi tre mesi nella pancia dell’acciaieria Azovstal, a Mariupol.
Secondo i servizi di sicurezza ucraini la conversazione intercettata dopo l’attacco conferma la responsabilità dei russi, anche se loro negano categoricamente e — per bocca del capo dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk, Denis Pushilin — accusano Kiev di «bombardamento deliberato» per voler zittire i soldati di Azovstal ed evitare le loro «testimonianze sui crimini commessi». Un rimpallo di colpe che prevede un’inchiesta in ciascuno dei due Paesi. Ma cosa si dicono i due interlocutori intercettati che per Kiev sono la conferma della responsabilità russa? Parlano di «190 e più prigionieri spostati due giorni prima da tre baracche» al centro di detenzione che è stato allestito in una «zona industriale» di Olenivka. Dicono che i trasferiti sono «tutti quelli di Azovstal» e, soprattutto, commentano quanto sia inverosimile l’ipotesi dei missili perché i vetri delle finestre «non sono andati in frantumi» come avrebbero dovuto, per esempio, e poi «non si è sentito nessun sibilo di missile in arrivo». La chiamata si chiude con i commenti sull’ipotesi che siano stati i russi («l’hanno fatto da soli», «è molto probabile»)e con una teoria: «Avranno messo dentro dell’esplosivo». Dentro, cioè nelle celle dei prigionieri di guerra. «Innegabile atto di terrorismo delle forze armate occupanti», è la definizione dell’intelligence ucraina riportata da Ukrainska Pravda .
La stessa intelligence dice di avere «informazioni disponibili» secondo cui la strage sarebbe stata «eseguita da mercenari Wagner sotto il comando personale del proprietario Yevhen Prigozhin» e senza coordinamento con il ministero della Difesa russo.
Sulla carneficina di Olenivka si è fatta sentire anche la voce del ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba: «Agghiacciante. Sono stati i russi a tirare colpi di artiglieria per accusare l’Ucraina di commettere crimini di guerra e nascondere torture ed esecuzioni». E il presidente Volodymyr Zelensky: «Lo scopo è screditare l’Ucraina di fronte ai nostri partner e interrompere la fornitura di armi. È un omicidio di massa deliberato. Chiediamo una reazione da parte dell’Onu e delle organizzazioni internazionali».
Il fondatore ed ex capo del battaglione Azov, Andriy Biletsky , ha invece annunciato una «caccia» senza quartiere a tutti i responsabili, «gente che non conosce il concetto di onore degli ufficiali e soprattutto l’osservanza della convenzione di Ginevra, delle regole, delle leggi e usanze di guerra». Un orrore — quello di Olenivka — al quale si aggiunge altro orrore con il video che circola sui canali Telegram e che mostra soldati in mimetica russa mentre evirano un prigioniero di guerra ucraino. È tutto vero? Mykhail Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, è convinto di sì e dichiara autentico il filmato. Sono veri – verissimi, purtroppo – gli attacchi di ieri su Mykolaiv: bombe a grappolo hanno ucciso almeno cinque persone e ne hanno ferite altre sette a una fermata dell’autobus. Missili (senza vittime) anche nel centro di Kharkiv, svegliata dalle esplosioni alle quattro del mattino.
29 luglio 2022 (modifica il 29 luglio 2022 | 22:58)
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, 2022-07-29 21:02:00, Esplosioni nel centro di detenzione di Olenivka: almeno 53 morti e un numero imprecisato di feriti. Un rimpallo di colpe che prevede un’inchiesta in entrambi i Paesi, Giusi Fasano, inviata a Kiev