Us Open, Alcaraz batte Tiafoe e vola in finale

Us Open, Alcaraz batte Tiafoe e vola in finale

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di Gaia Piccardi, inviata a New York

Carlos, 19 anni, vince in cinque set in 4 ore e 19 minuti. È il più giovane finalista del torneo dal 1990 (Sampras). Domenica affronterà il norvegese Casper Ruud: chi vince diventa numero uno al mondo

NEW YORK La favola bella dell’enfant du pays, figlio degli immigrati negli Stati Uniti dalla Sierra Leone, si schianta un venerdì notte di settembre contro la muraglia di Murcia, Carlos Alcaraz , che non sembra affatto reduce dalla maratona di 5h15’ con Jannik Sinner nei quarti di finale. A differenza del barone rosso, nella semifinale dell’Open Usa Frances Tiafoe conquista al tie break il primo set (8-6) e poi si spegne alla distanza, non senza lottare, inabissandosi sotto il peso della responsabilità di riportare la bandiera a stelle e strisce sul pennone dell’Open Usa diciannove anni dopo l’ultimo re americano (Roddick, 2003) e sotto la pioggia torrenziale di colpi del fenomenale ragazzo iberico, che del fuoriclasse spagnolo per eccellenza — quel Rafa Nadal capace di conquistare quest’anno due titoli Slam e qui eliminato prematuramente dal tabellone da Tiafoe — è chiaramente l’erede già pronto a farne le veci.

La vittoria davanti al pubblico delle grandi occasioni

C’è il pubblico delle grandi occasioni, a Flushing. Stadio pieno, vip sugli spalti, dalle pagine di storia recente è persino uscita Michelle Obama per accomodarsi a bordo campo, forse perché la leggenda degli antenati salpati dall’Africa per attraversare l’Atlantico e costruirsi una vita in America, il Paese che non nega una chance, almeno una, a nessuno, le ricorda la straordinaria avventura del primo uomo di colore presidente degli Stati Uniti, suo marito. La semifinale tra Tiafoe e Alcaraz, mentre nel pomeriggio il norvegese Ruud aveva ridimensionato le ambizioni del russo Khachanov (7-6, 6-2, 5-7, 6-2), sembra durare appena un set, il primo, l’anticamera tra Carlos e l’ennesima impresa.

L’illusione di Tiafoe dura poco

L’americano mantiene la brillantezza che ha dimostrato dall’inizio del torneo, lo spagnolo affila le armi come se il furibondo corpo a corpo di 24 ore prima con Sinner non fosse mai esistito, come se quella vicenda surreale fosse stata un parto delle nostre menti. Ma l’illusione degli Usa dura poco: nel secondo set Alcaraz fa il break al sesto game; non è un caso, e per Tiafoe è l’inizio di una lunga rincorsa a perdifiato. Solido nei colpi da fondo campo, in grado di recuperi da sprinter professionista per andare a prendersi i punti a rete (il talento dello spagnolo, atleta sopraffino, è innanzitutto fisico e atletico), ben diretto dall’idolo dell’infanzia Juan Carlos Ferrero, Carlos apre voragini profonde nelle certezze di Frances, accarezzato dalla tribuna con gli occhi dalla mamma infermiera, che faceva i turni di notte per potergli comprare l’attrezzatura e pagare le lezioni di tennis (il papà era manutentore al tennis club del Maryland dove il ragazzo è cresciuto).

Carlos un satanasso, Frances stanco

Il secondo e il terzo set, nonostante il tifo dello stadio a favore, per Tiafoe sono un veloce incubo: 6-3, 6-1. Ma proprio quando pare spacciato, l’americano trova la strada per riemergere dallo sprofondo: annulla un match point al rivale nel quarto, lo trascina al tie break dove Alcaraz ha un calo di energia, invece Tiafoe riprende a giocare sulle righe (7-5). L’equilibrio nel quinto, il festival del break, si spezza al quinto game (3-2): Carlos è un satanasso presente in ogni luogo del campo, Frances è stanco, zavorrato dai doppi falli e da un dritto che cade a pezzi, tenuto in piedi solo dall’energia nervosa di uno stadio che lo vorrebbe vincitore per forza, ma è l’altro — Alcaraz (al terzo match consecutivo di cinque set) — a essere, non ancora ventenne, più atleta, più giocatore, più uomo. 6-3 e tutti a nanna dopo 4h19’. In finale, domenica, mentre sabato sera (diretta Eurosport e Discovery + dalle 22) la numero uno Iga Swiatek e la numero 5 Ons Jabeur si contendono il titolo femminile, il trono dell’Open Usa sarà una questione tra due ragazzi che hanno fretta, e che sanno di contendersi il trofeo della vita.

La finale vale anche il numero 1

Casper Ruud, norvegese, 23 anni, e Carlos Alcaraz, alieno, 19 anni, non si affrontano solo per la coppa dell’Open degli Stati Uniti ma anche per la prima posizione della classifica mondiale. Chi vince, si prende tutto. E se quel tutto se lo prendesse Alcaraz, udite udite, diventerebbe il più giovane re del tennis nella storia del ranking mondiale (nato il 23 agosto 1973). Accipicchia.

10 settembre 2022 (modifica il 10 settembre 2022 | 07:45)

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, 2022-09-10 05:37:00, Carlos, 19 anni, vince in cinque set in 4 ore e 19 minuti. È il più giovane finalista del torneo dal 1990, quando, alla stessa età, tocco all’americano Pete Sampras. Domenica affronterà il norvegese Casper Ruud, Gaia Piccardi, inviata a New York

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