Urso (Copasir): «Minare la fiducia nei partiti è l’obiettivo dei regimi»

Urso (Copasir): «Minare la fiducia nei partiti è l’obiettivo dei regimi»

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di Marco Galluzzo Urso, presidente del Copasir, da Washington: occorre fare chiarezza subito, serve certezza ROMA- Alle due di notte rinuncia a dormire. Troppe telefonate, troppi messaggi. La notizia dei 300 milioni di dollari che i russi hanno speso per influenzare e intossicare la politica di svariati Stati nel mondo lambisce anche l’Italia. Dalla sua camera di albergo a Washington Adolfo Urso chiama Franco Gabrielli, autorità delegata del governo per il controllo dei nostri apparati di sicurezza. In Italia sono le sei del pomeriggio. Gabrielli ha già attivato contatti formali con l’intelligence americana. Gira ad Urso, presidente del Copasir, le informazioni che ha finora ottenuto: l’Italia non è nella lista, non ci sono evidenze, contatti, documenti, di soldi transitati dal Cremlino e finiti in Italia per influenzare la vita democratica del nostro Paese. Almeno non ci sono nel dossier di cui il Washington Post ha pubblicato alcuni stralci. La richiesta di Urso a Gabrielli, che a sua volta ha aperto un canale con gli americani, è rivolta a fare chiarezza, il più possibile e prima possibile: «Il mio primo dovere, in una fase delicata come quella che stiamo vivendo, in piena campagna elettorale — racconta Urso — è stato quello di rivolgermi al mio diretto interlocutore istituzionale. Come presidente del Copasir, autorità del Parlamento, ho il dovere e il diritto di chiedere informazioni al governo e alla nostra intelligence». Perché, aggiunge qualche ora dopo «le cose possono cambiare». La fretta, un pizzico di concitazione, si giustificano chiaramente con il voto del 25 settembre. Urso è al suo ultimo giorno di incontri americani: nella capitale si muove fra il Business Council, il Congresso, il Dipartimento di Stato. Fra un incontro e un appuntamento risponde alle tante domande che gli vengono rivolte. È uno dei più alti esponenti politici di Fratelli d’Italia, è venuto a presentare Giorgia Meloni ai nostri primi alleati, è chiaro che intorno a lui si muova tanta curiosità. «È utile che siano informati prima possibile sia il governo italiano che il nostro Parlamento — dice al Corriere — perché siamo oggettivamente in un momento delicatissimo, abbiamo ancora almeno una settimana di campagna elettorale e dobbiamo evitare di alimentare polemiche o campagne di denigrazioni che fanno il gioco dei nostri avversari. Proprio quello a cui puntano Russia e Cina, e cioè minare la fiducia dei nostri cittadini nelle nostre istituzioni, nei confronti del processo democratico, dei nostri partiti». Mentre ha i primi appuntamenti incontra l’ex ambasciatore americano alla Nato, Kurt Volker, che in un’intervista aRepubblica ha puntato il dito contro possibili finanziamenti russi anche al partito della Meloni. L’incontro fra i due è cordiale, l’ambasciatore americano dice di essere stato male interpretato, scrive addirittura un bigliettino diretto ad Urso in cui mette nero su bianco che il partito ha «zero contatti», almeno per quello che ne sa lui, con la Russia. Urso mostra, soddisfatto, il biglietto alla stampa. Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui Prima di recarsi al Congresso, dove ha incontri bipartisan con una dozzina di parlamentari, Urso convoca anche il Copasir, la commissione parlamentare di controllo sui nostri servizi di sicurezza: riunione domattina, con audizione di Franco Gabrielli. Ci sono ancora più di 24 ore per avere altre informazioni dagli americani, «ma l’impressione — aggiunge Urso — è che davvero le prime risposte arrivate siano definitive». Lo stesso Urso negli incontri del pomeriggio al Dipartimento di Stato chiede che al nostro Paese vengano date tutte le informazioni possibili: «C’è bisogno di certezza, è utile e necessario che tutte le informazioni vadano dai nostri alleati al nostro governo in modo che l’esecutivo possa informare nel modo più completo possibile il Parlamento». C’è a suo giudizio anche un’evidenza politica: «La Lega e le altre forze del centrodestra in Parlamento hanno sempre sostenuto tutte le decisioni a sostegno dell’Ucraina. Lo stesso non si può dire per la sinistra». E poi «gli americani apprezzano una cosa della Meloni, concretezza e capacità di chiarezza». Il Corriere ha una newsletter dedicata alle elezioni: si intitola Diario Politico, è gratuita, e ci si iscrive qui 15 settembre 2022 (modifica il 15 settembre 2022 | 08:25) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-15 06:25:00, Urso, presidente del Copasir, da Washington: occorre fare chiarezza subito, serve certezza, Marco Galluzzo

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