Urso, Copasir: «Medvedev? La sua è una carnevalata Ma dobbiamo tutelarci dalle ingerenze. Mosca e Pechino sono un problema

Urso, Copasir: «Medvedev? La sua è una carnevalata Ma dobbiamo tutelarci dalle ingerenze. Mosca e Pechino sono un problema

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di Paola Di CaroIl presidente del Copasir Adolfo Urso (FdI): «I regimi agiscono così» Nel giorno in cui il Copasir, che presiede, approva all’unanimità la relazione sui dossier trattati nella legislatura dando indicazioni al Parlamento su come agire per rafforzare la tutela della sicurezza nazionale, Adolfo Urso lancia un appello a tutti i partiti. Lui, esponente di Fratelli d’Italia che «ha dimostrato, dall’opposizione, come si possa essere uniti sui temi fondanti della Nazione, sulla sua collocazione internazionale, sulle alleanze» sostenendo la posizione del governo sull’Ucraina, chiede di non «dissipare questo patrimonio con divisioni non solo inutili, ma funzionali solo a chi vorrebbe colpirci». Non si deve prestare il fianco a Medvedev, questo intende?«Magari il problema fosse solo lui. Quello che dice, per come lo dice, ogni volta che lo dice, è talmente grottesco da ottenere l’effetto contrario. Dovremmo scegliere tra libertà e frigoriferi? Lo abbiamo fatto dai tempi dell’impero sovietico, abbiamo avuto sempre la libertà e anche frigoriferi molto funzionanti…». Ma il problema dell’ingerenza di potenze straniere ostili sul voto è reale o no? «Al di là della carnevalata di Medvedev, certo che è reale. E non solo ora che si vota, ma da almeno 10 anni. La Russia e la Cina sono regimi autoritari che in maniera pervasiva agiscono da tempo attraverso propaganda, fake news, sistemi di spionaggio: Mosca si muove soprattutto attraverso le ambasciate e la guerra ibrida cibernetica, Pechino più con la potenza imprenditoriale, con gli istituti di cultura. Entrambe poi ricorrono al cosiddetto elite capture, ovvero il reclutamento in grandi imprese di ex premier spesso o leader di Paesi occidentali, con incarichi di prestigio molto remunerati». Anche italiani? «No, nei dossier europei dove si fanno anche nomi non c’è nessun italiano. E dovremmo essere consci che il nostro Paese è migliore di come a volte lo dipingiamo. E non merita di diventare, per ragioni contingenti come una campagna elettorale, terreno di delegittimazione reciproca tra le forze politiche». Lo dice perché sotto attacco da sinistra c’è il centrodestra? «Per quanto riguarda la mia parte,non c’è un solo atto, un solo voto — non solo di FdI ma di tutti i partiti della coalizione — che non sia in linea con il sistema democratico e di valori che tradizionalmente esprime il nostro Paese. Anche grazie al ruolo di Draghi e alla sua autorevolezza, il Parlamento — e il Copasir con la sua unanimità lo dimostra — ha dato prova di grandissima fermezza e credibilità. Non regaliamo vantaggi a chi vorrebbe colpirci». Quali vantaggi? «Regimi come Russia e Cina non aspettano altro che poter dire che le democrazie non funzionano più, che i voti non servono a niente, che le opinioni pubbliche sono spaccate, che non ci sono più valori comuni, che nemmeno si riesce più ad esprimere governi. Per loro è un regalo poter dire che i loro sistemi illiberali sono funzionali alla modernità e le nostre democrazie no. Non offriamo loro il fianco delegittimandoci a vicenda, demonizzandoci: non aspettano altro». A questo proposito: il caso della premier finlandese Marin la insospettisce? «Non ho elementi per dirlo, ma non mi stupirebbe se dietro quei video ci fosse un’operazione di disinformazione. Spesso la Russia mira a colpire la credibilità degli avversari, mentre la Cina agisce più esaltando la propria capacità economica. Ma sono comunque entrambi regimi che mirano all’accerchiamento dell’Europa. Solo uniti possiamo reagire. Chiunque vincerà le elezioni, dovrà potersi muovere poi con un Paese che sui temi fondanti è compatto. Quindi, per prima cosa serve resilienza. Poi unità. Non mostriamoci deboli. Serve, sempre di più, grande responsabilità». 19 agosto 2022 (modifica il 19 agosto 2022 | 22:23) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-19 19:45:00, Il presidende del Copasir Adolfo Urso (FdI): i regimi agiscono così, Paola Di Caro

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