di Marco Galluzzo Il presidente del Comitato di garanzia: sono argomenti che non vanno usati come clava in campagna elettorale «Credo che sia giusto e doveroso in campagna elettorale evitare di delegittimare o screditare gli avversari in questo modo, si fa il gioco delle autocrazie e delle dittature, che hanno proprio come obiettivo quello di confondere i cittadini delle democrazie e mettere una contro l’altra le forze politiche, per minare il sistema dalle fondamenta». Adolfo Urso lei è presidente del Copasir, ma è anche un influente esponente di Fratelli d’Italia. Luigi Di Maio ha proposto una commissione d’inchiesta che faccia luce sui rapporti fra Lega e Mosca, in Italia non è mai stata fatta: fare chiarezza non significa fare il gioco degli altri. O no? «Sarebbe meglio che questi argomenti non fossero trattati come clave in campagna elettorale. Di Maio è un ministro del Cisr, del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, che fa in qualche modo da contraltare proprio al Copasir su questi dossier. E proprio su questi temi il Cisr, dagli accordi con Pechino sul progetto della Via della Seta ai rischi di infiltrazione con il 5G, dagli attacchi hacker alle ingerenze russe, si è riunito ed espresso più volte, anche con la partecipazione del ministro Di Maio». Quindi secondo lei in Italia abbiamo già fatto luce e chiarezza su tutto? «Noi il 19 agosto scorso dopo anni di lavoro abbiamo terminato un rapporto che è ora a disposizione del Parlamento proprio sulle ingerenze straniere, Russia e Cina in testa, l’Unione europea sta iniziando la seconda indagine sistematica su questi tipi di influenze e dinamiche, sui condizionamenti sui Paesi europei. Poi se si vuole fare una commissione d’inchiesta del Parlamento che avrebbe poteri diversi da quelli nostri allora sarebbe meglio restare sulla scia della commissione Glucksmann della Ue, che ha fatto luce su una metodologia di attività molto significativa. Attività in cui vengono messi sotto il mirino non solo Russia e Cina ma anche altri Paesi, dalla Turchia al Qatar, dagli Emirati all’Arabia Saudita». «Se alcune cose riguardano la magistratura non posso entrarci, se riguardano la politica allora parliamo del sottosegretario Di Stefano e dei suoi rapporti con la Cina, o con il Venezuela o con la Russia. Ognuno è libero di criticare o di condividere, ma non è utile né giusto utilizzare certi temi in campagna elettorale». Eppure il ministro Di Maio parla di diversi aspetti sui quali non è stata fatta chiarezza. E stiamo parlando di Mosca, non del Venezuela. «Illazioni e denigrazioni sull’avversario, io ritengo che sia così, ed è esattamente quello che vogliono i servizi autoritari per minare le nostre democrazie. E lo diciamo noi di Fratelli d’Italia, ritengo siamo legittimati: non abbiamo mai fatto campagne di questo tipo, abbiamo invocato e garantito unità sul fronte geopolitico e sulla coalizione euroatlantica, siamo compatti nella difesa degli interessi ucraini. Noi evitiamo di lanciare accuse sui nostri avversari soprattutto quando parliamo all’estero». Voi avete raccolto l’eredità del Movimento sociale italiano che, a differenza di alcuni partiti che negli ultimi anni sono stati al governo, sulla scelta atlantista non ha mai avuto tentennamenti. «Non c’è dubbio, persino il Msi votò nel dopoguerra i trattati atlantici, e sotto il governo Craxi fu anche con il supporto plateale del Movimento sociale che nel 1983 l’Italia decise di installare per prima in Europa i missili Pershing. Siamo stati decenni all’opposizione ma abbiamo sempre votato tutti gli atti atlantici, semmai sono le contraddizioni dei comunisti e del Pd dopo a doversi raccontare, ma non è questo il momento per farlo. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un salto della storia e in questo momento non servono polemiche interne». Quindi meglio avere delle zone grigie che fare chiarezza perché siamo in campagna elettorale e rischiamo di fare un favore a Mosca? Non le sembra contraddittorio? «Certo che dobbiamo fare chiarezza e noi del Copasir per anni l’abbiamo fatta, e per primi abbiamo denunciato le minacce al nostro Paese, sui rischi sistemici, soprattutto russi e cinesi. Certo che si deve lavorare e fare chiarezza, ma facciamolo con ordine, la magistratura faccia il suo lavoro, eventualmente lo faccia il Parlamento con i suoi poteri, e in quel caso si deve fare a 360 gradi. Ma qualcuno fece anche visita ai gilet gialli…». Ma che c’entra la Francia con la Russia? «Dico solo che ci sono tante ingerenze e dobbiamo evitare denigrazione e delegittimazione reciproca, non dobbiamo pensare alle convenienze elettorali, dobbiamo solo pensare alla nostra affidabilità. Quando si va all’estero si parla bene del proprio Paese, si evidenziano gli aspetti positivi, soprattutto se si rappresentano le istituzioni: su questo si giudica l’affidabilità di uno Stato, chiunque vinca deve farsi carico anche di questo». (modifica il 30 agosto 2022 | 09:01) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-30 07:02:00, Il presidente del Comitato di garanzia: sono argomenti che non vanno usati come clava in campagna elettorale, Marco Galluzzo