Imposte evase per milioni di euro ma anche prelievi per viaggi e benefit personali. L’università Cusano, Unicusano Campus, è sotto inchiesta da qualche giorno per un presunto sistema di potere creato dal fondatore e amministratore Stefano Bandecchi sotto accusa per prelievi considerevoli, investimenti abnormi, prestiti generosi mentre lui amava spostarsi a bordo di aerei personali e yacht.
Secondo l’inchiesta degli esperti del Nucleo di Polizia, Unicusano si sarebbe qualificata all’anagrafe tributaria come “ente pubblico non economico” anziché quello commerciale che appare da visure e riscontri.
Ma sembra pure che attorno alla Unicusano ci siano società che operano nel commercio all’ingrosso di profumi ma anche altre che svolgono attività di mediazione immobiliare, attività di trasporto aereo, attività calcistiche, servizi agli istituti di bellezza, imballaggio e confezionamento di alimenti e di più ancora.
Quindi, riporta Il Corriere della Sera, “Saremmo, dunque, ben lontani dal settore no profit denunciato al fisco. Incongrua rispetto a laboratori e biblioteche che, teoricamente, dovrebbero caratterizzare un’università, la Rolls Royce Phantom da 550mila euro sequestrata nei garage di Bandecchi e la Ferrari fiammante acquistata nel 2020.
Ma sarebbe pure emerso che l’ente è stato utilizzato come un bancomat dai propri amministratori non destinando le proprie risorse all’esercizio dell’attività autorizzata con relativa commistione delle casse societarie e confusione contabile.
A sua volta il patron Stefano Bandecchi, dichiara all’Ansa di scrivere “al ministro della Giustizia per chiedere di avviare un’ispezione su come è stata condotta l’indagine. Non ho fiducia nella magistratura e nemmeno negli investigatori. Questa indagine – sottolinea Bandecchi – nasce probabilmente a causa della mia particolare capacità di gestire un ateneo e per le mie idee politiche. La guardia di finanza dice che non ha trovato i nostri bilanci. Se li cerca alla Camera di commercio non li troverà di sicuro, noi abbiamo sempre seguito le disposizioni di legge emanate dallo Stato per le università italiane e quindi sono depositati presso il ministero dell’Università, lì ci sono tutti. Ci contestano, inoltre, di non aver pagato l’Ires, ma abbiamo soltanto applicato la legge”.
Sostiene Bandecchi: “Questo è il momento di presentare il bilancio del 2022, come lo dobbiamo fare? Dobbiamo stilare il documento come se fossimo una società per azioni o dobbiamo continuare a redigerlo secondo le leggi per le università? C’è il rischio concreto che possiamo andare a reiterare il reato che ci contestano. In tal senso attendo un chiarimento immediato da parte del Governo e in particolare dei ministeri della giustizia e dell’Università”.
“Vorrei ricordare – conclude Bandecchi – che le università private hanno una ‘bianima’, statale e privatistica e gli utili in avanzo possono essere impegnati in altri investimenti come hanno sempre fatto tutte le altre università italiane”.